Regno Unito, cinque italiani tra i finalisti del Sony World Photography Awards 2024

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La World Photography Organisation ha annunciato i finalisti e l’elenco dei fotografi selezionati nel concorso Professional per i Sony World Photography Awards 2024. Tra questi ci sono cinque italiani. Si tratta di Davide Monteleone (Critical Minerals – DRC Cobalt) nella sezione Documentary Projects, Valentina Piccinni (Tropicalia) e Maurizio Di Pietro (Zero Hunger) nella sezione Environment, Tommaso Pardini (Surf in Dakar) nella sezione Sport, Federico Scarchilli (Flora) nella sezione Still Life. L’Italia è anche soggetto delle foto di Jim Fenwick (Regno Unito), che cattura le straordinarie tonalità dei cieli di Palermo illuminati dagli incendi della campagna siciliana.

Giunto alla 17ª edizione, il Professional Awards si propone di premiare una serie di opere eccezionali sia dal punto di vista tecnico che dell’originalità della narrativa.

Ai Sony World Photography Awards 2024, sono state presentate oltre 395.000 immagini, provenienti da oltre 220 paesi e territori, con il più alto numero di iscrizioni mai registrato al concorso professionale.

Il vincitore di Photographer of the Year 2024, verrà selezionato tra una rosa di finalisti professionisti e annunciato il 18 aprile. Il vincitore di Photographer of the Year si aggiudicherà un premio di 25.000 dollari (USD) e un set di attrezzature fotografiche digitali di Sony, oltre a ricevere una presentazione personale del suo lavoro alla mostra dei Sony World Photography Awards del prossimo anno – un’opportunità unica per sviluppare ulteriormente il progetto vincente o anche esporre nuovi corpora, ottenendo ancora più visibilità.

Una selezione di immagini scattate dai finalisti e dai fotografi selezionati sarà esposta durante i Sony World Photography Awards presso la Somerset House dal 19 aprile al 6 maggio 2024. In seguito, la mostra sarà presentata in diverse altre sedi.

La presidente della giuria, Monica Allende, ha dichiarato a nome della giuria: “La giuria è rimasta affascinata dalla narrazione appassionata, che ha saputo cogliere sia le gioie che le sfide dell’esistenza umana sul nostro pianeta. Abbiamo ammirato con entusiasmo la varietà, la qualità e la creatività degli stili fotografici esposti”.

I tre finalisti e progetti selezionati per ciascuna categoria dei Sony World Photography Awards 2024 sono i seguenti:

ARCHITECTURE & DESIGN
In Sala Mayor (Living Room), Siobhán Doran (Irlanda), documenta le case delle famiglie che si sono arricchite con il commercio dello zucchero nelle Filippine, attraverso una serie di scatti dei loro salotti principali. In Tehran Campus Town, Yaser Mohamad Khani (Repubblica Islamica dell’Iran), esplora i nuovi quartieri in costruzione nella periferia di Teheran in una serie di fotografie che rappresentano lo sviluppo urbano all’interno di un paesaggio roccioso e montuoso. Il progetto Spa Island, di Karol Pałka (Polonia), analizza il modo in cui le strutture termali si inseriscono nella vita comunitaria in Slovacchia, dove sono considerate spazi di incontro e interazione.

CREATIVE
In The Gay Space Agency, Mackenzie Calle (Stati Uniti), ricrea la storia della NASA, che non ha mai fatto volare un astronauta apertamente LGBTQ+, illustrando invece un’agenzia spaziale che accoglie e celebra gli astronauti LGBTQ+. La serie Gilded Lilies: Portraits of Cut Flowers di Tine Poppe (Norvegia) analizza l’impatto ambientale dei fiori recisi, attraverso immagini accuratamente realizzate di bouquet su uno sfondo di paesaggi devastati dal cambiamento climatico. In A Thousand Cuts, Sujata Setia (Regno Unito), esamina il dolore e la resilienza dei sopravvissuti agli abusi domestici della comunità sud-asiatica del Regno Unito attraverso una serie di ritratti intricati con incisioni sulla superficie delle fotografie e uno strato di carta rossa che appare attraverso le incisioni.

DOCUMENTARY PROJECTS
In Critical Minerals – DRC Cobalt, Davide Monteleone (Italia), indaga sull’estrazione dei minerali necessari per le energie rinnovabili, esaminando da vicino il tributo umano dell’estrazione del cobalto nella Repubblica Democratica del Congo. In Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women, Juliette Pavy (France), esplora l’impatto duraturo della campagna di controllo delle nascite condotta dalle autorità danesi in Groenlandia tra il 1966 e il 1975, durante la quale, a migliaia di giovani donne groenlandesi furono impiantati dispositivi intrauterini senza il loro consenso, portando, in molti casi, all’infertilità. Nel frattempo, il progetto di Brent Stirton (Sudafrica) LGBTQIA Refugees: Fleeing Uganda, documenta la vita di persone costrette a lasciare l’Uganda a causa delle severe leggi che vietano l’omosessualità, e che ora stanno cercando di ricostruirsi una vita in alloggi di sicurezza in Kenya.

ENVIRONMENT
Echoes of the Hive di Mahé Elipe (Francia), documenta gli sforzi della popolazione Maya del Messico meridionale per preservare una specie di api, fondamentali per la loro religione e cultura, a seguito dell’avvelenamento di massa a causa dei pesticidi. La serie Tropicalia di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni (Italia), esamina come la Sicilia si è adattata al cambiamento climatico e all’aumento delle temperature, concentrandosi sulle nuove pratiche agricole sperimentate da agricoltori e scienziati locali puntando sui frutti tropicali. Utilizzando come punto di partenza l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per sradicare la fame, Maurizio Di Pietro (Italia), esamina la promozione degli insetti come fonte di cibo nella serie Zero Hunger.

