G7 Commercio, primo giorno tra cooperazione, Omc e accesso ai mercati

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Villa San Giovanni, 16 lug. (askanews) – “Per i prossimi giorni la Calabria, una bellissima regione al centro del Mediterraneo, sarà la vostra casa e il cuore dell’economia mondiale”, ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo il G7 del Commercio che si svolge a Villa San Giovanni nel resort dell’Altafiumara. Un vertice che è stato dedicato alle priorità della Presidenza italiana del G7, dialogo, cooperazione, resilienza delle catene di approvvigionamento, commercio internazionale libero, aperto e sicuro. Temi che “confluiranno in una dichiarazione conclusiva forte, il sigillo di un G7 commercio che è solo alla sua terza edizione, ma che crediamo debba essere una componente fondamentale di ogni Presidenza”, una dichiarazione affiancata da un “testo politico” la Dichiarazione della presidenza “in cui riassumere lo spirito e la sostanza del nostro lavoro e delineare la visione di un commercio internazionale sempre più aperto, libero e sicuro, paritario, motore di crescita, benessere e pace”, ha spiegato Tajani parlando ai suoi colleghi.

“Di fronte alle sfide legate al commercio internazionale “le libertà di scambio e di navigazione sono fondamentali per il commercio e la crescita globale. Un accesso incondizionato ai mercati internazionali e alle rotte marittime consente un movimento efficiente di beni, servizi e risorse. Garantire queste libertà richiede uno sforzo collettivo per assicurare che il sistema commerciale mondiale rimanga aperto e inclusivo, a beneficio di tutti i partecipanti e a favore della stabilità e della prosperità globale”, così recita la Dichiarazione della Presidenza-riunione G7 del commercio.

Una prima giornata del vertice che ha visto un focus anche sul Porto di Gioia Tauro, vero ponte tra i mercati orientali e occidentali e primo in Italia per movimentazione di container. I ministri hanno visitato la struttura, operativa 365 giorni all’anno e che è centrale anche per l’iniziativa del governo “Food for Gaza”, come ha sottolineato Tajani.

Ospiti dell’evento in Calabria, anche Brasile, Corea del Sud, Vietnam, Turchia, India, Nuova Zelanda. “Questo G7 Commercio è una sorta di stati generali del commercio mondiale. È una scelta politica precisa. Il governo italiano sostiene con forza l’impegno per il dialogo e la cooperazione con i Partner globali. Chiudersi è la negazione del commercio globale. Più commercio globale vuol dire crescita, pace e sicurezza. Le parole d’ordine della Presidenza italiana del G7!”, ha dichiarato Tajani spiegando l’invito a diversi Paesi esterni al G7: “I nostri paesi che sono campioni di democrazia, favorevoli all’economia di libero mercato non devono arroccarsi in difesa ma devono giocare una politica di apertura, uniti ma aperti al confronto con altre realtà che cercano il dialogo”.

Tajani ha annunciato per questo vertice in formato Commercio (solo il terzo in questa versione) “due giorni di lavoro intenso e molto concreto”, che si concentrerà anche sulle trattative per la riforma dell’Organizzazione mondiale del Commercio: “Dobbiamo anche cambiare alcune regole dell’Organizzazione mondiale del commercio che oggi appaiono inadeguate, perché ci sono nuove realtà e ci sono innovazioni tecnologiche importanti. E questo richiede uno sforzo di tutti quanti noi, un approccio costruttivo e una disponibilità al dialogo e al compromesso”, ha spiegato il vicepremier aprendo la sessione con i rappresentanti dell’imprenditoria del B7 Italy. Tema che è stato trattato anche dagli altri ministri presenti. Il vice cancelliere e ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha sottolineato che l’Omc “non deve essere usata in modo errato, ma abbiamo bisogno di una sorta di piattaforma in cui le controversie possano essere risolte e i problemi che abbiamo nel mondo possano essere superati su una base più ampia e comune”, come nel caso della pesca, “vorrei quindi dire ai colleghi statunitensi e agli altri che dovremmo continuare a lavorare alla riforma dell’Omc”. E nella dichiarazione della Presidenza, diffusa al termine della giornata, la tematica è ben delineata: “Il libero scambio e i principi stabiliti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio rimangono gli elementi costitutivi della prosperità economica globale. Essi forniscono un quadro di riferimento in cui i Paesi possono impegnarsi in una concorrenza leale, ridurre gli ostacoli al commercio e promuovere l’integrazione economica. Adattare le regole dell’Organizzazione alle nuove realtà e alle innovazioni tecnologiche è il modo migliore per assicurare che essa continui a svolgere il suo ruolo essenziale nel promuovere il commercio e la crescita economica e garantisca condizioni di parità per tutti”, si legge nel testo.

