Circular renting e il refurbishing, la nuova scommessa delle aziende: rinnovare gli impianti senza indebitarsi

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in foto Claudio Mombelli

Le aziende del Belpaese sono poco competitive e sostenibili perché scarsamente aggiornate quanto a dotazione sia di impianti tecnologici (automazione, robotica e ICT) che di macchinari e impianti industriali, con età media rispettivamente di 10 e 15 anni. È quanto sostiene una ricerca compilativa di Domorental, società di noleggio operativo, che propone alle aziende il servizio di circular renting e refurbishing, tramite cui un’azienda può cedere i propri asset immobili, farli rigenerare e riammodernare e continuare a utilizzarli con la locazione operativa.

Secondo lo studio della società milanese, intitolato “Circular renting e refurbishing, la nuova strategia delle aziende per ottimizzare costi e sostenibilità dei macchinari”, in Italia nel 2023 circa il 15% delle famiglie ha noleggiato dei beni, dagli elettrodomestici al vestiario (fonte: Confcommercio). Una tendenza in crescita in tutti i Paesi economicamente più avanzati. In Svezia, per esempio, è molto utilizzata la piattaforma Hyggl e in Germania Grover, che permettono, la prima di noleggiare qualsiasi utensile, da quelli per il bricolage alle lavatrici, la seconda i dispositivi elettronici, dagli smartphone ai pc. Nel mondo il mercato globale del noleggio di beni di consumo dovrebbe toccare i 58 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso di crescita annuo del 10,3% (fonte: Allied Market Research).

La ricerca di Domorental si sofferma anche su un ambito fondamentale del circular renting: l’età degli impianti e dei macchinari. In Italia i macchinari industriali hanno mediamente dai 12 ai 15 anni di vita, nei casi peggiori superano i 20 anni, così da compromettere l’efficienza produttiva e la sostenibilità dell’azienda (fonte Ania, 2022). In sofferenza nel nostro Paese sono anche gli impianti tecnologici che includono sistemi di automazione, robotica e ICT, con il 30% delle apparecchiature in uso che hanno più di dieci anni di età (fonte: Politecnico, 2022), pregiudicando anche in questo caso la competitività e aumentando i costi operativi. Significativo è il dato sul refurbishing, la rigenerazione e l’ammodernamento degli impianti e dei macchinari per prolungarne la durata. In proposito IDC stima che il mercato globale dei dispositivi elettronici rigenerati dovrebbe crescere dell’11,2% annuo fino al 2025.

“Viviamo in un’economia circolare – spiega Claudio Mombelli, ceo di Domorental, società che ha attivato lo specifico servizio “Circular Rent” – in cui i beni vengono utilizzati attraverso la condivisione e il riutilizzo. Con il circular renting le aziende possono disporre di flessibilità operativa, cioè di adeguare gli impianti in base alle esigenze mutevoli del mercato, e di risparmiare sui costi di manutenzione e gestione. Un fattore essenziale di questo modello è il refurbishing, ossia l’ammodernamento e la rigenerazione di beni usati per prolungarne la vita e alzare il livello di sostenibilità dell’azienda. Vorrei qui ricordare che con la società Upgreene rilasciamo la certificazione Carbon Cancelling, che rappresenta la neutralizzazione delle emissioni di CO2 per l’intero periodo di noleggio, coprendo l’intera filiera di un prodotto/processo e includendo l’ambito scope 3 della Direttiva UE 95/2014”. 

“Un altro aspetto rilevante del circular renting – conclude Mombelli – è che rappresenta un modello di business asset light. Questo consente alle imprese di ridurre i costi di acquisto e manutenzione dei beni, migliorando al contempo la flessibilità operativa. Le asset light companies, dal momento che il noleggio operativo a bilancio viene indicato tra i costi, e non tra i debiti come nel caso del leasing finanziario, possono disporre di una working capital efficiency, che le mette in grado di investire in innovazione, competenze e essere profittevoli sul mercato. Stiamo anche assistendo a una tendenza che sarà sempre più decisiva nei prossimi anni: i fondi di investimento prediligono le aziende asset light, quelle cioè che hanno scelto, non di acquistare beni e servizi, ma di esternalizzarli o prenderli a nolo”