Nuovo codice degli appalti, meno burocrazia ma più rischi. Sos da Napoli: Ecco tutte le criticità

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in foto Angelo Lancellotti, presidente dell’Ance Napoli

Soglie troppo elevate per gli affidamenti diretti che rendono poco controllabili gli appalti minori, scarsa informatizzazione delle stazioni appaltanti e riduzione della burocrazia, che da un lato facilita gli affidamenti, ma dall’altro crea problemi dal punto di vista della trasparenza e del rischio di infiltrazioni criminali, soprattutto in un territorio delicato come la Campania. Queste le principali criticita’ legate al nuovo Codice degli appalti, entrato in vigore a inizio luglio. Il testo che regola gli appalti pubblici e’ al centro di una giornata di studi organizzata dalla Citta’ metropolitana di Napoli, che vede tra i relatori tutti gli addetti ai lavori, dalle istituzioni al mondo dell’imprenditoria, passando per la magistratura e gli ordini professionali interessati. Per tutti i partecipanti le nuove norme, entrate in vigore ormai da circa cinque mesi, presentano luci e ombre. “E’ un Codice che si rendeva necessario per aggiornare quello del 2016, che era gia’ scritto male – sottolinea il presidente dell’Associazione costruttori edili di Napoli, Angelo Lancellotti -. Il codice dei contratti pubblici regola un settore strategico per il Paese, sia per l’economia che per l’infrastrutturazione del Paese e viene improntato a tre principi: fiducia, risultato e accesso al mercato. Preoccupa il fatto di enunciare il principio del risultato, che fa venire in mente meccanismi machiavellici dell’agire e quindi del fine che giustifica i mezzi. A cosa siamo disposti a rinunciare pur di raggiungere il risultato?”, si chiede Lancellotti. Nelle pieghe delle norme, fa notare il presidente dell’Acen, “tutta questa fiducia e questa trasparenza viene un po’ tradita, perche’ si liberalizzano le procedure negoziate fino a 5 milioni di euro e la maggior parte di queste vengono pubblicate senza bando, con i settori speciali che diventano ancora piu’ speciali”. Il presidente dell’Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, rimarca come queste norme abbiano “un’importanza decisiva non solo per la ripartenza, ma anche per creare condizioni di sviluppo economico costante. Occorre che vengano perfezionate e completate per tutti gli aspetti amministrativi – prosegue – che sono il vero problema di tutte le norme. In questo caso un po’ di piu’, perche’ inevitabilmente le vicende legate agli appalti finiscono per interessare i tribunali amministrativi e quando entrano in campo i tribunali si sa quando si entra e non si sa quando si esce”.

A proposito di tribunali amministrativi, e’ il presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti campana, Michele Oricchio, a ricordare che il nuovo Codice e’ “l’ennesimo tentativo di regolamentare la materia dei lavori e dei servizi pubblici. Questa volta – aggiunge – sulla spinta anche della legislazione emergenziale, si e’ cercato di ampliare le possibilita’ di ricorrere a forme di scelta fiduciaria dei contraenti, che sicuramente potranno portare a un’accelerazione degli affidamenti, ma hanno come contraltare un forte innanzitutto il rischio di un grave danno per la concorrenza, perche’ ovviamente non sara’ facile per determinate ditte, imprese, entrare a possibilita’ di competere in mercati, zone di non loro specifica competenza. Poi, ovviamente, c’e’ sempre il risvolto patologico, quello di una piu’ facile infiltrazione di forme corruttive”. Su questo tema interviene il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, per evidenziare un dato preoccupante: “Dall’inizio del 2023 – dice – nella provincia di Napoli ci sono state 93 interdittive antimafia. “Questo e’ il punto piu’ delicato per noi – dice – su cui la normativa in parte e’ intervenuta anche per bilanciare piu’ diritti costituzionali da tutelare, pero’ questo dato ci preoccupa. Noi stringeremo i controlli, perche’ ben venga lo snellimento delle procedure e il raggiungimento dei risultati, pero’ occorre tenere conto delle situazioni di illegalita’ e dei rischi di infiltrazione che sono presenti in questo territorio”. Il sindaco di Napoli e della Citta’ metropolitana, Gaetano Manfredi, riconosce che alcuni nodi sono stati affrontati, a cominciare da “una piu’ precisazione definizione degli strumenti progettuali necessari per poter bandiere gare o attivare procedure pubbliche o gli interventi sul partenariato pubblico-privato”, ma “esistono ancora dei punti non definiti in maniera chiarissima – precisa – perche’ ci sono stati cambiamenti importanti. E’ importante che questo avvenga, soprattutto in un periodo nel quale ci sono molte gare legate anche a fondi europei e al Pnrr”.