Nella prima giornata, una delle tappe è stata quella al porto di Gioia Tauro. Il primo porto italiano per traffico merci e ottavo in Europa. “Una grande infrastruttura logistica nel cuore del Mediterraneo. Un ponte per tutti i continenti, dall’Asia all’America Latina! Da qui è partito ad esempio pochi giorni fa via nave un moderno scanner delle nostre Dogane che nell’ambito del programma ‘Food for Gaza’ abbiamo messo a disposizione di Cipro per rafforzare il corridoio marittimo per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato Antonio Tajani. “Siamo lieti di poter dare un aiuto concreto alla buona riuscita dell’iniziativa umanitaria voluta dal governo, l’impegno dell’Agenzia sarà massimo” per Food for Gaza, ha sottolineato il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse. Il Porto di Gioia Tauro è “il più grande porto di transhipment d’Italia, un gioiello della Calabria e del Meridione, da qui parte tutto”, grazie ai “cinque chilometri di banchine”, ha spiegato dal canto suo Andrea Agostinelli, presidente del Porto Gioia Tauro nel corso della visita dei ministri del G7 del Commercio presso la struttura portuale che “lo scorso anno ha movimentato 3,5 milioni di Teus (unità equivalenti per container) e punta a quattro milioni per il 2024”.

Nel corso della visita il ministro Tajani, ha presentato ai ministri l’iniziativa umanitaria “Food for Gaza” e la squadra dei dodici formatori che si recherà a Cipro per addestrare il personale locale all’utilizzo dello scanner che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha messo a disposizione, per rendere più celeri i controlli dei container che da Cipro portano aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza.

Nel Porto di Gioia Tauro operano due grandi gruppi, MSC, azionista di Medcenter container terminal (MCT) che con il terminal distribuito su quasi due milioni di metri quadrati movimenta migliaia di container 24 ore su 24 tutto l’anno, con il 41% dell’import che entra in Italia che accede da questa struttura intermodale. Oltre ai container, per cui Gioia Tauro è il primo porto d’Italia, e tra i primi in Europa, nella struttura opera anche Grimaldi con il terminal Automar che si occupa di movimentazione auto in particolare per Stellantis. Il Porto di Gioia Tauro è collegato attraverso quattro binari alla stazione nazionale di Rosarno, a quattro hub intermodali, Nola, Bari, Padova e Bologna, con 120 porti al mondo, 60 dei quali nel Mediterraneo. Inoltre, grazie alla profondità di 18 metri del canale, lungo 3,5 chilometri e largo 250 metri, a Gioia Tauro possono attraccare i cosiddetti giganti del mare, le navi più lunghe al mondo, circa quattro campi da calcio. Le gru, in dotazione, hanno uno sbraccio che copre 24 file di container contemporaneamente e consentono di movimentare le merci verso navi più piccole, trasporto su ferro o gomma. Il Porto è uno snodo cruciale nelle rotte commerciali internazionali, si posiziona tra Suez e Gibilterra con le merci che arrivano dal Far East, e nel periodo della pandemia, riporta l’ufficio stampa della struttura, il Porto è cresciuto come anche nei primi sei mesi del 2024, nonostante la crisi del Mar Rosso, registrando +13,7%.

(di Daniela Mogavero)