Tornano a tremare le borse cinesi: – 6,14% per l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen

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Il punto. Il Ftse Mib segna +1,95%, il Ftse Italia All-Share +1,86%, il Ftse Italia Mid Cap +1,33%, il Ftse Italia Star +0,78%.
Mercati azionari europei in rialzo: DAX 0,7%, CAC 40 +1,4%, FTSE 100 +1,6%, IBEX 35 +1,7%.
Future sugli indici azionari americani al momento in calo dello 0,2-0,3 per cento.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,44%, Nasdaq Composite +0,87%, Dow Jones Industrial +0,32%. 
In rialzo Tokyo con il Nikkei 225 a +1,41%. Tornano invece a tremare le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -6,14%, a Hong Kong l’indice Han g Seng a -1,58%. Euro poco mosso contro dollaro sui livelli di ieri pomeriggio, dopo il rimbalzo dal minimo da inizio mese a 1,0958 toccato a fine mattinata. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1020. Mercati obbligazionari eurozona incerti. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente sale di 2 bp allo 0,16%, quello del BTP cede 2 bp all’1,52%. Lo spread scende di 4 bp a 136.
Sostanzialmente positivi i petroliferi grazie al rimbalzo messo a segno ieri pomeriggio dal greggio. Il future sul Brent oscilla sui 33,80 $/barile circa (da un minimo di 32,38), il WTI sui 31,60 $/barile (da 30,57). 

Borse asiatiche
L’Asia ha riaperto in recupero per gran parte dei principali mercati, ma complessivamente la giornata è stata negativa: il sell-off è tornato ad abbattersi sulle piazze della Cina continentale che ha trascinato al ribasso anche Hong Kong.
In una seduta guidata ancora una volta dal petrolio ieri Wall Street è riuscita a chiudere in territorio positivo (il Nasdaq è stato il migliore degli indici Usa, con un guadagno dello 0,87%), grazie a dati positivi sulla domanda di carburanti che hanno controbilanciato i timori derivanti da scorte di greggio salite a livelli record. Ma se in overnight i corsi del petrolio avevano guadagnato circa l’1% in Asia sono tornati a perdere terreno. Il risultato è stata una moderata flessione per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Tokyo ha recuperato terreno grazie all’indebolimento dello yen, sceso dai massimi degli ultimi 15 mesi intorno a cui si muoveva mercoledì. Il Nikkei 225 ha registrato un progresso dell’1,41% (ancora meglio ha fatto l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dell’1,79%).
Tra i singoli titoli da segnalare il tracollo di Sharp. Il titolo ha chiuso con un crollo del 14,37% (ma in intraday la perdita era stata persino superiore), dopo che il quotidiano Nikkei ha riportato che il board della conglomerata, riunito in un meeting straordinario, avrebbe alla fine optato per l’offerta di Hon Hai Precision Industry, l’azienda di Taiwan nota (e non sempre in positivo viste le polemiche sulle condizioni di lavoro nelle su e fabbriche cinesi) come Foxconn, che avrebbe messo sul piatto 700 miliardi di yen (5,66 miliardi di euro) per il salvataggio del gruppo da tempo in crisi.
A Seoul, il Kospi ha segnato un progresso dello 0,32% al termine delle contrattazioni.
Copione di ben altro genere in Cina. Alla fine della seduta lo Shanghai Composite ha segnato una perdita del 6,41% portando a oltre il 22% il deprezzamento da inizio 2016. Appena meglio ha fatto lo Shanghai Shenzhen Csi 300, scivolato del 6,14% al termine degli scambi, mentre è stato addirittura del 7,34% il crollo dello Shenzhen Composite, già in negativo mercoledì (seppure di appena lo 0,12%). 
Hong Kong è stata trascinata al ribasso dal sell-off di Shanghai e avvicinandosi alla chiusura l’Hang Seng è in declino di circa l’1,50% (decisamente peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che perde intorno al 2,30%).
A Sydney, invece, l’S&P/ASX 200 che aveva lasciato sul terreno il 2,10% mercoledì nella peggiore performance della regione, ha chiuso una seduta sostanzialmente piatta (il guadagno si è limitato allo 0,13%) ma comunque in positivo.

