Borsa: Piazza Affari in rosso. Spread sopra 150 punti

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E’ ancora  in Borsa dopo il lunedì nero per le Borse europee che ha fatto bruciare 310 miliardi di euro di capitalizzazione e ha fatto tornare la paura anche per lo spread. Dopo un avvio leggermente in positivo Piazza Affari ha girato improvvisamente in negativo con il listino bloccato da congelamenti per eccesso di volatilità.  La riammissione agli scambi di Banco Popolare e Bpm (-6% entrambe), frena ulteriormente Piazza Affari, che cede il 3% a 15.941 punti. Ancora congelate Poste (-7% teorico), Fca (-6,32% teorico) e Unicredit (-6,8% teorico), mentre Ferrari viene di nuovo scambiata con un calo del -5,14%. Sempre caute Eni (-0,33%) ed Enel (-0,74%), mentre Yoox (+4,97% teorico) è congelata al rialzo.

Tonfo a Tokyo – La Borsa di Tokyo termina gli scambi con un tonfo del 5,4%, bruciando 918,86 punti, fino a quota 16.085,44: l’indice Nikkei, che ha segnato una perdita intraday di quasi 1.000 punti (la peggiore da maggio 2013), sconta il crollo di Wall Street e il brusco apprezzamento dello yen sul dollaro, superiore al 2%.

Spread che questa mattina apre in rialzo sopra i 150 punti – Lo spread tra Btp e Bund apre ancora in rialzo superando i 150 punti (154,2) portandosi sui livelli dell’estate 2015 con un rendimento all’1,74%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli e il decennale tedesco si porta oltre 160 punti (161) con un tasso all’1,8%. Ieri lo spread aveva chiuso a 146 punti dopo un’apertura a 123.

A pesare è anche il crollo della produzione industriale in Germania – La produzione industriale tedesca a dicembre è scesa inaspettatamente per il secondo mese consecutivo dell’1,2% su novembre. Le stime indicavano un possibile incremento dello 0,5%. Germania che vede comunque un boom dell’export. L’export tedesco ha segnato un nuovo record nel 2015, segnando un aumento del 6,4% rispetto al 2014. Complessivamente, lo scorso anno la Germania ha esportato merce per un valore di 1.195,8 miliardi di euro. La merce importata ammonta a 948 miliardi (+4,2%). I dati, divulgati dall’ufficio di statistica generale Destatis, mostrano pero’ una flessione dell’1,6% a dicembre rispetto al mese precedente.
   

E’ ancora  in Borsa dopo il lunedì nero per le Borse europee che ha fatto bruciare 310 miliardi di euro di capitalizzazione e ha fatto tornare la paura anche per lo spread. Dopo un avvio leggermente in positivo Piazza Affari ha girato improvvisamente in negativo con il listino bloccato da congelamenti per eccesso di volatilità.  La riammissione agli scambi di Banco Popolare e Bpm (-6% entrambe), frena ulteriormente Piazza Affari, che cede il 3% a 15.941 punti. Ancora congelate Poste (-7% teorico), Fca (-6,32% teorico) e Unicredit (-6,8% teorico), mentre Ferrari viene di nuovo scambiata con un calo del -5,14%. Sempre caute Eni (-0,33%) ed Enel (-0,74%), mentre Yoox (+4,97% teorico) è congelata al rialzo.

Tonfo a Tokyo – La Borsa di Tokyo termina gli scambi con un tonfo del 5,4%, bruciando 918,86 punti, fino a quota 16.085,44: l’indice Nikkei, che ha segnato una perdita intraday di quasi 1.000 punti (la peggiore da maggio 2013), sconta il crollo di Wall Street e il brusco apprezzamento dello yen sul dollaro, superiore al 2%.

Spread che questa mattina apre in rialzo sopra i 150 punti – Lo spread tra Btp e Bund apre ancora in rialzo superando i 150 punti (154,2) portandosi sui livelli dell’estate 2015 con un rendimento all’1,74%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli e il decennale tedesco si porta oltre 160 punti (161) con un tasso all’1,8%. Ieri lo spread aveva chiuso a 146 punti dopo un’apertura a 123.

A pesare è anche il crollo della produzione industriale in Germania – La produzione industriale tedesca a dicembre è scesa inaspettatamente per il secondo mese consecutivo dell’1,2% su novembre. Le stime indicavano un possibile incremento dello 0,5%. Germania che vede comunque un boom dell’export. L’export tedesco ha segnato un nuovo record nel 2015, segnando un aumento del 6,4% rispetto al 2014. Complessivamente, lo scorso anno la Germania ha esportato merce per un valore di 1.195,8 miliardi di euro. La merce importata ammonta a 948 miliardi (+4,2%). I dati, divulgati dall’ufficio di statistica generale Destatis, mostrano pero’ una flessione dell’1,6% a dicembre rispetto al mese precedente.