La Cina, così lontana eppure così in grado di dare seri grattacapi a molti Paesi, tra i primi quelli occidentali

(fonte foto Imagoeconomica)

La Premier Meloni è arrivata a fine della scorsa settimana in Cina, accompagnata da una nutrita schiera di ministri e funzionari, trattenendosi li fino a domani. Ha accettato prontamente l’invito del presidente XI Jinping per partecipare ai lavori in programma insieme a altri leaders del mondo, chiamati per tempo a raccolta. Il motivo reale che ha spinto il Premier cinese a organizzare l’evento è stato quello di creare un’occasione che desse, come sta dando, l’idea di essere qualcosa in più che l’abusato raduno fuori porta. Vuole essere in realtà una conferenza programmatica più che un semplice simposio. Il fatto.
Di recente si è concluso in quel subcontinente un importante convegno del Partito Comunista cinese. Esso si riunisce ogni cinque anni. Tra le altre questioni internazionali che toccano gli ospiti internazionali, tra gli argomenti che stanno riscuotendo una particolare forma di attenzione, sono in testa gli accordi bilaterali di tipo economico e commerciale. Pertanto è importante fare un rapido riepilogo di quanto è accaduto nell’ultimo quinquennio tra l’elefante giallo e gli altri animali della foresta. Quelli che lo assediano in maniera pericolosa giorno dopo giorno e diventa sempre più difficile evitare che lo intralcino.Per trarne alcuni degli aspetti più incisivi
bisogna tornare all’ inizio del 2019. Allora, dopo una lunga gestazione, la Superpotenza Gialla scodellò una vera e propria missione adeguata alla trattativa di argomenti internazionali strategici. Fu così che il Presidente XI, con al seguito una consistente delegazione di addetti ai lavori, prese il volo per l’ Europa. Il primo atterraggio avvenne a Roma,
è ciò certamente non solo per ricambiare la visita fatta dal  navigatore italiano Marco Polo a suo tempo, quanto per iniziare una forma di vero e proprio partenariato di lungo periodo. Seppure fosse stata una visita di tipo ancora più ameno, certo non avrebbe fatto molto più di tanto. I tempi non erano ancora maturi perché a Roma i due capi si producessero in un abbraccio laocoontico. Il de profundis è stato recitato alla fine dello scorso anno, quando la Premier Meloni non ha inteso rinnovare l’accordo definito la Via della Seta. Questo macro progetto giunge in un momento particolarmente complicato. La Cina non sta attraversando un periodo positivo, per diverse concause, molte risalenti ancora al Covid. Si aggiungano gli altri ceppi che provengono da una ormai perdurante congiuntura negativa e il cerchio è chiuso. C’è dell’ altro. Il sentiero di sviluppo che sarebbe dovuto diventare una vera autostrada di quel paese, si sta riducendo a mulattiera. Quindi crisi proteiforme, che si prevede piuttosto duratura nel tempo.
Quanto appena descritto è una forma di disegno al tratto, che meriterebbe ben altro completamento. Sarà fatto, non appena i lavori in programma saranno a buon punto, partendo da note ufficiali fino a rapporti tratti  direttamente dai lavori in corso. Quando? Al momento sarebbe proditorio fare previsioni in tal senso. Seguirà un aggiornamento appena possibile.