Roma, 26 gen. (askanews) – La Conferenza Italia-Africa, in programma a Roma domenica 28 e lunedì 29 gennaio, è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza del G7, elemento – secondo quanto si apprende – utile a sottolineare l’importanza che l’Italia dà al partenariato con le Nazioni del Continente africano. E’ la prima volta che la conferenza viene elevata a rango di vertice di capi di Stato e di Governo, visto che finora si è svolta sempre a livello ministeriale.
Il vertice inizierà a Roma la sera del 28 gennaio. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà al Quirinale i Capi delegazione. Il giorno seguente, il 29 gennaio, prenderanno il via i lavori, che saranno ospitati a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. La scelta del coinvolgimento delle più alte Istituzioni italiane – sempre secondo quanto si apprende – è segno dell’importanza che si attribuisce all’evento. In particolare, la scelta del Senato sottolineerebbe la centralità del Parlamento, anche nella definizione del Piano Mattei per l’Africa.
Alla Conferenza è prevista un’ampia partecipazione, con oltre 25 Capi di Stato e di governo delle Nazioni africane, l’Unione Africana, oltre ai vertici dell’Unione europea (ci saranno tutti e tre i Presidenti delle Istituzioni Ue). La presenza dei massimi rappresentanti delle Istituzioni Ue è un segnale importante del sostegno dell’Unione europea al percorso tracciato dall’Italia.
Parteciperanno inoltre le principali Organizzazioni Internazionali, a partire dall’Onu, le istituzioni finanziarie internazionali, con in testa il Fondo Monetario Internazionale e le Banche Multilaterali di Sviluppo.
Il vertice sarà l’occasione per la presentazione dei principi generali del Piano Mattei, al quale il Governo Meloni sta lavorando fin dal suo insediamento con il coinvolgimento di tutti i Ministeri. Punto qualificante del Piano è la metodologia, ispirata a un approccio ‘globale’ e ‘non-predatorio’, mirato a fornire risposte alle esigenze rappresentate dal Continente africano, riconoscendo la centralità della condivisione dello sviluppo socioeconomico sostenibile e delle responsabilità per la stabilità e la sicurezza quale fondamento di rapporti duraturi di reciproco beneficio tra l’Africa e l’Europa.
In una prima fase il Piano Mattei si concentrerà in progetti pilota e in una seconda fase si estenderà ad altre Nazioni del Continente. Le direttrici di intervento saranno istruzione/formazione; sanità; acqua e igiene; agricoltura; energia; infrastrutture. In questo lavoro sarà centrale la condivisione e la collaborazione con gli Stati africani, sia nelle fasi di elaborazione, sia nella fase di definizione e attuazione dei progetti che compongono il Piano. I progetti del Piano saranno concentrati su aree ritenute particolarmente importanti per lo sviluppo delle zone interessate.
La condivisione sarà utile al fine di individuare iniziative che possano generare ritorni economici e sociali destinati a rimanere sul territorio e costituire una leva stabile di risorse per successive espansioni e quindi il vertice Italia-Africa sarà fondamentale per raccogliere contributi, spunti e proposte concrete dei partner africani.
In un momento successivo, a febbraio, si svolgerà la prima Cabina di Regia prevista dal decreto che istituisce la governance del Piano Mattei, che è stato convertito dal Parlamento, e allo stesso tempo inizieranno le missioni della Struttura del Piano Mattei in Africa.
Il governo – spiegano fonti italiane – punta a coinvolgere nel Piano tutto il Sistema Italia, a partire dalle realtà che a vario titolo si occupano e si stanno occupando di Africa (vale a dire tutto il sistema delle aziende partecipate dallo Stato). L’Esecutivo intende rendere pienamente partecipi di questo processo anche le Nazioni Unite, l’Ue, le istituzioni finanziarie internazionali e le banche multilaterali di sviluppo.
Nei vari incontri che ha avuto, la presidente del Consiglio Meloni avrebbe già riscontrato l’interesse di molti Stati partner dell’Italia a contribuire e a sostenere progetti comuni.
Per il governo si tratta di un lavoro importante, da portare avanti con determinazione perché considerato una sfida che non interessa solo l’Italia ma l’intera Europa e tutta la comunità internazionale.