Canta che ti passa. Non è facile come sembrerebbe

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(Imagoeconomica)

Ieri nel villaggio, di buon mattino al Bar Centrale, molti avventori dissertavano amenamente sulla puntata di Sanremo della sera precedente. È bastato solo un “caspita!” pronunciato con appropriata enfasi dal farmacista mentre dava una scorsa al quotidiano perché quelle diatribe canore si interrompessero di botto. Senza che nemmeno ne fosse richiesto, quel professionista dei farmaci ha riletto a alta voce la notizia che lo aveva appena allarmato. Più precisamente che la Bce, Banca Centrale Europea, sul bollettino periodico sullo stato di salute della Ue emesso il giorno prima, aveva dato buona evidenza dello stato di salute della Ue, che continua a far preoccupare quanti hanno a cuore le sue sorti economici. Riassunto in poche parole pesanti quanto un macigno, quella rilevazione informa che il 10% circa delle aziende operanti nella Ue sono a rischio di fallire e la tendenza nel breve periodo, tutto l’anno in corso, è che tale dato ha tutte le prerogative per rimanere confermato, se non addirittura rafforzato, nel breve periodo.

Proseguendo la lettura di quel documento, si apprende anche che buona parte dell’ indebolimento delle aziende è causato dalla crescita in circa un anno di almeno 5 punti dei tassi dell’euro. Quindi, allo stato, la lotta all’inflazione nella Casa Comune, sta avendo sorte analoga a quella di chi, entrato in ospedale per farsi curare un brutto male, ne esce con la cartella clinica in cui è scritto che la cura è stata efficace, ciò nonostante il paziente si è aggravato per gli effetti collaterali che lo hanno defedato. In effetti il paragone è calzante in tutto e per tutto. Un’ azienda, per far quadrare i conti, deve generare valore aggiunto. Al momento, la riflessione va oltre i confini del Paese, intervenendo sui ricavi, la politica economica del Governo ha fatto si che, da un certo punto in avanti, il divario tra gli stessi e i costi relativi sia cresciuta in maniera completamente scollata dalla dinamica reale. Al contrario della prima parte della preparazione di uno stesso bene, quando costi e ricavi devono lottare per rimanere compatibili tra essi stessi quando si verifica una loro variazione. Al punto in cui è arrivata la crisi in Europa, la Bce ha dovuto ammettere implicitamente che il farmaco anti inflazione, l’ aumento drastico del costo della valuta che gestisce, ha avuto una forma di effetto rembaud.

Molti tra i presenti al Bar Centrale mentre la notizia veniva letta, hanno detto con convinzione che trovavano certamente più appropriato il riferimento  a una massiccia somministrazione di morfina, quindi una droga, che aveva stravolto l’ammalato. Ritornando ai fatti concreti, sono diversi I problemi innescati dall’aumento del costo dell’euro, oltre che alle famiglie, soprattutto al settore della produzione. Se in Italia gli investimenti nel corso degli ultimi tre anni si sono ridotti in maniera consistente,  quell’aumento ha contribuito molto, seppure non da solo. Vanno aggiunti, come deterrenti, almeno la diminuita fiducia nel futuro degli imprenditori e l’ involuzione forzata del trend dell’ export, soprattutto a causa delle guerre. In effetti sono sempre le regole del libero mercato e della democrazia che, apportano ricchezza e pace sociale a una nazione. Non bisogna vergognarsi, mentre è concesso, anzi opportuno, dimostrare pacificamente nei confronti di chi ha fatto si che l’indigenza, se non proprio la povertà, stiano infiltrandosi sempre più prepotentemente, seppure con modalità e caratteristiche diverse, in tutte le classi sociali. Dovendo ritornare al proprio lavoro, gli avventori del Bar centrale si sono avviati verso la porta. Erano per la maggior parte rabbuiati in viso e non accennavano più al festival. Solo il barista ha sussurrato il motivo  di Sono solo canzonette.