Confindustria: senza misure antidumping dalla Cina colpo fatale per le nostre imprese

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Proprio mentre è in atto un acceso dibattito sulla concessione dello status di economia di mercato alla Cina, si rischia di perdere i dazi antidumping applicati alle importazioni cinesi in settori chiave legati alla siderurgia. È una notizia che desta forte preoccupazione e che costituirebbe un colpo fatale per la manifattura europea già invasa dalla sovraccapacità produttiva cinese“. Così Licia Mattioli, presidente del comitato tecnico per l’internazionalizzazione di Confindustria a proposito della possibile abrogazione da parte della commissione Ue delle misure antidumping contro le importazioni dalla Cina di viti, bulloni ed elementi da fissaggio in acciaio. “Siamo amareggiati per una vicenda che dimostra l’inadeguatezza dell’Europa a gestire materie che sono vitali per l’industria, la crescita e l’occupazione. A causa di errori procedurali della Commissione – spiega Mattioli – le imprese italiane rischiano di trovarsi improvvisamente senza la protezione dei dazi in un settore in cui siamo secondi solo alla Germania e che in Europa conta un fatturato di circa 2miliardi di euro, 230 aziende, 7.500 addetti, di cui 4.500 in Italia, e una filiera che arriva a oltre 23.000 unità. Non solo, rischiamo anche di passare dal danno alla beffa: la Cina, infatti, per pure ragioni formali ha contestato le misure presso la Wto ottenendo ragione e, qualora la Ue fosse inadempiente, si starebbe preparando a chiedere un risarcimento tra 800 milioni e 1 miliardo di euro. Vogliamo credere alla buona fede dei tecnici di Bruxelles – conclude – ma chiediamo che correggano gli errori e si impegnino a riaprire una nuova procedura che ripristini al più presto i legittimi dazi. Bene ha fatto il governo italiano ad attivarsi immediatamente, con grande determinazione, per mettere insieme una maggioranza di Stati membri in grado di opporsi a questa ulteriore offensiva cinese“.