Di seguito il testo integrale di Tommaso Tautonico dal sito ASviS del 8/3/24
Aspettative irragionevoli, misoginia e scarso supporto non mettono la leadership femminile nelle condizioni di realizzare i cambiamenti necessari. Le priorità di intervento nello studio della Foundation for European Progressive Studies.
Negli ultimi dieci anni, il settore delle organizzazioni delle società civile ha subito una notevole mutazione e offerto alle donne la possibilità di contribuire ai cambiamenti sociali in atto. Un settore in cui le donne, oggi, rappresentano la maggioranza dei lavoratori e occupano sempre più posizioni di leadership, ma che vede anche la presenza di ostacoli che impediscono alle donne leader di realizzare il cambiamento sistemico di cui c’è bisogno.
Lo dichiara lo studio “Women Cso leaders for systemic change”, lanciato il 19 febbraio e commissionato dalla Foundation for European Progressive Studies, dalla fondazione Heinrich-Böll-Stiftung e dalla fondazione Friedrich-Ebert-Stiftung, con il sostegno della Green European Foundation.
La voce di 150 donne leader
Basato su 150 interviste, lo studio rivela una situazione allarmante. Le donne che cercano di realizzare un cambiamento sistemico, sia all’interno che all’esterno delle proprie organizzazioni, si ritrovano infatti ad affrontare enormi sfide. Per la maggior parte di loro, essere una leader comporta un grande costo personale, tra carichi di lavoro importanti, esaurimento e peggioramento dello stato di salute. Una condizione che riguarda il 50% delle donne intervistate. Nonostante il loro senso di responsabilità nei confronti del lavoro, dei colleghi e della società li spinga ad andare avanti, sono frustrate di non avere il potere di realizzare un cambiamento su larga scala. Non sorprende che il lavoro di assistenza, sia a casa, nella società o sul lavoro, ricada ancora in modo preponderante sulle spalle di queste donne leader. Anche prendersi cura degli altri sul posto di lavoro è diventato sempre più complesso dopo il Covid-19 a causa dell’aumento dei problemi di salute mentale, tra cui l’ecoansia, la prevalenza dei conflitti interpersonali all’interno dei team e le sfide legate alla gestione di team virtuali e ibridi. La complessità che molte donne si trovano ad affrontare non solo mette in pericolo le donne stesse, ma danneggia anche la mission stessa delle organizzazioni civili. In un momento cruciale per le sfide sociali, le donne leader non ricevono spazio, supporto e l’ambiente abilitante di cui hanno bisogno. Una situazione che limita la loro capacità di apportare cambiamenti nelle nostre organizzazioni e nel nostro sistema in generale.
Le cause della crisi
Le radici di questa crisi sono molteplici, tra cui aspettative irragionevoli, la persistenza della misoginia, esacerbata da altre forme di discriminazione, abuso, mancanza di investimenti strutturali nel settore e sistemi di supporto inadeguati all’interno delle organizzazioni della società civile e nella società in generale. Nonostante la leadership femminile sia essenziale affinché la nostra società civile possa realizzare il suo potenziale, vi sono scarsi investimenti nel sostenerne lo sviluppo e la pratica.
Raccomandazioni
“Il nostro grande errore come donne leader delle Ong è il mancato riconoscimento che le sfide che stiamo vivendo non sono personali, ma sistemiche”, si legge nello studio. Per rispondere alla crisi del sistema, le donne intervistate hanno individuato quattro aree prioritarie di intervento:
- Reinventare radicalmente la cultura del potere e della leadership, a partire da spazio, tempo e risorse per ripensare e crescere come leader.
- Costruire una cultura del lavoro più attenta e modificare le norme sociali relative alla cura, con la classe politica che metta in atto misure concrete, compresi nuovi investimenti.
- Affrontare la permanente insicurezza finanziaria del settore con reti di finanziatori sia filantropici che istituzionali.
- Investire nell’uguaglianza di genere, nella diversità e nell’inclusione, con i consigli delle organizzazioni non governative che si assumono la responsabilità a livello organizzativo e settoriale di compiere progressi su questo tema attraverso investimenti e iniziative specifici.