Pesante “mano” di Putin su economia e voto italiani

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in foto Vladimir Putin

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 7 maggio all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Un’azione ostile orchestrata dal Cremlino in 2 tempi pericolosamente convergenti. Da una parte un colpo alla produttività del nostro Paese, dall’altra l’interferenza nell’esercizio della democrazia con il voto per l’Europa dell’imminente giugno. Prima “mossa”: blocco autocratico della filiale italiana Ariston Thermo Group e suo trasferimento alla russa Gazprom Domestic (una nazionalizzazione, anche se “temporanea”, dell’azienda anconetana di Fabriano che produce apparecchiature per riscaldare e climatizzaze). L’autoritaria “incorporazione” avviene mentre la Gazprom versa in “profondo rosso” con perdita di 629 miliardi di rubli per il crollo della vendita di gas in Europa (funzionano le sanzioni europee alla Russia che ha aggredito l’Ucraina?). Seconda “mossa”: intensificata l’ingerenza putiniana per favorire l’astensionismo italiano durante l’8 e 9 giugno, in modo che dalle urne escano “vincenti” i partiti euroscettici, sovranisti e filorussi. Palazzo Chigi è allertato. Il sottosegretario ai Servizi Segreti, Alfredo Mantovano, assicura che i difensivi apparati italiani hanno predisposto una efficace “azione di contrasto”. L’autodifesa preventiva diventa sempre più una necessità visto che, come afferma il britannico Financial Times, ”la Russia sta preparando sabotaggi destabilizzanti in tutta l’Europa”.

LENTO AVVIO DEI CONFRONTI. Nei primi giorni di maggio partiti e schieramenti appaiono ancora debilitati per lo sforzo del “raccattare” e selezionare candidati, raccogliere le firme e presentare le liste. Nell’insieme di quanti tentano l’avventura di un seggio molto ambìto a Strasburgo, 23 sarebbero “impresentabili: inquisiti, imputati, condannati per riciclaggio di beni culturali, o finanziamenti illeciti. Spicca il nome di Roberto Vannacci, “Il generale” (odio razziale, peculato e truffa per rimborsi non dovuti quando si trovava a Mosca). Oggetto di particolare mira le 2 donne a capo dei 2 maggiori schieramenti. Per Ely Schlein, che non guida il Centrosinistra in tutte le circoscrizioni, la critica che più ha sorpreso è quella di Romano Prodi (o si va in Europa a tempo pieno o si resta in Italia a capo del proprio partito). Per la premier Meloni caso a sé. Ha colpito di più la decisione di guidare il Centrodestra in tutte le regioni o che abbia invitato a scrivere sulle schede il nome Giorgia? Una scelta per personalizzare e “umanizzare” la politica? Insufficiente la sua dichiarazione di non mancare mai a Bruxelles e a Strasburgo? Massimo Cacciari, da filosofo a improvvisatore tuttologo, è stata “una mossa di serie b, in stile Berlusconi, per bidonare gli elettori”.

Il CENTRODESTRA E LA SANTANCHE’. Meloni premier e i partiti della maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) guidano il Paese. Le recenti regionali (Sardegna, Abruzzo e Basilicata), sia pure trattandosi di voto limitato, indicano che il Governo dispone di una base ancora solida. Motivo in più per fare chiarezza al proprio interno come specchio che rifletta le attese generali. Nell’arco delle forze governative sta emergendo invece, sempre più, una questione morale. Punta inquietante è Daniela Santanchè ministra del Turismo. Per lei (e altre persone come il compagno Dimitri Kunz), la Procura di Milano chiede il processo: truffa aggravata ai danni dello Stato;130 milioni di Cassa integrazione, ricevuti durante il Covid per 13 dipendenti che, invece, lavoravano regolarmente. Ma per la “pitonessa”, così è indicata la Santanchè, altra grana: falso in bilancio per cui arriverebbe, entro maggio, un secondo rinvio a giudizio. Incriminata la società del gruppo editoriale Visibilia di cui la ministra era amministratrice (con lei la sorella, una nipote e un ex compagno). Tutto un “cerchio magico” in subbuglio (in una intercettazione si sente: ”E’ un casino, se la società fallisce Daniela dovrà dimettersi”).

INEFFABILE SALVINI. La Santanchè fa parte delle “spine” della premier Meloni, così dicono i più stretti collaboratori. Il vicepremier Tajani è berlusconiano della presunzione di innocenza fino all’ultimo grado aggiungendo, però, la variante che “per certe vicende conta la sensibilità dei protagonisti”. Meno esitante l’altro vicepremier Salvini per il quale “la Santanchè non deve dimettersi”. In più sottolinea: ”Cosa dovrei fare io, che sono addirittura a processo e quindi un potenziale condannato?”.

MATERA A TESTA IN GIU’. Nel 2019 la seconda città della Basilicata venne dichiarata capitale europea della cultura, quarta in Italia e prima nel nostro Sud. Straordinario il richiamo dei Sassi, dei Beni culturali e storici. Ora, però, l’antica Biblioteca (400 mila volumi,3 0 mila edizioni rare, pergamene e cinquecentine, incunaboli e manoscritti) rischia di chiudere perché mancano finanziamenti e manutenzione. Si chiede l’intervento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di solida formazione napoletana e meridionalista.