LANDSCAPE
In Wildfires of Palermo, Jim Fenwick (Regno Unito), cattura le straordinarie tonalità dei cieli di Palermo illuminati dagli incendi della campagna siciliana. La serie The Sacrifice Zone di Eddo Hartmann (Paesi Bassi), esplora un’area remota del Kazakistan, un tempo sede dei principali impianti di sperimentazione nucleare dell’Unione Sovietica, utilizzando gli infrarossi per evocare l’impatto della contaminazione da radiazioni invisibile all’occhio umano. In An Atypical Chinese Landscape, Fan Li (Cina continentale), ritrae un paesaggio enigmatico e scarno, popolato da oggetti e costruzioni abbandonate. Questi frammenti scartati sono suggestivi di vite passate sconosciute, che lasciano segni permanenti sul paesaggio.

PORTFOLIO
In Quest for Coherence di Aly Hazzaa (Egitto), l’occhio del fotografo per i dettagli e l’approccio giocoso alla fotografia di strada catturano momenti visivi spiritosi per le strade del Cairo. La serie Parenthood di Angelika Kollin (Estonia), esamina il concetto di famiglia come nucleo della vita, attraverso una serie di ritratti in bianco e nero di genitori e figli. In Portraits and Landscapes di Jorge Mónaco (Argentina), il fotografo invita lo spettatore ad addentrarsi nelle storie intime dei suoi soggetti, offrendo una prospettiva riflessiva sulla diversità umana.

PORTRAITURE
In seguito a un’ampia ricerca d’archivio e alla collaborazione con i genealogisti per rintracciare i propri discendenti, la serie Descendants of Black American Civil War Combatants di Drew Gardner (Regno Unito), ricrea le fotografie dei combattenti neri della guerra civile americana attraverso ritratti in posa dei loro discendenti. In Father and Son, di Valery Poshtarov (Bulgaria), il fotografo ha chiesto a padri e figli di Bulgaria, Georgia, Turchia, Armenia, Serbia e Grecia di tenersi per mano. Questo piccolo, ma importante atto di tenerezza familiare crea un ritratto intimo e commovente della mascolinità e delle relazioni paterne. In The First Car, Adali Schell (Stati Uniti), ritrae i propri amici nelle loro prime auto, evocando il senso di un viaggio condiviso, i ricordi dimenticati e la sensazione di irrequietezza giovanile durante la crescita a Los Angeles.

SPORT
In Finger Wrestling in Bavaria, Angelika Jakob (Germania), mette in luce lo sport poco conosciuto della lotta con le dita. Con umorismo e calore, le immagini di Jakob ritraggono l’intenso processo di allenamento con i pesi per le dita e l’atmosfera tumultuosa dei campionati. In Kald Sòl di Thomas Meurot (Francia), seguiamo una spedizione di surf al freddo in Islanda, con il formato in bianco e nero a enfatizzare le temperature gelide che persistono anche sotto il sole invernale. Nel frattempo, Surf in Dakar di Tommaso Pardini (Italia), analizza la fiorente scena del surf senegalese attraverso il viaggio di un giovane e promettente surfista che aspira a competere sulla scena internazionale.

STILL LIFE
In Still Like Art di Peter Franck (Germania), il fotografo cattura una serie di strane e surreali composizioni e nature morte, scattate in un crudo bianco e nero. In London Plane Tree, Beth Galton (Stati Uniti), considera il distacco degli strati della nostra identità attraverso la fotografia di strisce di corteccia d’albero sovrapposte ad autoritratti. La serie Flora di Federico Scarchilli (Italia), mette in evidenza il ruolo vitale delle piante nella medicina, accostando fotografie di specie chiave che sono state determinanti per lo sviluppo della medicina moderna, a file ordinate di pillole disposte simmetricamente.

WILDLIFE & NATURE
Suspended Worlds di Eva Berler (Grecia), invita lo spettatore a guardare più da vicino il mondo delle ragnatele, dove il tempo e l’azione sono congelati, catturando le complessità artistiche e irregolari di queste creazioni effimere. Nell’opera In the Footsteps of Giants, il fotografo Jasper Doest (Paesi Bassi), rivela il delicato equilibrio tra gli esseri umani e gli elefanti nelle zone rurali dello Zambia, una tregua che viene sempre più disturbata dal fatto che entrambe le popolazioni si contendono risorse limitate. In King Without a Throne: Poached or Dehorned, il fotografo Haider Khan (India), documenta due rinoceronti in cattività in Germania e in India. La serie esplora le complessità della “decornazione” che, se da un lato aiuta a tenere i rinoceronti al sicuro dai bracconieri, dall’altro li lascia vulnerabili senza il proprio sistema di difesa naturale.

Le opere dei fotografi finalisti e compresi nella rosa dei candidati per il concorso Professional sono state giudicate da: Elena Navarro, curatrice, produttrice e consulente fotografica, Messico; Mutsuko Ota, direttore editoriale, IMA Magazine, Giappone; Elisabeth Sherman, curatrice senior, direttore delle mostre e delle collezioni, International Center of Photography (ICP), Stati Uniti; Tanzim Wahab, curatore, Spore Initiative, Germania e direttore del festival, Chobi Mela, Bangladesh; e Monica Allende, curatrice indipendente, consulente fotografica e presidente della giuria.