Diplomazia e politica, i pericoli dell’azzardo

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Ammettere, come sta avvenendo sovente tra i mediadell’informazione, che il mondo è sull’orlo di una terza guerra mondiale è una grave sconfitta annunciata della diplomazia, e non tanto perché questa debba essere il paravento della follia bellica, quanto per il fatto che non ci troviamo in presenza di un ortaggio i cui spicchi rappresentano pezzi di conflitto mondiale, come spesso leggiamo sopra i rotocalchi cartacei o nella stessa rete mediatica. E’ ancora più grave quando ciò provenga da un diplomatico come successo con Lavrov, il quale ha preferito il ruolo di politico che doveva avvisare la parte avversa dei pericoli a cui andava incontro con il suo modo di fare.

L’uomo politico d’altro canto può parlare di guerra ma deve stare attento ad usare termini come conflitto nucleare o boma atomica, perché questi sono strumenti di distruzione di massa che possono essere una conseguenza ma mai una premessa, come sanno molti politici vicinia Putin che hanno sempre sconfessato una tale catastrofica evenienza. Resta quindi la considerazione che è l’opinione pubblica e i canali mediatici che spesso l’influenzano, che desiderano che si parli in tale lingua negativa per creare paure sconnesse e poteri occulti, se non altro perché non si conosce esattamente da dove provengono in particolare.

Molte credenza popolari o messaggi del ‘popolino’ si basano su questa pratica, che risale addirittura a l’antica roma quando esistevano Cassandra e le sue proselite che cercavano di accentrare poteri e interessi, o di fare comodo a qualcuno, amplificando le notizie preoccupanti o addirittura trasformandole in legende . Ovviamente una tale cosa rssulta assai pericolosa perché mette in mano a chi non è ancora palesato, un’arma che può essere letale non meno delle altre, e che sicuramente trova nella diplomazia il suo esatto opposto, arrivando anche a discreditare l’azione coraggiosa di colui che vuole essere ambasciatore di qualcosa, anche a costo di rischiare la propria immunità che comunque gli viene conferita dalla sua stessa carica.

Il diplomatico si scontra oggi più di ieri, con una potentissima macchina che utilizza la notizia, indipendentemente se sia fake o meno, per costruire un feedback di ascolto, di interesse, di partecipazione e condivisione dei tempi trattati. Il diplomatico agisce sempre a fin di bene, perché la trasparenza, il linguaggio e la cultura non potranno mai essere strumenti asserviti a qualcosa di malefico od altro. La stessa Russia potrà anche minacciare l’occidente, ma sono queste forze mediatiche che cercheranno di far sugellare tale scontro come uno tra occidente e resto del mondo. Non è purtroppo una amichevole di calcio, ma è una frase che spesso in questi giorno sta comparendo sui giornali.