Ucraina e Gaza: l’arrivo dell’anno nuovo non porta consiglio

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in foto Zelensky e Biden

Quello che il mondo sta vivendo attualmente, il periodo delle feste di fine anno, è uno, insieme a quello delle ferie estive, dei più cari all’intera umanità o quasi. Gli stessi, in maniera più accentuata il primo, dovrebbero trovare l’umanità intera, senza distinzione di censo e di religione professata, particolarmente predisposta per fare qualcosa che somigli a un foto finish delle questioni che la tengono in angoscia e in ambascia. Forse un tempo le vicende di questo mondo in quei periodi venivano affrontati secondo tale linea di comportamento. Da diversi anni ormai non succede più. Si ha l’idea che molti problemi di per se spinosi, lo stiano diventando ancor più in queste ultime settimane. Solo per dare maggiore trasparenza a quanto innanzi riportato, è opportuno volgere prima lo sguardo a quanto sta accadendo in diverse parti del mondo. Partendo dall’ evento meno recente, l’ invasione dell’ Ucraina ordinata da Putin, la stessa sta proseguendo il suo percorso che genera morte e distruzione per mano dell’ Armata Rossa. Quel che
è peggio è che continuano a cadere ogni giorno civili di entrambi i sessi e di ogni età, a oltre due anni dall’inizio della guerra. L’ aspetto particolarmente grave di questo andazzo è che ormai non turba più di tanto nessuno, salvo i diretti interessati. Intanto Zelensky, il Presidente ucraino, probabilmente tornerà a mani vuote o quasi dagli Stati Uniti, non avendo voluto il Congresso confermare quanto promesso (in dollari) a quel paese da Biden. Se quest’ultimo non riuscirà a produrre al Congresso stesso argomenti che, in tutto o in parte, riescano a far sì che lo stesso apra il forziere, per l’ Ucraina e non solo si presenteranno giorni ancora più difficili. Oltre che per essa stessa quale paese occupato, anche per quelle realtà geopolitiche che, per la fornitura di grano e frumento in genere, nonché per l’olio di semi, dipendono strettamente dalla libertà di Kyiv a poterli esportare.. Spostando l’osservazione in Medio Oriente si trova una situazione analoga se non peggiore. La popolazione della cosiddetta striscia di Gaza, più precisamente quanto è rimasto in vita e in piedi di essa, é già ben oltre ogni ragionevole livello di sopportazione per chiunque. Nethanyau, premier israeliano, è uscito allo scoperto, informando senza mezzi termini che Gaza, per quanto è di sua competenza, non sarà mai il territorio di uno stato palestinese. Ha lasciato così interdetto Biden, il Presidente degli USA, principali alleati di Israele in quella che da azione di risposta a un attentato, seppur gravissimo, di Hamas, sta mettendo sempre più a ferro e fuoco, oltre ai militanti di quell’ organizzazione terroristica, anche i civili palestinesi. Biden ha così, appena l’altroieri, preso le distanze da Nethanyau e dal suo governo, annunciando anche a quella squadra che tiene le fila della vicenda che, se sarà necessario, dovrà essere sostituita. Quanto finora esposto, a cui vanno aggiunte le guerre civili e le guerriglie sparse sull’ intera superficie del pianeta, dovrebbero bastare a dare un’idea di quale spirito accompagni l’umanità intera a affrontare il 2024 che tra pochi giorni inizierà. Stringendo la lente sull’ Europa, sono, per fortuna, di altro genere le paturnie che affliggono la sua popolazione. Beninteso, esse sono la qualità e le dimensioni dei danni subiti di riflesso e causati dagli eventi riportati sopra, che sono comunque fatti sgraditi e limitanti. La UE è impegnata a esprimersi sulla richiesta di annessione di diversi stati posizionati all’ ombra dei Balcani. In particolare è la richiesta da parte dell’ Ucraina di poter usufruire di una corsia preferenziale, che sta comportando una serie di considerazioni sulla opportunità di aprirla o meno. Esse sono entrambe suffragate da validi motivi, per cui probabilmente si assisterà a uno scontro nel Parlamento Europeo contrassegnato da colpi di cavilli giuridici e altre armi improprie del genere. Il Governo italiano si sta inoltrando sempre più in una situazione che riporta alla mente il titolo di un vecchio film, “Certo, certissimo, anzi probabile”.
È quanto succede a una parte dei componenti dello stesso, i quali quando sono a Bruxelles danno assicurazioni a quelle istituzioni che determinati problemi che stanno a cuore alle varie Commissioni sono in via di risoluzione, salvo battersi al ritorno a Roma in singolar tenzone anche con elementi della stessa maggioranza per rimanere coerenti con le assicurazioni rilasciate in trasferta. Attualmente tocca al MES in modo particolare subire gli effetti di tale comportamento. È da escludere che il comportamento bizantino di parte del Governo giovi alla causa che vorrebbe il Paese erigersi come centrale di quelli mediterranei, sia quelli che sono dentro che quelli fuori dalla Casa Comune. Agli italiani non resta che attendere. Cosa è impossibile descriverlo, anche se è senz’altro più corretto riferisi al plurale, cose. Un fattore, elementare e aleatorio, dovrà in ogni caso presiedere alle operazioni che saranno necessarie perchè la piena delle negatività ritorni nell’ alveo. Si tratta del buon senso, che, per quanto possa sembrare poco credibile, al momento scarseggia e non sará facile recuperarne ancora..