Papa Francesco? Sepe e D’Alema d’accordo: Nessuna rottura con Ratzinger e Woytila

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Massimo D’Alema e il cardinale Crescenzio Sepe si confrontano sulla figura di Papa Francesco. E sono d’accordo quasi su tutto. Il prelato accoglie l’invito dell’ex presidente del Consiglio a presentare l’ultimo numero della rivista della Fondazione Italianieuropei, dedicata proprio al pontefice argentino. Scenario dell’incontro, tenutosi ieri venerdì 12 febbraio, il Museo Donnaregina, a pochi passi dal Duomo. D’Alema e Sepe ripercorrono, sollecitati dalle domande del direttore del MattinoAlessandro Barbano, le vicende ecclesiastiche degli ultimi trent’anni e si scoprono d’accordo su un punto fondamentale: Francesco non si pone in rottura con i pontificati precedenti. 

Egli si muove in piena continuità con la tradizione millenaria della Chiesa, anche se il suo stile pastorale potrebbe trarre in inganno e far pensare a una rivoluzione. Questo è il concetto ribadito più volte da D’Alema nel corso del dibattito e sottoscritto da Sepe. Allora quali sono le differenze tra il pontificato di Bergoglio e i due precedenti, targati Woytila e Ratzinger? Non ha dubbi l’ex presidente del Consiglio: “Francesco ha spostato l’accento sulla pastorale mentre i due pontefici che lo hanno preceduto avevano una impostazione più dottrinaria”. Gli fa eco Sepe: “Direi che c’è piena continuità con i pontificati precedenti. Le differenze sono dovute anche al diverso carattere dei tre pontefici e alla loro diversa esperienza personale: non dimentichiamo che Francesco viene da una realtà sociale contrassegnata da gravi emergenze sociali”. 

Allora dove sono le ragioni della svolta? Osserva D’Alema: “Francesco sa che esistono circa due miliardi di persone nel mondo che vivono in povertà. Parlare a questa gente è diventata la priorità della sua Chiesa. In questo dimostra una grande visione politica, poiché fare politica è avere piena coscienza delle priorità”. Non poteva mancare un passaggio sull’attualità. “La legge sulle unioni civili è una priorità?”, domanda Barbano. La frecciata a Renzi giunge puntuale: “La priorità è il lavoro”.