Petrolio, Teheran: ok cooperazione Opec-non Opec

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Il ministro del petrolio iraniano, Zangeneh, dopo un incontro con i suoi omologhi venezuelano e iracheno, ha detto che la cooperazione tra paesi Opec e non Opec per stabilizzare il prezzo del greggio “è positiva” e che la appoggia. Al momento però non ha precisato se l’Iran congelerà la propria produzione. Ieri Russia, Arabia Saudita, Venezuela e Qatar hanno firmato un accordo per il congelamento. “Ci è stato dato – ha detto Zangrneh – il rapporto sulla riunione di ieri. Appoggiamo la cooperazione tra Opec e paesi non Opec. E’ un passo positivo e noi lo sosteniamo”.

Accordo Mosca-Riad per congelare petrolio non convince  – Russia e Arabia Saudita annunciano un accordo per congelare la produzione di petrolio nel tentativo di ridurre l’eccesso di offerta e frenare il crollo dei prezzi: -70% da metà 2014. Ma i mercati restano scettici. Non convince il fatto che l’accordo Mosca-Riad sia subordinato all’adesione degli altri produttori di petrolio, cosa non certa. Tra i membri Opec l’Iran rappresenta infatti il più grande ostacolo all’intesa, siglata a Doha da Russia, Qatar, Arabia Saudita e Venezuela. “I quattro Paesi sono pronti a congelare la produzione di greggio ai livelli di gennaio se altri produttori di petrolio si associano a questa iniziativa”, afferma il comunicato diffuso dopo l’incontro tra il ministro dell’Energia russo Alexander Novak e i rappresentanti di tre Paesi Opec: il ministro del Petrolio saudita Ali Al-Naimi, il ministro dell’Energia del Qatar Mohammed bin Saleh al-Sada e il ministro del Petrolio del Venezuela Eulogio del Pino. A stretto giro da Teheran è arrivata la doccia fredda sulle possibilità di successo dell’iniziativa annunciata nella capitale qatariota. “L’Iran non rinuncerà alla sua quota di mercato petrolifero”, ha dichiarato il ministro del Petrolio iraniano, Bijan Zangeneh, ribadendo dunque l’obiettivo della Repubblica Islamica di ridare slancio alle proprie esportazioni di greggio dopo la fine delle sanzioni il mese scorso. Proprio in questi giorni Teheran ha ripreso ad esportare il suo oro nero verso l’Europa per la prima volta dal 2012.

Oggi intanto Zangeneh avrà un faccia a faccia col suo omologo venezuelano Del Pino, che volerà nella capitale iraniana per cercare di convincere Teheran ad aderire all’accordo. Al summit parteciperà anche il ministro del Petrolio iracheno Adil Abdul-Mahdi. Sulla scia della notizia dell’accordo il petrolio è schizzato col Brent che ha sfiorato i 35 dollari al barile e col Wti vicino ai 31 dollari. Però con l’emergere dei primi dubbi sul possibile successo del piano, il greggio è sceso nuovamente nel corso della seduta: il Brent è tornato sui 32 dollari al barile mentre il Wti sotto i 30 dollari.
   

Il ministro del petrolio iraniano, Zangeneh, dopo un incontro con i suoi omologhi venezuelano e iracheno, ha detto che la cooperazione tra paesi Opec e non Opec per stabilizzare il prezzo del greggio “è positiva” e che la appoggia. Al momento però non ha precisato se l’Iran congelerà la propria produzione. Ieri Russia, Arabia Saudita, Venezuela e Qatar hanno firmato un accordo per il congelamento. “Ci è stato dato – ha detto Zangrneh – il rapporto sulla riunione di ieri. Appoggiamo la cooperazione tra Opec e paesi non Opec. E’ un passo positivo e noi lo sosteniamo”.

Accordo Mosca-Riad per congelare petrolio non convince  – Russia e Arabia Saudita annunciano un accordo per congelare la produzione di petrolio nel tentativo di ridurre l’eccesso di offerta e frenare il crollo dei prezzi: -70% da metà 2014. Ma i mercati restano scettici. Non convince il fatto che l’accordo Mosca-Riad sia subordinato all’adesione degli altri produttori di petrolio, cosa non certa. Tra i membri Opec l’Iran rappresenta infatti il più grande ostacolo all’intesa, siglata a Doha da Russia, Qatar, Arabia Saudita e Venezuela. “I quattro Paesi sono pronti a congelare la produzione di greggio ai livelli di gennaio se altri produttori di petrolio si associano a questa iniziativa”, afferma il comunicato diffuso dopo l’incontro tra il ministro dell’Energia russo Alexander Novak e i rappresentanti di tre Paesi Opec: il ministro del Petrolio saudita Ali Al-Naimi, il ministro dell’Energia del Qatar Mohammed bin Saleh al-Sada e il ministro del Petrolio del Venezuela Eulogio del Pino. A stretto giro da Teheran è arrivata la doccia fredda sulle possibilità di successo dell’iniziativa annunciata nella capitale qatariota. “L’Iran non rinuncerà alla sua quota di mercato petrolifero”, ha dichiarato il ministro del Petrolio iraniano, Bijan Zangeneh, ribadendo dunque l’obiettivo della Repubblica Islamica di ridare slancio alle proprie esportazioni di greggio dopo la fine delle sanzioni il mese scorso. Proprio in questi giorni Teheran ha ripreso ad esportare il suo oro nero verso l’Europa per la prima volta dal 2012.

Oggi intanto Zangeneh avrà un faccia a faccia col suo omologo venezuelano Del Pino, che volerà nella capitale iraniana per cercare di convincere Teheran ad aderire all’accordo. Al summit parteciperà anche il ministro del Petrolio iracheno Adil Abdul-Mahdi. Sulla scia della notizia dell’accordo il petrolio è schizzato col Brent che ha sfiorato i 35 dollari al barile e col Wti vicino ai 31 dollari. Però con l’emergere dei primi dubbi sul possibile successo del piano, il greggio è sceso nuovamente nel corso della seduta: il Brent è tornato sui 32 dollari al barile mentre il Wti sotto i 30 dollari.