Sardegna, Todde prima donna alla presidenza. Esultano Conte e Schlein. Tajani: Avanti per vincere in Abruzzo e Basilicata

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in foto Alessandra Todde (Imagoeconomica)

Dopo un testa a testa durato tutta la giornata di ieri si profila la vittoria per Alessandra Todde alle elezioni Regionali in Sardegna, che si appresta così a diventare la prima presidente di Regione del Movimento 5 stelle. “Scritta una pagina di storia” le sue prime parole. “Dalla Sardegna parte uno squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti. Un’alternativa a questa destra è possibile”, “dal 2015 il centrosinistra non strappava una regione alla destra. La strada, forse, è quella giusta” il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein. “Non cambia nulla, siamo tutti calmissimi”, “andiamo avanti per vincere in Abruzzo e in Basilicata” ha affermato il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. La candidata del centrosinistra, con il 45,3% dei consensi, ha superato lo sfidante Paolo Truzzu, attestato al 45%. A seguire l’indipendente Renato Soru all’8,7% – sostenuto da Carlo Calenda – mentre Lucia Chessa con la sua lista civica raccoglie l’1% delle preferenze. L’affluenza è stata del 52,4%, in lieve calo rispetto al 53% di cinque anni fa. Quando sono state scrutinate il 94% delle sezioni Fdi e Pd sono in lizza come primo partito (13,7% versus 13,9%). M5S si attesta al 7,7%, Forza Italia al 6,5%, Lega al 3,8%, Partito sardo d’Azione al 5,5%. La sconfitta di Truzzu prospetta forti tensioni nel centrodestra. La sua candidatura di Truzzu è stata infatti voluta da Giorgia Meloni escludendo Christian Solinas, presidente uscente sostenuto dalla Lega. Proprio a Cagliari, del quale Truzzu è sindaco uscente ed artefice nell’ultimo anno dell’avvio di numerosi cantieri che hanno bloccato la città, Todde ha registrato forti consensi come anche a Sassari, Quartu Sant’Elena come anche nella sua Nuoro, in cui ha raccolto il 54% dei consensi. “Il sospetto di alcuni esponenti del centrosinistra – come scrive La Stampa – è che i dati delle città più popolose siano stati inseriti volutamente in ritardo, una strategia mediatica che il centrodestra avrebbe utilizzato per far emergere un testa a testa, mascherando una situazione che altrimenti sarebbe divenuta chiara già nel primo pomeriggio, aumentando i termini della sconfitta. Secondo la Regione, invece, lo spoglio lumaca è dovuto alle comunicazioni tardive dei Comuni, che hanno inserito i numeri sulle piattaforme dei siti locali anziché in quella regionale”.

I partiti
E’ il Pd il primo partito della Sardegna com 94.238 voti (il 13,8 per cento). La seconda posizione la conquista Fratelli d’Italia con 92.963 preferenze (il 13,6 per cento). Le previsioni pre-elettorali suggerivano un successo per il partito del premier, Giorgia Meloni, ma in Sardegna ha evidente pesato il voto contro la giunta Solinas e, soprattutto, contro Paolo Truzzu a Cagliari. Anche se il centrodestra ha prevalso a livello regionale, a Cagliari e’ stata una storia diversa e Truzzu ha subito una netta sconfitta. Nonostante il successo del centrodestra nei piccoli centri, le citta’ hanno scelto Alessandra Todde. Il M5S si piazza al terzo posto con il 7,7 per cento. Buon successo delle liste del centrodestra, come dimostrato dal quarto posto conquistato dai Riformatori sardi con il 6,9 per cento e Forza Italia con il 6,4 per cento.

I seggi
Sono 36 i seggi assegnati al centrosinistra e 24 al centrodestra, nessun seggio per la Coalizione sarda di Renato Soru e per Sardegna R-Esiste di Lucia Chessa, questo l’identikit del nuovo Consiglio regionale della Sardegna. Al Pd dovrebbero andare 11 seggi (il piu’ votato dei Dem a Cagliari e’ stato il segretario regionale Piero Comandini), 6 seggi al M5S, 4 ad Alleanza Verdi Sinistra, 3 ciascuno a Progressisti, Sinistra futura, Uniti per Todde e Orizzonte Comune, 2 al Psi. Nel centrodestra: 7 seggi a Fratelli d’Italia, 3 ciascuno a Riformatori sardi, Forza italia, Sardegna al centro-20venti e Psd’Az, 2 ciascuno a Lega e Pli, 1 all’Udc.

L’esultanza di Conte
“La Sardegna ha scelto la nostra Alessandra Todde. E’ la prima Presidente di Regione del M5S, la prima donna alla guida della Sardegna. E’ una giornata indimenticabile. I cittadini sardi hanno chiuso la porta a Meloni e soci e l’hanno aperta all’alternativa. L’aria è cambiata”. Così su Istagram il leader del Movimento Cinquestelle, Giuseppe Conte. “Non si vince sempre con l’arroganza di chi – come Meloni – impone i candidati al territorio e si limita a salire sui palchi per i suoi monologhi pieni di false promesse, senza neppure confrontarsi con i cittadini, senza neppure fermarsi ad ascoltare i loro problemi”, commenta Conte. “Abbiamo vinto ascoltando il grido di dolore dei territori, offrendo soluzioni contro una sanità disastrata dal centrodestra. Abbiamo vinto con la forza e la competenza di Alessandra, con le proposte serie e credibili, con un ‘campo giusto’ con le altre forze politiche. Non servono ammucchiate, campi larghissimi e minati”, aggiunge il leader del M5S. “Alessandra siamo certi che ora cambierai tutto con serietà, cuore e coraggio. Forza!”, conclude.

I mal di pancia interni al centrodestra
Il vicepresidente della Camera ed esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè, in una intervista a “Repubblica” commenta il risultato della Sardegna: “E’ un ripasso di quanto già accaduto in passato: non si devono fare prove di forza pesando i voti su elezioni differenti e non si deve arrivare a ridosso delle elezioni per scegliere i candidati. Il centrodestra quando fa le cose in fretta va male: vedasi quello che è accaduto a Roma”. “La lezione del voto sardo – spiega – è questa. Poi si può anche discutere sul candidato in particolare, Truzzu, e la sua citta’, Cagliari, che ha governato e che lo ha in parte penalizzato. Altra conferma di un’altra lezione che arriva da questa tornata: le valutazioni devono essere serene e distaccate da appartenenze, specie quando si parla di amministrative”. Ma dal voto sardo il vicepresidente legge anche un messaggio più diretto a Giorgia Meloni e Fd’I: “Certo: i leader del centrodestra devono sempre agire con maturità, come hanno sempre fatto, e non bisogna mai, dico mai, fare derby interni e prove di forza credendosi superiori in partenza. Prendiamo tutti esempio dall’eredita’ anche da leader e presidente del Consiglio che ci ha lasciato Silvio Berlusconi: un politico che guardava ai candidati prima di vedere di che partito erano. Comunque il voto sardo serve a tutti noi per maturare e spero che non si facciano piu’ gli stessi errori in Basilicata, Umbria e Piemonte”. Quanto a possibili cambiamenti nei rapporti tra i leader: “Sono sicuro che non ci saranno falli di reazione. Semmai sara’ rafforzata la collegialita’ nell’indirizzo politico e di governo. Il centrodestra alle prossime regionali scegliera’ candidati per tempo e forti”.