In Campania gestione irregolare del servizio idrico in 76 comuni: 12 indagati

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Un invito a dedurre è stato notificato dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli nei confronti di 13 persone ritenute responsabili di un danno erariale di circa 90 milioni di euro derivante dalla gestione irregolare del servizio idrico integrato in 76 comuni delle province di Napoli e Salerno. Le indagini, coordinate dalla Procura regionale per la Campania della Corte dei Conti e dirette dai pm Davide Vitale e Flavia Del Grosso, hanno permesso di accertare la violazione, negli anni dal 2013 al 2018, della normativa ambientale nazionale che imponeva, tra le varie, il trasferimento di tutte le opere e infrastrutture idriche, gestite dalla Regione Campania, alla società concessionaria, la quale ne doveva assumere i relativi oneri, nel rispetto dei principi di efficacia, di efficienza e di economicità.”Nonostante molteplici incontri, atti e delibere che stabilivano modalità e tempistica del trasferimento delle opere – sottolinea una nota diffusa dal Comando provinciale di Napoli della Guardia di Finanza – la Regione Campania e la società concessionaria non hanno mai concretizzato quanto concordato, ad eccezione del trasferimento di pochissimi impianti”. Il mancato trasferimento in concessione d’uso delle opere regionali al concessionario, da un lato, non ha permesso l’efficientamento del servizio idrico integrato, dall’altro ne ha fatto indebitamente e dannosamente ricadere i costi di gestione sul bilancio regionale, gravando sulla fiscalità diffusa regionale e non sulla fiscalità diretta (la tariffa). In sostanza, la Regione Campania si è accollata, nel tempo, costi che avrebbero potuto trovare copertura nella tariffa da applicare all’utenza, con gravi ripercussioni sulle finanze regionali.