Tokyo spinge al rally gran parte dei listini

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Il punto. Appare in forte progresso la Borsa italiana, stamattina. Il Ftse Mib segna +3,04%, il Ftse Italia All-Share +3,80%, il Ftse Italia Mid Cap +3,41%, il Ftse Italia Star +3,36%. 
Mercati azionari europei in netto rialzo: DAX +2,32%, CAC 40 +2,8%, FTSE 100 +1,9%, IBEX 35 +2,55%.
Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente sale di 5 bp allo 0,29%, quello del BTP scende di 4 bp all’1,61%. Lo spread è in calo di 9 bp a 132. Bancari in netto rialzo in avvio: l’indice FTSE Italia Banche segna +5,2%, l’EURO STOXX Banks Index +3,9%.
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 1,1-1,4 per cento circa. 
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,95%, Nasdaq Composite +1,66%, Dow Jones Industrial +2,00%. Oggi negli USA mercati chiusi per festività (Washington’s Birthday).
Balzo in avanti per Tokyo con il Nikkei 225 a +7,16% dopo il -4,84% di venerdì. Le borse cinesi (Shanghai e Shenzhen) riaprono i battenti dopo essere rimaste chiuse per tutta la scorsa settimana per la festività del nuovo anno lunare. L’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,58%, a Hong Kong (che ha riaperto giovedì scorso) l’indice Hang Seng a +3,27%. Euro sui minimi da giovedì scorso contro dollaro.
EUR/USD al momento oscilla in area 1,12. Inizio di settimana ancora in divergenza per l’obbligazionario eurozona. 

Borse asiatiche
Dopo un’ottava caratterizzata più che altro dalle festività (la settimana scorsa sono rimaste chiuse alternativamente le principali piazze dell’Asia mentre Shanghai e Shenzhen sono rimaste ferme per l’intera settimana per la celebrazione del Capodanno lunare), alla riapertura degli scambi Tokyo spinge al rally gran parte dei listini della regione nonostante dati macroeconomici tutt’altro che incoraggianti da Giappone, Cina, come pure dall’Indonesia. In particolare, secondo i dati preliminari diffusi dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, il Pil del Giappone è peggiorato dell’1,4% su base annua nel quarto trimestre contro l’1,3% di progresso del precedente periodo (rivisto al rialzo dalla lettura preliminare dell’1,0%) e a fronte del calo dello 0,8% atteso dagli economisti. 
Su base trimestrale il Pil del Giappone è sceso dello 0,4% dopo il progresso dello 0,3% del precedente periodo e il calo dello 0,2% del consensus. In Cina, invece, secondo i dati diffusi dalla General Administration of Custom (l’autorità delle dogane cinesi), in gennaio l’export è crollato, nel set timo mese consecutivo di declino, dell’11,2% contro l’1,4% di flessione di dicembre (e del 6,8% in novembre) e decisamente peggio rispetto al 2,0% di flessione atteso dagli economisti.
In scia a una chiusura di ottava positiva sia per l’Europa che per Wall Street (con guadagni del 2-3% per i principali indici), e a fronte di una partenza con il freno tirato per le Borse di Shanghai e Shenzhen ma non con il tracollo che i dati macro (e il fatto che i listini fossero rimasti chiusi mentre il sell-off si abbatteva su Tokyo e gran parte delle Borse globali) facevano temere, sui mercati dell’Asia vince l’ottimismo. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, guadagna oltre il 2% dopo avere lasciato sul terreno il 10% da inizio anno. A Tokyo, invece, il Nikkei 225 chiude in rally addirittura del 7,16% (meglio ancora fa l’indice più ampio Topix, che si apprezza dell’8,02%).
Sul fronte delle materie prime, petrolio e oro segnano entrambi modesti declini che fanno però seguito al rally del 12% di venerdì per l’oro nero (sulla crescente speranza che l’Opec possa dimostrarsi disponibile a un taglio della produzione) e al maggiore incremento settimanale dall’ottobre del 2011 per il metallo prezioso, che la scorsa ottava si è apprezzato del 5,5% (e del 16,7% da inizio 2016). 
Una stabilizzazione del mercato delle materie prime che ha aiutato Sydney dove l’S&P/ASX 200 ha guadagnato l’1,64% al termine delle contrattazioni. Bene anche Seoul, con il Kospi in progresso dell’1,47% mentre per Hong Kong è vero e proprio rally. Avvicinandosi alla chiusura l’Hang Seng scambia infatti in progresso di circa il 3% (mentre l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, sfiora un rimbalzo del 5%). La seduta è invece negativa per le piazze della Cina continentale, anche se lo Shenzhen Composite limita allo 0,05% il suo declino, mentre Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono lo 0,63% e lo 0,58% rispettivamente. 

