La lunga notte di Port’Alba. Cittadini in piazza per salvare l’antico ingresso alla città antica

76

di Fiorella Franchini 

C’era una volta un torrione nell’antica murazione angioina e un’apertura posticcia nel muro per passare nella parte più nuova della città detta Largo Mercatello dove si svolgeva uno dei mercati. Per agevolare il passaggio della popolazione don Antonio Álvarez de Toledo, duca d’Alba, viceré spagnolo, fece erigere nel 1625 una porta  incaricando della costruzione l’architetto Pompeo Lauria. Nel 1656 il pittore Mattia Preti la decorò con alcuni affreschi, raffigurando la Vergine con San Gennaro e San Gaetano e i moribondi appestati. I lavori di rifacimento e di ampliamento furono realizzati nel 1797 e ne hanno fatta una delle porte seicentesche più belle d’Europa.

Un patrimonio di bellezza che abbiamo trascurato, dimenticato. L’arco monumentale oggi si trova in stato di abbandono, per il quale il Comune ha attivato già una diffida a intervenire per la messa in sicurezza, oggetto di un contenzioso tra i privati e il Municipio proprio per la verifica della titolarità dell’intervento. Intanto l’incuria diventa degrado ed emergenza. La porta, ingabbiata da reti e protezioni, mutilata dai crolli e sfregiata dalle infiltrazioni offende memoria e decoro. I cittadini si mobilitano e rispondono alla proposta avanzata dal deputato Francesco Emilio Borrelli insieme agli imprenditori del territorio Alfredo Mazzei, Pasquale Langella e Fabio Amodio, sostenuti dalla campagna di stampa de Il Mattino, da artisti, scrittori, intellettuali, architetti, e dall’interesse della Procura di Napoli.

In gioco non c’è solo il restauro di un monumento ma il futuro di un pezzo dell’anima cittadina. Nonostante la chiusura nel 2014 della storica libreria Guida, fondata nel 1920 e divenuta dieci anni dopo casa editrice, vero e proprio polo culturale, e di tante altre piccole realtà imprenditoriali del settore, Port’Alba resta la via dei librai che non ha nulla da invidiare a Les bouquinistes di Parigi, la lunga linea di bancarelle su entrambi i lati della Senna, ai 90mila metri quadri occupati da bancarelle e negozietti di College Street, una strada di Calcutta a fianco ad alcune università della città, oppure a Pansodan Road, la strada dei libri di Rangoon, in Myanmar.

Nonostante la Soprintendenza per i Beni Culturali abbia negato il vincolo commerciale sulle librerie di Port’Alba per la continua invasione di locali di ristorazione e bar, resta ben radicata una vocazione che non si arrende grazie agli ultimi librai coraggiosi, ai quali il Comune vorrebbe venire in soccorso con una delibera che possa dare degli incentivi fiscali e delle agevolazioni. La partecipazione al loro fianco diventa un dovere civile e una lotta per la sopravvivenza: “I librai sono i generali nella guerra all’ignoranza” rammenta un Anonimo.

Appuntamento stasera, venerdì 17 novembre, a Port’Alba, dalle ore 20:00, per invocare misure urgenti necessarie a eliminare lo stato di pericolo, la tutela del bene, un “intervento del Ministero della Cultura” e una direzione coordinata delle operazioni di restauro e di risanamento dell’intera zona. E se proprio non possiamo fare a meno di ingozzarci, ricordiamo che esistono cibi per la mente, che “la libreria è una profumeria, una rosticceria, una pasticceria: – come scrive il filosofo francese Jean-Luc Nancy – un’officina di sentori e di sapori attraverso i quali si lascia indovinare, supporre, presentire qualcosa come una fragranza o come un aroma del libro”.