Ridurre le disuguaglianze tra quartieri nelle grandi città del Mediterraneo: parte da Napoli una ricerca interdisciplinare

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Foto di Marek da Pixabay

Dall’inizio del 2000 a oggi “ci sono stati momenti di crisi sociale ed economica che hanno avuto conseguenze anche sull’organizzazione urbanistica delle città. Molti quartieri hanno cambiato pelle dal punto di vista sociale-economico e questi cambiamenti vanno studiati e descritti con indicazioni e suggerimenti ai decisori politici, per adattare le politiche pubbliche e far sì che la distribuzione di servizi e infrastrutture riduca le diseguaglianze crescenti che si stanno manifestando nelle città contemporanee”. E’ questa la strada descritta da Ignazio Vinci, architetto urbanista dell’Università di Palermo e coordinatore nazionale del progetto “Mapping the new spatial inequalities within Southern Europe”, partito oggi a Napoli con un convegno. Iniziano così i due anni di uno studio che unisce il lavoro di architetti, economisti, sociologi e psicologi. Una ricerca che coinvolge Napoli e Palermo in Italia insieme ad Atene, Marsiglia, Barcellona, Lisbona per tracciare una strada condivisa per il futuro di eguaglianza dei quartieri, finanziato dall’Ue e dal Ministero dell’Università e della Ricerca. “Noi lavoriamo – spiega Vinci – sulla base di dati statistici, sapendo che nelle amministrazioni locali c’è spesso una carenza nella capacità di osservare i cambiamenti in atto e soprattutto di legarli alle politiche urbanistiche, sociali, ambientali. Il nostro progetto di ricerca nasce per sostenere la conoscenza dei decisori pubblici nel trovare migliori politiche pubbliche in settori vitali”. Il convegno di Napoli è stato organizzato dal docente di architettura della Federico II Giovanni Laino, che sottolinea: “Abbiamo creato un gruppo misto unendo dimensioni economica, urbanistica, psicologica e sociale studiando una questione geografica di partenza. Chi abita nelle città in un quartiere periferico ha un bel po’ di opportunità in meno. Ci sono dimensioni sociali, come l’aumento della non scolarità in alcune zone, le famiglie benestanti che fanno stare i loro figli tra loro e li allontanano dai coetanei di famiglie povere, che aumentano e cristallizzano le barriere alla mobilità sociale. E’ un male per il futuro di tutti, non solo per chi vive oggi di sofferenza urbana”.