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno approfittato del recupero del petrolio e chiuso in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,32%, l’S&P 500 lo 0,44% e il Nasdaq Composite lo 0,87%.
La seduta è stata molto volatile. Nella prima parte i listini sono arrivati a perdere oltre un punto percentuale a causa dei timori sulla crescita economica mondiale per poi recuperare grazie al rimbalzo del greggio. 
Dai dati macroeconomici pubblicati in giornata sono arrivate indicazioni deludenti. Markit Economics ha comunicato la stima flash di febbraio dell’indice PMI dei Servizi: la lettura si è attestata a 49,8 punti in netto calo rispetto a quella del mese precedente, pari al 53,2 punti, indicando una lieve contrazione delle attività, sui livelli minimi da ottobre 2013.
Le vendite di nuove abitazioni sono diminuite a gennaio del 9,2% rispetto al mese precedente, attestandosi a 494 mila unità (consensus 520 mila), in netto calo rispetto alle 544 mila unità della rilevazione precedente.
Sul fronte societario Lowès +1,05%. La catena di negozi di articoli per la casa ha chiuso il quarto trimestre con un utile di 11 milioni di dollari, in netto calo rispetto ai 450 milioni dello stesso periodo di un anno prima a causa di una svalutazione per 530 milioni relativa alla joint venture in Australia. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 0,59 dollari, in linea con le attese. I ricavi sono aumentati a 13,2 miliardi da 12,5 miliardi (consensus 13,1 miliardi). 
Avis Budget Group -26,51%. Lo specialista del noleggio di veicoli ha comunicato risultati relativi al quarto trimestre segnati da 5 milioni di dollari di perdita netta, pari a 6 centesimi per azione, contro 23 milio ni di dollari di utile, 21 centesimi per azione, del pari periodo del precedente esercizio. L’eps rettificato è calato da 23 a 18 centesimi di dollaro, a fronte di ricavi in crescita dello 0,8% (5% al netto dei corsi valutari avversi) a 1,9 miliardi di dollari. Il consensus era per 17 centesimi di utile e 1,92 miliardi di dollari di ricavi. Avis prevede per l’attuale esercizio utili compresi tra 2,70 e 3,30 dollari per azione, a fronte di una crescita del 2-4% dei ricavi. Il consensus di Thomson Reuters è invece per 3,43 dollari di utile e una crescita del 2,9% dei ricavi. 
Chesapeake Energy +22,37%. Il gruppo energetico ha chiuso il quarto trimestre in perdita per 2,23 miliardi di dollari contro l’utile di 586 milioni di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a -0,16 dollari contro i -17 centesimi indicati dal consensus. I ricavi sono crollati in linea con le attese a 2,65 miliardi da 5,69 miliardi. La società ha tagliato gli investimenti per il 2016 del 57% a 1,3 miliardi di dollari. 
Cinemark Holdings +2,93%. La catena americana di cinema e teatri ha annunciato un incremento dell’utile nel quarto trimestre a 57,8 milioni di dollari (0,50 dollari per azione) da 47,3 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Il dato è superiore alle attese (0,47 dollari per azione). I ricavi sono cresciuti del 7,2% a 707,2 milioni (consensus 713 milioni). La società ha aumentato il dividendo annuale dell’8% a 1,08 dollari per azione. Target+3,99%. La catena discount ha annunciato il ritorno all’utile per 1,43 miliardi di dollari nel quarto trimestre contro la perdita di 2,64 miliardi di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 1,52 dollari. I ricavi sono diminuiti a 21,63 miliardi da 21,75 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 1,54 dollari su ricavi per 21,75 miliardi. Per il trimestre in corso la società stima un utile per azione compreso tra 1,15 e 1,25 dollari.

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,8%, il Cac40 di Parigi l’1,1%, il Ftse100 di Londra l’1,7% e l’Ibex35 di Madrid l’1,2%.
In Germania l’Indice GfK (fiducia dei consumatori) del mese di marzo evidenzia una crescita a 9,5 punti contro i 9,4 punti del mese precedente. Il dato è anche superiore alle attese (consensus 9,3 punti).
Nel mese di gennaio l’inflazione ha registrato un incremento dello 0,4% su base sequenziale confermando le stime preliminari. Su base annuale il dato segna un declino dell’1,0% anche in questo caso in linea con la lettura flash. In Spagna il Pil del quarto trimestre è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, in linea con la stima precedente. Su base annua l’economia spagnola è cresciuta del 3,5%.

Italia
Piazza Affari ieri ha chiuso ancora in deciso ribasso aumentando le perdite in scia all’andamento negativo di Wall Street e all’estrema volatilità del petrolio.
La debolezza dell’azionario ha fatto scattare gli acquisti sui titoli di Stato: il rendimento del Treasury decennale ha toccato i minimi dell’ultimo anno all’1,65%, mentre il tasso del Bund è sceso sotto 0,15%.
L’indice Ftse Mib ha perso il 2,58% a 16.719 punti.
Pesanti vendite sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 5,18% a 7,31 euro, Montepaschi il 5,58% a 0,515 euro, Popolare di Milano il 5,22% a 0,608 euro, Intesa SanPaolo il 3,76% a 2,252 euro, Ubi Banca il 3,63% a 3,394 euro.
Tonfo di STM (-5,20% a 5,01 euro) con Moody’s che ha tagliato il giudizio sul debito della società dei chip a Ba1 dal precedente Baa3. In profondo rosso Mediaset (-5,70% a 3,006 euro) che nelle ultime sedute aveva sfruttato i nuovi rumors sul possibile interesse da parte di Vivendi sulla pay-tv Mediaset Premium.
Male Finmeccanica (-3,68% a 9,145 euro) nonostante abbia raggiunto con Panama un accordo che pone fine ai contenziosi relativi a contratti assegnati, nel 2010, a Selex ES e a Telespazio, nell’ambito dell’intesa intergovernativa del 30 giugno 2010 tra Italia e Panama, e volti, insieme ad un altro contratto assegnato ad Agusta Westland, a dotare il Paese centroamericano di un sistema integrato di vigilanza costiera per la lotta ai traffici illegali.
Prysmian ha perso l’1,27% a 17,74 euro dopo aver chiuso il 2015 con un utile netto di 214 milioni di euro, in decisa crescita rispetto ai 115 milioni del precedente esercizio. I ricavi sono aumentati del 7,6% a 7,36 miliardi di euro.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 25 febbraio 2016
01:00 USA Intervento Bullard (Fed);
08:00 GER Inflazione (finale) gen;
08:00 GER Indice GfK (fiducia consumatori) mar;
09:00 SPA PIL (finale ) trim4 2015;
10:00 ITA Indice fiducia consumatori feb;
10:00 ITA Indice fiducia imprese feb;
10:00 EUR Aggregato M3 dest. gen;
10:30 GB PIL (2a stima) trim4 2015;
11:00 EUR Inflazione (finale) gen;
11:00 ITA Vendite al dettaglio dic;
12:00 ITA Bilancia commerciale (non EU) gen;
14:15 USA Intervento Lockhart (Fed);
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Ordinativi beni durevoli (prelim.) gen;
15:00 USA Indice FHFA (prezzi abitazioni) dic;
18:00 USA Intervento Williams (Fed).