Agrisolare, il prossimo bando al Sud: budget di 250 milioni di euro

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Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

L’Italia anticipa i tempi di raggiungimento del target PNRR sull’Agrisolare e la Commissione europea la premia: altri 850 milioni di euro per installare i pannelli che catturano il sole e lo restituiscono sotto forma di energia agli imprenditori agricoli. E le risorse passano da 1,5 miliardi a 2,350 miliardi di euro.

Sono oltre 14mila i progetti già finanziati, oltre 2400 le imprese che hanno già concluso i lavori, oltre 18mila le domande presentate, di cui molte in coda. Per le quali varranno le modifiche apportate relativamente all’eliminazione del vincolo dell’’autoconsumo e di quello “condiviso” con altre aziende agricole alle quali cedere energia.

E il prossimo bando agrisolare? Consterà di 250 milioni e sarà destinato – sulla LINEA 1A (rivolta alla produzione agricola Primaria) al Mezzogiorno per recuperare la quota Sud come previsto dal PNRR. Quindi Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La “clausola del 40%”, introdotta in sede di conversione del decreto-legge n. 77/2021 e s.m.i. all’art.2 comma 6-bis della legge n. 108/2021 – Allegato parte 1, prevede che le Amministrazioni centrali coinvolte nell’attuazione del PNRR assicurino  che almeno il 40 per cento delle risorse  allocabili  territorialmente, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza,  sia destinato  alle  regioni  del  Mezzogiorno. Il Dipartimento per le politiche di coesione deve verificare il rispetto di tale obiettivo relazionando periodicamente alla Cabina di regia appositamente costituita per l’attuazione del Piano. Nell’ottobre del 2021 è stata inviata una prima circolare del Ministro per il Sud e la coesione territoriale rivolta a tutte le Amministrazioni centrali finalizzata al rispetto del vincolo di destinazione delle risorse alle regioni del Mezzogiorno.
Un win to win per la sovranità alimentare e la sovranità energetica che non solo consente di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili senza alcun consumo di suolo agricolo rendendo più sostenibile il settore ma aumenta anche la competitività delle aziende agricole azzerando i costi energetici che rappresentano in media il 20% dei costi variabili.
A fronte dell’iniziale plafond di risorse assegnato inizialmente in 1,5 miliardi di euro (pochissimo utilizzati nel prima bando a causa delle forti limitazioni previste), nel secondo bando le richieste hanno superato le 18.000.
Un’accelerazione dovuta a una serie di modifiche apportate dal nuovo governo: l’incremento del contributo a fondo perduto fino all’80% delle spese sostenute, l’introduzione dell’autoconsumo condiviso ed in alcuni casi l’eliminazione del vincolo di autoconsumo, il raddoppio del massimale di spesa e della potenza massima installabile (da 500 megawat a 1 GW), il raddoppio delle spese ammissibili per accumulatori e dispositivi di ricarica.
Queste modifiche hanno reso la misura molto più attrattiva per le imprese che hanno partecipato in massa al secondo bando consentendo al Ministero di anticipare i tempi di conseguimento degli obiettivi fissati dal PNRR e, addirittura, di triplicare l’obiettivo inizialmente fissato dalla Commissione europea in termini di potenza da installare al 2026, obiettivo che è passato da da 375 megawatt a 1,38 gigawatt. Un risultato che è stato premiato da Bruxelles con l’assegnazione di ulteriori 850 milioni di euro portando la dotazione finanziaria complessiva a 2,35 miliardi di euro.
Nello specifico le quattro linee di misure si dividono in LINEA 1A, rivolta alla produzione agricola Primaria; LINEA 2A rivolta a trasformazione alimentare; LINEA 3A rivolta alla trasformazione da agricolo a non agricolo e infine LINEA 4A rivolta alla produzione agricola Primaria utilizzando un altro regime non vincolato all’autoconsumo cui vengono destinati complessivamente 150 milioni, il massimale consentito annuale che uno Stato può dedicare a quel regime di aiuto.
La misura, che prevede un rimborso dell’80 per cento delle spese sostenute per l’acquisto dei pannelli, l’installazione, la coibentazione dei tetti, la rimozione eventuale dell’amianto, l’acquisto di accumulatori, e dei dispositivi di ricarica (le cabine Primarie sono di competenze dei fornitori elettrici), è destinata a diventare un modello in Europa e non a caso è stata premiata dalla Commissione con l‘assegnazione di nuove risorse.