Feo Fest, dal 26 luglio a Foiano di Val Fortore la rassegna ecologico-culturale “Sporae”

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L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

Le spore sono organismi di grandezza infinitesimale, ma resistenti alle condizioni ambientali più ostili. Sono simbolo di resilienza, specchio di tenacia e, soprattutto, hanno la capacità di ricordarci che a volte sono proprio le cose più piccole a generare grandi cambiamenti. È per questo motivo che Feo Fest, festival ecologico-culturale ideato dal Collettivo_Gea con il patrocinio del Comune di Foiano Di Val Fortore, sotto la guida del sindaco  Giuseppe Antonio Ruggiero, ha deciso di intitolarsi per la sua quarta edizione “Sporae”. Un inno alla resistenza dell’universo paese che oggi combatte l’inguaribile destino dello spopolamento e dell’isolamento. I direttori artistici Alessandra Facchiano, Angela Cerritello e Matteo Fioretti hanno allora immaginato per Foiano di Val Fortore (BN), nelle giornate del 26, 27, 28 luglio, una kermesse che, attraverso parabole culturali corali e meticcie, sia in grado di creare nuovi scenari artistici ed economici. Il tentativo è quello di non parodiare i contesti dei grandi centri e metropoli, con meccanismi mastodontici senza ragion d’essere in provincia, ma dare vita a modalità morbide e site specific che sappiamo raccontare le aree interne senza soppiantarle e snaturarle. Uno sguardo originale sulle geografie rurali, sull’identità del luogo e sulla sua psicologia umana.

Il paese ha dunque bisogno di essere narrato dall’interno e di mostrare tutte le sue peculiarità e potenzialità attraverso uno slancio partecipativo. In questo moto creativo converge allora la sezione Green Lab che ospiterà una serie di workshop  legati all’ambiente e all’arte del fare. Alla cura di anima e corpo è dedicato Sinestetica assieme alle yoga coach Valeria Ferrari e Oriana Oriaki e i dj Fabio Ricciuti e Liz Cirelli. La sezione Spettacolarm-ente sarà, invece, contenitore poliedrico di spettacoli, incontri e performance, capaci di accarezzare le più disparate modalità artistiche. Un calendario fitto in cui trova spazio, grazie alla collaborazione con Ubik Benevento, un reading con lo scrittore e autore Antonio Pascale. A curare il dibattito in coda al talk la Dott.ssa in Filologia Moderna Giulia D’Arcangelo con la partecipazione della Dott.ssa Silvia Acocella, Docente di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ma Feo Fest è anche fucina di giovani talenti che si mettono alla prova con l’esibizione del Liceo Musicale G. Guacci e lo spettacolo danzante Io Sento, Io Danzo delle allieve dell’Associazione Odette. La musica si accende con una selezione di band ed artisti che traducono in accordi una visione accorata e solerte dell’arte come risveglio e opportunità di futuro dei nostri territori. Ci sono i ritmi afro-beat della Border Society e la voce inconfondibile di Enzo Gragnaniello, maestro e manifesto del cantautorato partenopeo, gli Osso Sacro, artefici di un ritorno musicato al patrimonio orale sannita, e I Cuba tu Sol in un concerto all’alba che vede in formazione Ramon Caraballo, Piero Monterisi, Matteo Fioretti, Gabriele Lazzarotti e Duilio Galioto.  E, ancora, spazio all’informazione, con  una conferenza sul calo demografico a cura del Dott. Giuseppe Antonio Ruggiero con il giornalista Marco Esposito, ma anche alla poesia con letture silenziose alla luce della luna per omaggiare il poeta palestinese Mahmoud Darwish

Perché il Fortore è terra di confine senza confini. Qui ai margini, il paese, come una spora, resiste e lo fa grazie a chi lo abita. Il Fortore è stanco di essere Ulisse nostalgico o Penelope sempre in attesa. È  pronto a scrivere da sé le pagine del proprio futuro e può farlo soltanto costruendolo attraverso percorsi ecologici consapevoli e strategie culturali che assomigliano ai volti dei suoi cittadini. Lo spopolamento non è una condanna, fato incontrovertibile, ma nuova sfida su cui gettare le basi per inimmaginabili  domani.