A che punto è la crescita del gioco pubblico in Spagna?

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In Italia il gambling rappresenta un’opportunità di crescita sia per la capacità di offrire posti di lavoro sia per il gettito erariale che viene garantito alle casse dello Stato. Ma qual è la situazione in Spagna?

Il vento che soffia sul gambling è ormai un fenomeno continentale se non addirittura mondiale. Se prima era solo il Regno Unito a puntare forte su casinò, scommesse, poker e altri comparti del gioco pubblico e legale, adesso il settore si è diffuso ed è arrivato praticamente in tutti paesi. 

È così in Italia, dove lo Stato riesce a ricavare ogni anno più di 11 miliardi di euro di gettito fiscale. È così anche in Spagna, dove il gioco d’azzardo sta vivendo un periodo di grandissima ascesa. Infatti, negli ultimi cinque anni il giro d’affari creato dal gioco online è raddoppiato (se nel 2021 era di 1.129 milioni, nel 2022 ha toccato quota 2.700 milioni), per arrivare a una statistica interessante: in media, un cittadino spagnolo, spende circa 36 euro in scommesse. 

Ma come si spiega questa grande crescita del gioco d’azzardo, soprattutto per quanto riguarda il suo segmento digitale? Gli esperti vedono le cause soprattutto nella diffusione di internet, che grazie ai cellulari e al miglioramento dell’offerta di dati, di wifi e di banda larga è entrato nelle case di praticamente tutti gli spagnoli. Così facendo si aprono diverse opportunità di gioco: da desktop, ovvero da computer, oppure da mobile, quindi da cellulare, permettendo agli utenti di giocare in qualsiasi momento e in qualsiasi spazio. A dare l’accelerata decisiva è arrivata una grande campagna di marketing da parte delle case di produzioni. 

Un’ascesa che però ha allarmato i tavoli della politica. È per questo, infatti, che la DGOJ, ovvero la Dirección General de Ordenación del Juego (DGOJ), l’istituzione che controlla e regola il gioco in Spagna, ha pubblicato una bozza di decreto regio che ha come obiettivo quello di introdurre un sistema di limiti di deposito congiunti per il giocatore. lo scopo sarebbe quello di impedire agli utenti di aprire più conti di gioco e soprattutto monitorare quanto denaro ogni utente immette nei sistemi di gioco. 

Una risposta, questa, al grande dibattito sul gioco patologico che in Spagna è veramente molto acceso e che contrappone due correnti di pensiero. La prima è quella di José Antonio Gómez Yáñez che basandosi sui dati del 2020 spiega che questo problema sia ingigantito dai media e quindi percepito dall’opinione pubblica come molto più grande rispetto a quello che è realmente (i dati del Rapporto del Piano Nazionale sulle Droghe dicono infatti che i casi di disturbo da gioco patologico sono lo 0,02%, vale a dire meno di 8 mila persone). L’altra fazione è quella dei sociologi Maria José Solé e Garcia Ruiz, che legano l’ascesa del gioco soprattutto alla povertà crescente nel paese, tanto da essere più forte nelle zone periferiche e nei quartieri popolari. 

Un dibattito molto acceso, che porterà il tema del gioco pubblico sui banchi della politica. Staremo a vedere con quali effetti.