Occupazione in Campania, l’imprenditore Ditto: Introduciamo l’Ai in Gol e diventiamo case study

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Se è vero che l’occupazione in Campania (come da dati ISTAT) è timidamente in ripresa, altri indicatori continuano a non essere incoraggianti per il sistema lavoro napoletano e campano. Si veda ad esempio la crescita significativa nell’uso degli ammortizzatori sociali, con la cassa integrazione straordinaria che è aumentata del 131,7% rispetto all’anno 2023 e con oltre 2,3 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate a maggio 2024; altro segnale di criticità è il ricorso alla NASPI con oltre 51.000 richieste presentate in Campania nei primi quattro mesi del 2024.

“Se ci riferiamo solo a risicati aumenti del tasso di occupazione rischiamo di restituire all’esterno un quadro del mondo lavorativo distorto rispetto a quanto accade davvero nelle nostre città”, sostiene Enrico Ditto, imprenditore partenopeo attivo nel settore formazione e hospitality. “Le criticità esistono e vanno affrontate innanzitutto restituendo potere d’acquisto e dignità ai lavoratori, e poi ricorrendo all’innovazione per provare ad affrontare alcuni degli atavici problemi di incontro tra domanda e offerta nella nostra regione”.

Secondo Ditto, infatti, sussiste ancora un problema di matchmaking dovuto “non solo al mancato incontro tra richiesta e offerta di competenze, ma anche alla difficoltà delle due parti di comunicare correttamente le rispettive esigenze”. Un supporto potrebbe arrivare dall’Intelligenza Artificiale.

“Le IA – sostiene Ditto – possono analizzare i profili dei lavoratori e delle offerte di lavoro, suggerendo le migliori corrispondenze e aumentando le probabilità di trovare un’occupazione adatta. Non solo, ma strumenti di IA possono aiutare i candidati a ottimizzare i loro curriculum vitae, mettendo in evidenza le competenze più rilevanti e migliorando le loro possibilità di essere notati dai datori di lavoro”. Il trend di utilizzare l’Intelligenza Artificiale nel settore del recruiting e delle HR è già noto agli esperti del settore che già utilizzano sistemi per facilitare il lavoro. “Ma c’è un problema al momento – spiega Ditto – ed è legato alla trasparenza. Nel momento in cui un algoritmo gestisce dati così sensibili in totale autonomia e con questa capacità di astrazione è necessario che ogni persona coinvolta nel processo conosca bene benefici, rischi e funzionamento di tali automazioni”.

Per questo “Napoli potrebbe diventare un laboratorio istituzionale”, propone Ditto, introducendo tali strumenti “nei collocamenti e nei vari coinvolti”. Il programma GOL potrebbe essere “uno straordinario banco di prova per migliorare la percentuale di matchmaking tra domanda e offerta delle nostre agenzie per il lavoro, migliorandone il funzionamento e fornendo al contempo un case study replicabile a livello centrale, ma con la garanzia offerta dallo Stato italiano di un utilizzo etico e deontologicamente corretto di tali piattaforme”.