Quando le considerazioni su un argomento sono espresse all’unisono o quasi

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in foto la sede dell'Ocse

Con il pronunciamento delle più importanti e temute agenzie di rating, per l” Italia sembrava che il più fosse stato fatto.In realtà non è andata così. O almeno non proprio, perché, bene intitolò la sua ultima commedia Eduardo De Filippo: “Gli esami non finiscono mai”. Da Parigi era in arrivo un altro “rating” o qualcosa che gli somiglia da vicino. In più avrebbe espresso comparazioni particolarmente piene di significato in un preciso contesto più ampio della UE, vale a dire il mondo. È il giudizio della OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che ha sede nella capitale francese. Mercoledi scorso la sua capo economista, Claire Lombardelli, nella presentazione in quella città della relazione dell’anno che volge al termine, nonchè l’ Economic Outlook, della UE nel futuro prossimo.Ha descritto così, agganciata al contesto, in maniera particolarmente puntuale e analitica la situazione del Paese. Nota non trascurabile, ha aggiunto anche raffronti e effetti di relazione con gli altri paesi della UE e con quest’ultima stessa. Ha inoltre voluto confermare che è l’economia dell’intero pianeta che sta dando ancora segni di stanchezza, più precisamente sta operando in una fase della congiuntura appena positiva. Viene da fare il confronto con un ammalato che sta tentando di venir fuori da una malattia grave per avviarsi alla convalescenza. Le informazioni che la Signora Lombardelli ha comunicato sono più vicine ai risultati delle agenzie come Moody’s e le altre, che non alle previsioni del Governo. Senza ripercorrere una strada irta di numeri e percentuali, per facilità di lettura sarà bene incardinare la sintesi di quel rapporto su alcune considerazioni di particolare significato per chiunque le legga. La relazione in oggetto si apre con un dato pesante quanto un macigno: nell’ anno 2024 il PIL del Paese secondo l’OCSE crescerà poco più della metà di quanto ha previsto il Governo, in particolare il Ministro dell’ Economia. È bene ricordare che quel dato previsionale l’esecutivo lo ha quantificato su poco più di un un punto percentuale. Cosi com’è, di per sé è già scarsamente significativo per un sistema che sta lottando con le unghie e con i denti per evitare la recessione, sempre che non vi sia già entrato, anche se solo con un piede. Ciò che amplifica la portata di quella previsione maturata a poca distanza dall’ Arc de Trionphe e che per il 2025 l’ OCSE prevede una replica del dramma che indica il PIL del paese in crescita simile a quella dell’anno prossimo e ancora più lontana da quella prevista dal Ministro per l’ Economia Giorgetti. Ancora più interessanti sono le motivazioni di quanto appena descritto lette dalla Capo Economista Lombardelli, che attribuiscono la penalizzazione generalizzata dell’ economia, sia a Occidente che a Oriente del mondo. Essa è fortemente rallentata dalle guerre in corso, ha detto. evidenziando allo stesso tempo le realtà che soffrono di più dal protrarsi di tale situazione. Esse sono per la maggioranza le economie dei paesi che già prima del Covid non godevano di buona salute. Per l’Italia, ha aggiunto quella relatrice, la situazione é ancora più difficile perchè uno dei suoi primi partner stranieri è la Germania. Essa, da Locomotiva dell’ Europa che era considerata, sta scendendo alla posizione di tender del convoglio. Il Paese incontrerà certamente difficoltà a trovare uno sbocco dell’export con le stesse qualità di Berlino. La Signora Lombardelli non ha trascurato di rappresentare i risultati della politica monetaria della BCE. Ha riferito all’auditorio che era senz’altro inevitabile, soprattutto al fine di ridurre il tasso di inflazione nella UE, che fossero messe in atto misure di politica monetaria come l’aumento del tasso di interesse della moneta europea. È altrettanto vero, ha aggiunto la relatrice, che, il più delle volte, voler ottenere tutto e subito, difficilmente non comporta effetti collaterali. Tale azione ha portato inevitabilmente e continuerà a farlo, a una riduzione del ricorso al credito di famiglie e imprese. Espresso in maniera ancora più semplice, sta succedendo che chi volesse ricorre al credito per ogni genere di spesa ci sta pensando diverse volte e altrettanto fanno le imprese per nuovi investimenti. Ha proseguito riferendo che per l’ Italia è decisiva la realizzazione per tempo di quanto previsto dal PNRR, aggiungendo che disgraziatamente esiste già un notevole ritardo. In conclusione la Capo Economista Lombardelli ha fatto capire che, anche se è vero, come è vero, che la crisi è mondiale, niente e nessuno possono ritenere di essere in grado di risolvere i loro problemi senza tener conto delle considerazio i che in qualche modo servono a tenere insieme le varie parti del pianeta.