Un quarto di secolo per il Mercatino del Gusto di Maglie: baluardo contro mode, tendenze e meteore social

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Un quarto di secolo, cinque lustri, due decenni e mezzo. Comunque li si voglia definire, i 25 anni di vita del Mercatino del Gusto di Maglie – nato nell’ormai lontano 2000 – sono una questione linguistica che non cambia la sostanza. Perché la manifestazione, che nel 2024 celebrerà appunto questo compleanno importante con una “extended version” – prevista a Maglie, come di consueto, dall’1 al 7 agosto –  ha rappresentato e rappresenta innegabilmente un baluardo contro le mode, le tendenze, le meteore social, non solo in fatto di enogastronomia. Non a caso la parola chiave di questa edizione costituisce una sintesi mirabile della sua filosofia, tutta incentrata sulla cultura del progetto, giammai sul puro e semplice consumo di cibo e vino: “Fondamentali”. Concetto da far precedere da un sostantivo che è un invito perentorio a riconsiderare certi atteggiamenti pseudo-futuristici: “Ritorno ai”. Perché certi valori immutabili e perenni sono come le idee di Platone, gli archetipi di Jung: eterni, imprescindibili. E il Mercatino si pregia da sempre di aver inventato un modello che funziona, di aver creato una community basata sul vero, non sul virtuale, di aver dettato le regole sul modo di relazionarsi a un settore di importanza primaria, appunto, come il cibo e il vino.

I tempi ci dicono infatti ormai da tanto che è ora di riavvolgere certi fili, di ripristinare certi valori, appunto, da cui è pericoloso allontanarsi. “Si tratta di ricominciare a rispettare certe regole basilari, quelle sostanziali e, probabilmente, necessarie. Occorre riprendere a utilizzare le cose indispensabili, irrinunciabili, fatte con codici elementari, in molti casi primari e quindi essenziali”, spiegano Michele Bruno, Giacomo Mojoli, Salvatore Santese, Antonio Guarini, ovvero gli organizzatori del Mercatino. “Non tanto per far rivivere il passato. Ma per ribadire che per far bene ogni cosa, per disegnare originalmente un’idea, per portare a compimento qualsivoglia attività, per costruire e governare il futuro, sia necessario – se non appunto fondamentale – avere delle basi”. Senza scorciatoie basate sulla facilità di un clic. E senza relegare cibo e vino nel ghetto delle attività esclusivamente ludiche: “Per questo, attraverso il Mercatino del Gusto, raccontiamo sì del mondo del cibo, del vino e dell’accoglienza, insieme a cuochi, viticoltori, artigiani e produttori. Ma, al contempo, contaminando il tutto con l’arte, la musica, la letteratura, le mostre dedicate al design e ai nuovi linguaggi. Per costruire e generare relazioni fondamentali capaci di far nascere nuove idee che fungano da modello e stimolo per il territorio, per la Puglia e, se possibile, per il Sistema Italia”.

Per questo ad attendere il popolo degli appassionati ci saranno dunque anche quest’anno la Via della Gastronomia e la Piazza del Vino, la Via dei Presidi e delle Comunità del Cibo, le Vie dell’Olio, dei Dolci e degli Spiriti, l’Angolo del Caffè e la Piazzetta del Gelato, il Cibo di Strada, la Birra artigianale, il Fornello-Hostaria di Puglia (Noci), le Masserie didattiche, la Pasta Experience, i nuovi appuntamenti con delle Tradizioni Innovative, il Gusto della poesia. il Mercatino Junior e del Gusto Off, i Gusto Lab, le Cene in Villa, il Salotto letterario, il Tirar Tardi, l’angolo “Santese Fashion”, e il Museo dei Selfie, i momenti musicali di Salento Jazz, Gusto Folk, e lo spazio artigianale di “Maglie… Arte in corte”. E poi “100 anni di… passione”, l’apertura degli armadi della Chiesa Madre dove sono custoditi i “Misteri”, per offrire la possibilità a fedeli e turisti di approfondire la storia della famosa Processione del Venerdì Santo.

Ma ci si potrà soprattutto immergere integralmente nello spirito inimitabile del Mercatino, quel “dettaglio che fa la differenza” che rende l’appuntamento di Maglie capostipite pugliese delle manifestazioni legate al gusto, in tutti i sensi e con tutti i sensi. E poi, l’ultimo giorno di permanenza – il 7 agosto alle 21 al Liceo Capece – assistere alla consegna dei Premi Mercatino del Gusto, assegnati come ogni anno a donne e uomini dalla visione sociale contemporanea, inclusiva, sostenibile in ogni ambito di competenza del Mercatino: alimentazione e accoglienza, agricoltura ed enologia, arte e cultura, comunicazione e nuovi linguaggi, economia circolare, turismo consapevole e qualità del buon vivere, imprenditoria e design strategico.

