Tre giorni per declinare ‘Cura’ come Parola Politica: a Napoli il Festival Alter-Nativo

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in foto l'assessore regionale Felice Casucci (foto di Gennaro Sebastianelli)

E’ ‘Cura’ la parola chiave del Festival Alter-Nativo La Parola Politica, promosso dall’Associazione Communitas ed in programma a Napoli dall’8 al 10 dicembre presso IAV-In Arte Vesuvio di via Nazario Sauro 23.

“Per Cura s’intende cura di sé stessi, cura dei territori, cura degli strumenti che tengono insieme le persone con i territori per superare quel senso di abbandono che caratterizza sia le aree fortemente urbanizzate sia le aree interne – spiega Felice Casucci, Presidente del Consiglio di Indirizzo di Communitas e promotore del Festival – . Spopolare significa privare la realtà della carne viva della democrazia occidentale, diseducando la cittadinanza attiva e mortificando la speranza di una rigenerazione autentica. Occorre invece costruire forze sociali in grado di legittimarsi, attraverso il consenso democratico, al governo di un territorio, piccolo o grande che sia”.

La parola ‘Cura’ verrà declinata, nel corso della tre giorni, in ‘Civismo’, ‘Politica’, Arti Professioni Mestieri’, attraverso il confronto tra associazioni e organizzazioni non lucrative del civismo campano; la presentazione del libro ‘Vitam Instituere-Genealogia dell’istituzione’ di Roberto Esposito; la tavola rotonda su ‘Quale politica per lo sviluppo-Mezzogiorno e Mediterraneo’, preceduto dall’intervento musicale di M’Barka Ben Taleb.

Conclude il Festival ‘Arti Professioni Mestieri’: performance, exhibit, testimonianze.

“Abbiamo ideato questo festival per riconoscerci e riconoscere le persone come parte integrante del percorso da fare insieme – conclude Casucci – superando la logica autoreferenziale, dichiarata ma non verificata, della competenza, occorrono idee e compattezza: le istituzioni siamo noi. Cura, in ultima analisi, è un atto d’amore per la propria vita, che è il presupposto ineliminabile della virtù pubblica”.