Borsa Usa
Dopo cinque sedute consecutive negative, a New York i principali indici hanno chiuso, la settimana scorsa, in netto rialzo grazie al recupero di finanziari ed energetici. Il Dow Jones ha guadagnato il 2%, l’S&P 500 l’1,95% e il Nasdaq Composite l’1,66%. Nonostante il forte rimbalzo resta negativo però il bilancio settimanale (Dow Jones -1,43%, S&P -0,81% e Nasdaq Composite -0,59%). Le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di gennaio un incremento dello 0,2% m/m, risultando superiori alle attese fissate su un incremento dello 0,1%. L’indice escluso il comparto auto è aumentato dello 0,1% su base mensile a fronte di attese per una variazione nulla. 
Le Scorte delle imprese sono cresciute dello 0,1% nel mese di dicembre a fronte di un calo dello 0,1% rilevato a novembre. La stima preliminare di febbraio dell’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, scende a 90,7 punti, in calo rispetto alla rilevazione di gennaio (92,0 punti) e inferiore alle previsioni degli addetti ai lavori pari a 92,0 punti. 
Sul fronte societario Jp Morgan +8,27%. Il Ceo della banca d’affari, Jamie Dimon, ha acquistato 500 mila azioni della società per un controvalore di oltre 26 milioni di dollari. 
Square +8,24%. Secondo quanto emerge dalla documentazione presentata alle autorità di mercato, Visa ha ammassato una partecipazione del 9,99% nel capitale della start-up fondata dal chief executive di Twitter Jack Dorsey specializzata in pagamenti in mobilità. 
Groupon +29,02%. Il sito specializzato in sconti e promozioni ha pubblicato una trimestrale superiore alle attese. Nel quarto trimestre l’utile per azione adjusted si è attestato a 0,04 dollari, 4 cente simi in più delle attese. Meglio del previsto anche i ricavi a 917,2 milioni contro gli 845,9 milioni indicati dal consensus. 
Chevron +2,90%. Il petrolio (Wti) ha chiuso in rialzo del 12%. Intercept Pharmaceuticals +27,50%. Secondo indiscrezioni, il gruppo biotecnologico dopo aver ricevuto diverse manifestazioni di interesse e avrebbe deciso di mettersi in vendita. 
AIG +4,89%. L’investitore attivista Carl Icahn è riuscito a far nominare nel board del gruppo assicurativo un proprio rappresentante.

Europa
Nella scia all’ottima chiusura della Borsa di Tokyo, le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in forte rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna il 2,6%, il Cac40 di Parigi il 3%, il Ftse100 di Londra l’1,8% e l’Ibex35 di Madrid il 3,1%. Forti acquisti in particolare sul comparto finanziario e sul settore auto.

Italia
Venerdì scorso Piazza Affari ha chiuso l’ottava in deciso rialzo, mettendo fine a una settimana di estrema volatilità che ha visto l’indice Ftse Mib perdere circa 5 punti percentuali. Il paniere principale, che ha chiuso con un balzo del 4,70% a 16.514 punti, ha aumentato i guadagni nel finale in scia all’andamento di Wall Street e all’exploit del petrolio, con il Wti che sta evidenziando un progresso di oltre 10 punti percentuali. Exploit favorito dai nuovi rumors di una possibile apertura dell’Opec a valutare un taglio della produzione per sostenere la risalita dei prezzi. 
Il settore bancario è stato sostenuto anche dal recupero dei colossi europei, e soprattutto da Deutsche Bank che ha annunciato un buyback su bond in euro e dollari per 5,4 miliardi di dollari. Forti acquisti su Banco Popolare (+10,78% a 7,14 euro) e Bpm (+8,16% a 0,636 euro) con la fusione che sembra davvero vicina. L’Ad della banca veronese, Pier Francesco Saviotti, a margine di un convegno ha di chiarato che gli istituti stanno lavorando per chiudere l’operazione aggiungendo di essere fiducioso per il weekend del 20-21 febbraio. Inoltre sia Saviotti sia Giuseppe Castagna, Ad di Bpm, hanno escluso il ricorso all’aumento di capitale per sostenere l’operazione. 
Brillante le performance anche di Unicredit (+13,32% a 3,266 euro) e Ubi Banca (+10,01% a 3,274 euro), mentre Mps ha lasciato sul parterre il 6,65% a 0,452 euro. L’Ad di Ubi, Victor Massia ha dichiarato che “in questo momento un’aggregazione con Mps è esclusa, non ci sono le condizioni”.

Eni è rimbalzata del 5,22% a 11,50 euro sull’andamento del prezzo del petrolio. Ancora venduta Saipem (-2,42% a 0,31 euro).

I dati macro attesi oggi
Lunedì 15 febbraio 2016

USA Mercati chiusi per festività (Washington’s Birthday);
00:50 GIA PIL (prelim.) trim4;
03:55 CINA Bilancia commerciale gen;
05:30 GIA Produzione industriale (finale) dic;
05:30 GIA Indice attività settore terziario dic;
11:00 EUR Bilancia commerciale dic;
15:00 EUR Intervento Draghi (BCE) al Parlamento Europeo.