Il design, appunto. Dopo Gio Ponti e Tobia Scarpa, protagonisti del Mercatino nel 2022 e nel 2023, gli architetti Roberto Marcatti e Cintya Concari hanno scelto di osare ulteriormente, quest’anno, affrontando per il Mercatino del Gusto la cultura del cibo e del progetto con il racconto della visione del futuro, proposta con la mostra “La tavola cambia rotta”, che si inaugura l’1 Agosto alle 19.30 presso il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia “Decio De Lorentiis” di Maglie, mostra corredata da una pubblicazione contenente testi critici di Luisa Bocchietto, Giacomo Mojoli, Antonio Monopoli, Francesco Morace, Rosa Pagliarulo, Anna Prandoni, Patrizia Ranzo, Alberto Salza, Paolo Tamborrini, Padre Alex Zanotelli.

Oggetto dell’esposizione, otto proposte di tavole a tema progettate dagli studi Andrea Branciforti, Lorenzo Damiani, Vincenzo D’Alba, Massimo Farinatti, Gumdesign, Shiina +Nardi Design, Carlo Olivari e Mauro Olivieri “che hanno scelto di interpretare il futuro attraverso la tavola utopica, favola, di chi mangia per vivere, onirica, emersa, sospesa, salvifica e organica”, spiegano i curatori del progetto. La sfida della mostra “La tavola cambia rotta” è dunque un invito e uno stimolo a uscire dagli schemi, “ad orientarsi nell’affollato panorama del design che ci circonda quotidianamente per uno sguardo che vada “oltre”, valorizzando tutti gli aspetti di diversità e inclusività per cercare di trasmettere un messaggio etico e sociale, ma anche di bellezza e facilità d’uso”. In occasione di una tappa così significativa del MdG con i suoi 25 anni abbiamo voluto con la mostra La tavola cambia rotta dare una maggiore incisività dell’evento nel suo insieme per attirare maggiormente l’attenzione del pubblico e rimarcare come la cultura del cibo unitamente alla cultura del progetto siano entrambe protagoniste di un momento di transizione e di cambiamento dovuto alle diverse necessità sociali, ambientali, etiche e morali.

I prototipi sono stati realizzati dall’azienda Babato 1934 che ha sposato il progetto nella sua interezza e complessità mettendosi in gioco e regalando la propria competenza e professionalità per far si che il messaggio intrinseco di questa mostra potesse essere più che mai incisivo e trasversale.

Saranno presenti nel percorso del MdG 4 installazioni esterne a firma di progettisti pugliesi realizzate in sinergia con aziende territoriali. Protagonisti delle installazioni:

Antonio Surdo –  FOOD_BOOK – Kubico
Michele Sallustio – Luminaria DEMETRA – MarianoLight
Silvana Inguscio – PIETRA del GUSTO – Bianco Cave
Daniela Chionna –  Bomba o non Bomba.  La tavola del Despota.“ una vecchia storia contemporanea” – Ceko Metalli

I veri valori del Mercatino del Gusto.

(foto da comunicato stampa)

The Dark Side of the Food
Il concetto di base è una tavola precaria, sospesa negli eventi dell’umanità, dove gli oggetti e i liquidi non troveranno un equilibrio. In questa costante ricerca di stabilità nella precarietà e nell’incertezza, una parte del mondo, la metà non rappresentata dal semicerchio, potrà contare sul concetto ideale di “tavola sospesa”. Partendo dall’usanza napoletana di lasciare pagato un caffè al bar per chi non può permetterselo, o semplicemente come gesto di affetto, la mia Tavola è un auspicio. I punti fermi sono dati dai tre oggetti, “Cristoforo” il portauovo, che rimanda alle origini, alla scoperta e alla rinascita, “Look UP”, i quattro spiedi su cui si infilza il cibo, rappresenta la conquista del fuoco, la caccia e la consapevolezza, infine “Bird on a Wire”, le quattro parabole, dall’Alfa all’Omega, le vite di ciascuno di noi, nascita vita e morte. L’essenzialità del progetto vuole significare un ritorno alla semplicità, una rinuncia agli sprechi d’acqua e alimentari. Una sensibilizzazione mirata a spostare lo sguardo dall’IO verso il TU.