Napoli, l’immobile confiscato alla criminalità diventa una casa famiglia

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in foto Gaetano Manfredi

“Oggi si accende la speranza per tante donne vittime di violenza: sanno che potranno trovare riparo e serenità in un luogo sicuro, lontano dai loro aggressori. Ed è particolarmente significativo che ciò avvenga in un bene confiscato alla criminalità organizzata che abbiamo voluto intitolare a una mamma coraggiosa come Teresa Buonocore, brutalmente uccisa per aver deciso di denunciare chi aveva abusato di sua figlia”. Così il sindaco metropolitano di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine dell’inaugurazione della casa-famiglia nata in un bene confiscato sottratto ai clan nel Comune di Melito. “Il sacrificio della sua vita – prosegue Manfredi – è la testimonianza di una persona, di una donna, che ha creduto fortemente nelle istituzioni e nel valore della legalità, pagando con la propria vita la scelta di opporsi ad un esponente della criminalità organizzata. Vogliamo tenere alta la sua memoria e fare in modo che tante altre donne, ospiti della casa-famiglia, possano seguire il suo esempio e trovare il coraggio di denunciare i propri aggressori”.

Manfredi ha inaugurato la struttura con il commissario straordinario del Comune di Melito, Francesco Antonio Cappetta, il Consigliere metropolitano delegato ai beni confiscati Salvatore Flocco, i familiari di Teresa Buonocore, la figlia Alessandra Cuevas e la sorella Pina Buonocore, il parroco di Melito don Carmine Autorino. Presente la dottoressa Ida Carbone, in rappresentanza della Prefettura di Napoli, i rappresentanti del Commissariato di Giugliano, delle Tenenze dei Carabinieri di Melito e Marano, rappresentati del Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Presenti anche i consiglieri metropolitani Antonio Sabino, sindaco di Quarto, e Marianna Salierno, e la dirigente al Patrimonio della Città Metropolitana di Napoli Anna Capasso. Non ha voluto far mancare la sua presenza Carlo Spagna, il magistrato che si occupò della vicenda di Teresa Buonocore alla quale ha dedicato un libro. Il taglio del nastro e lo svelamento della targa è stato accompagnato da un minuto di silenzio in ricordo di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa veneta uccisa solo pochi giorni fa. L’ennesimo femminicidio del 2023, anno in cui si contano oltre cento vittime.