Beni confiscati alle mafie, dossier di Libera: in Campania sono oltre tremila quelli dati in gestione

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Un popolo variegato di associazioni, cooperative sociali, del mondo del volontariato dalla Lombardia alla Sicilia protagonisti della trasformazione da beni in mano alle mafie a beni comuni e condivisi. In occasione dell’anniversario della legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. In Campania sono 170 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 56 comuni. In Campania, dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che la metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (85), mentre sono 49 le Coop sociali e consorzi di cooperative. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 7 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 4 fondazioni e 3 scuole . Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali. Nella ricerca Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa Sono 59 i soggetti gestori che svolgono le loro attività in appartamenti, a volte con box auto o con dei piccoli giardini; sono 35 le esperienze di gestione di terreni a uso agricolo mentre sono 49 esperienze hanno in gestione delle ville fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine Sono 100 i soggetti gestori le cui attività che sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali per la comunità; 37 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile e della cultura, 24 legate ad attività agricole e ambientali e 18 in attività lavorative e produzione. In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia(+14% rispetto al 2023) mentre sono in totale 19.871 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate(+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione.

In Campania sono 3.106 i beni immobili (particelle catastali) confiscati e destinati mentre 3416 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sul lato delle aziende, sono 330 le aziende confiscate e destinate mentre sono 669 quelle ancora in gestione. Soddisfazione è espressa da Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni confiscati per Libera Campania: “I numeri confermano come la Campania continui a fare la sua parte nei percorsi di restituzione alla collettività dei beni sottratti ai clan. Con i suoi 170 soggetti gestori, è la seconda regione, dopo la Sicilia, per numero di realtà sociali che, ogni giorno, si impegnano per costruire percorsi di cambiamento e di riscatto a partire da luoghi e spazi che erano il segno del potere criminale e oggi sono invece la dimostrazione plastica di come la camorra può essere sconfitta. È un mondo variegato e dinamico, in grado di dare risposte vere ai bisogni delle persone. Anche da questo territorio – conclude Falcone – si alza una voce chiara e determinata a difesa di uno strumento, quello della confisca e del riutilizzo pubblico e sociale dei beni immobili confiscati alla camorra, che si dimostra oggi più che mai la frontiera più avanzata dell’antimafia istituzionale e sociale nel nostro Paese”.