Siria, 11,5% della popolazione vittima della guerra

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LONDRA – E’ stimato ormai nell’11,5% dell’intera popolazione siriana il totale delle persone morte o ferite a causa della guerra civile che insanguina la Siria da 5 anni. Almeno, stando al calcolo del Syrian Centre for Policy Reserach (Scpr), citato oggi dal giornale britannico Guardian.

    Secondo lo Scpr, i morti sarebbero saliti a 470.000, contro i 250.000 indicati finora dall’Onu: dato che – scrive il Guardian – non risulta aggiornato da circa 18 mesi

Erdogan, no-fly zone per fermare flusso rifugiati – Una no-fly zone nel nord della Siria è l’unico modo per fermare il flusso di rifugiati in fuga verso la Turchia dai raid del regime di Bashar al Assad e dei suoi alleati. Lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso in cui è anche tornato a criticare l’Onu per la sua richiesta ad Ankara di riaprire le frontiere ai profughi siriani. Secondo Erdogan, anziché lanciare appelli alla Turchia, le Nazioni Unite dovrebbero occuparsi di fermare il tentativo di “pulizia etnica” in atto ad Aleppo
   

LONDRA – E’ stimato ormai nell’11,5% dell’intera popolazione siriana il totale delle persone morte o ferite a causa della guerra civile che insanguina la Siria da 5 anni. Almeno, stando al calcolo del Syrian Centre for Policy Reserach (Scpr), citato oggi dal giornale britannico Guardian.

    Secondo lo Scpr, i morti sarebbero saliti a 470.000, contro i 250.000 indicati finora dall’Onu: dato che – scrive il Guardian – non risulta aggiornato da circa 18 mesi

Erdogan, no-fly zone per fermare flusso rifugiati – Una no-fly zone nel nord della Siria è l’unico modo per fermare il flusso di rifugiati in fuga verso la Turchia dai raid del regime di Bashar al Assad e dei suoi alleati. Lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso in cui è anche tornato a criticare l’Onu per la sua richiesta ad Ankara di riaprire le frontiere ai profughi siriani. Secondo Erdogan, anziché lanciare appelli alla Turchia, le Nazioni Unite dovrebbero occuparsi di fermare il tentativo di “pulizia etnica” in atto ad Aleppo