Oggi è, meglio sarebbe dovuta essere, la Domenica delle Palme. Queste piante, per la precisione i rametti di ulivo benedetti, sono scambiati dai cattolici come simboli di pace.
Anche se si volesse tentare di non lasciarsi coinvolgere da quanto sta accadendo tutt’ intorno, difficilmente si potrebbe rimanere completamente indifferenti di fronte alle varie sollecitazioni spiacevoli, anche se provenienti da molto lontano. Le stesse sono solo in parte accomunate da qualche aspetto, per mala sorte tra i più nefasti del genere. Uno, preso a campione casuale, è la violenza che accompagna ogni ogni azione, seppure espressa In maniera diversa, che sono poste in essere dovunque, per di più senza indugio, cioè gratuite. Sembra che in uno o più dei recinti immaginari, sovraffollati da comportamenti similari, che li contengono, gli stessi siano stati abbattuti. È quasi certo che è più corretto pensare che almeno alcuni di essi siano stati divelti da mani motivate e esperte A organizzarle sarebbero stati personaggi tratti, così come sono, da film di fantapolitica particolarmente cruenti. Nonostante i fatti in concreto siano ancora peggiori di quelli di fantasia appena accennati, le popolazioni spesso tentano di difendersene adottando atteggiamenti ancora più esecrabili. In tal modo aumentano le probabilità di scivolare verso la truculenza. La verità su quanto è accaduto alla periferia di Mosca venerdì, è e resterà per sempre un enigma di cui solo un aspetto sarà chiaro a breve: il numero delle vittime. Di loro non si potrà dire altro che non avevano nessuna colpa se non, agli occhi degli inquilini del Cremlino, quella di essersi concessi una meritata serata diversa, nel senso del relax e della gradevolezza. Non esistono, al contrario, dubbi che quanto è successo a Mosca apporterà ulteriore vigore alle fiamme di guerra che già ardono nel mondo. Non escludendo che, così facendo, potranno accenderne anche altre. Si è così innescato un pauroso effetto domino che non si limiterà a angosciare solo il fine settimana in corso. L’interrogativo più ricorrente tra quanti si avvicinano quel poco che basta ai mezzi dell’informazione è: “a chi toccherà la prossima volta?”
Si aggiunga che, come al solito, un altro scossone lo riceverà a stretto giro l’economia in generale. Uno degli elementi più influenti sui vari comportamenti microeconomici, legato a doppio filo con quelli macro, è la somma algebrica delle aspettative di una o più popolazioni. Esse sono sia di tipo negativo, se generalizzate, che, in numero minore e valide solo per un numero ristretto di persone, schiera nel campo positivo. Sono quelle che vengono liquidate, da chi si occupa dell’argomento, con il termine di generi di armamentario o, più precisamente, strumenti bellici. È un tipo di attività che opera di continuo, anche quando uno o più conflitti giungono a termine. I contendenti degli stessi dovranno pure ricostituire le scorte di quanto è andato distrutto..! Certo è che la settimana che inizierà domani, sarà di passione a prescindere dai connotati religiosi. Solo la Pasqua non potrà essere definita, anche se solo laicamente, di resurrezione. A voler essere ottimisti fino in fondo, si può azzardare a dire che, nella migliore delle ipotesi, se ne discuterà l’anno prossimo. Per scaramanzia non se ne dovrebbe nemmeno far cenno, ma sarebbe di malaugurio non scambiarsi “la palma”, pronunciando la parola “Pace”. Totò avrebbe aggiunto: “e chi si è visto si è visto”.