La rabbia va a cavallo ma quasi sempre torna a piedi

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in foto XI e Biden

Il disgelo, questa volta non riferibile al romanzo del russo Erenburg ambientato nella Russia del tempo della presidenza Kruscev, è iniziato. È opportuno considerarlo un evento cominciato ora, ex novo, e non riagganciarlo a vecchie situazioni ormai obsolete. Perpetrandole, esse avrebbero finito solo per rimarcare quanto di negativo si sia creato tra USA e Cina. È stato così che mercoledì, a San Francisco, in occasione dell’incontro organizzato dall’ ASPEC, il presidente degli USA Biden e quello della Cina XI, si sono stretti la mano. Quindi sono rimasti da soli per circa un quarto d’ora, poi, insieme alle loro delegazioni, per quattro ore ancora a colloquiare. Nel tentativo di ridurre in estrema sintesi quanto appena accennato, i due hanno giocato la stessa carta: siamo noi che facciamo e disfaciamo tutto ciò che fa girare il mondo. Poichè c’è spazio per entrambi, è inutile, talvolta dannoso, che ci distraiamo dal tener presente questa condizione. Un inciso: sembra così che la Russia debba restare fuori dal neonato sodalizio, almeno come terzo soggetto di quella intesa. Filippo il Macedone avrebbe pronunciato la nota espressione “divide et impera”. Quanto si sono detti Biden e XI è una forma diversa di primeggiare nel mondo. Sotto l’aspetto economico soprattutto, i due leaders si sono detti che era meglio non pestarsi i piedi, tanto lo spazio per procedere esiste per entrambi.Tale affermazione può essere fatta senza tema di smentita, purchè ben motivata. Solo per esemplificre, mirando ciascuno a una diversa fascia di mercato. A parte una definizione, seppure indiretta, di Biden di dittatore riferita a XI, rimanendo concentrati sulla portata concreta dell’avvenuto disgelo, sono diversi i suoi aspetti che impattano anche sugli altri paesi. Oltre allo stop a palloni spia e invettive personali, potenziali precursori di eventi negativi di maggior peso, fino a arrivare a un conflitto vero e proprio, è necessario che ciascuna di quelle macro realtà ricavi il suo campo di azione dovunque riesca a individuarlo. Quanto appena enunciato vale a ampio raggio, la pace appena qualche gradino sopra, principalmente per l’attività commerciale. Non è una novità che la crisi dell’ economia cinese, da circa un anno, non riesca a rimanere minimamente celata al resto del mondo. La crisi del settore immobiliare è traboccata dall’ alveo originario, allagando in buona parte diversi altri comparti dell’economia di quel subcontinente. Prima in assoluto tra di essi a rimanerne danneggiata è stata la finanza, nazionale e in parte, senz’altro contenuta, quella internazionale, soprattutto la sua forma speculativa. Pertanto Pechino deve fare in modo che siano altre le fonti di reddito che aiutino la barca-paese a riprendere la rotta giusta dopo l’impatto contro l’onda anomala della crisi prima richiamata. Che cosa più dell’ export può giovare alla causa, portando tra l”altro anche valuta forte dall’ esterno? Una breve riflessione per sola completezza di quanto sopra. Il settore Immobliare negli USA, in prossimità della fine del primo decennio del secolo, determinò la pesante crisi cosiddetta dei subprime, che dilagò presto nel resto del mondo. Lo stesso tipo di attività, anche se per cause evidentemente diverse, dalla Cina sta mostrando la sua capacità di far danno e quindi di provocare disagio in chi, dal di fuori della stessa, avrebbe voluto espandersi proprio lì. Ciò aumenta ancor più la necessità di quel sistema economico di essere presente anche dove fin’ ora non lo era e di rafforzare i legami con il territoro la dove opera già. L’intesa di massima abbozzata tra Biden e XI a San Francisco ha tutte le premesse per far diventare quelli che fin’ora sono stati confronti con il coltello tra i denti vere e proprie occasioni di lavoro, improntate anche alla crescita e allo sviluppo dell’ economia mondiale. Il bel sogno rischia di svanire per la presenza dei numerosi conflitti in essere tra vari paesi ubicati in regioni diverse. Il punto debole della catena di effetti positivi appena delineata ha infatti il suo anello debole originato appunto da quegli eventi in corso. La rete delle alleanze è così intricata che non è difficile sbagliare l’obiettivo da centrare. Allo stato attuale è inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta e altrettanto comportarsi come Cassandra post litteram. C’è da fare ancora un’ aggiunta di una certa importanza, anche se si colloca in prospettiva. Di solito le realtà minori seguono a ruota il comportamento di quelle di dimensioni maggiori scelte come riferimento. Niente esclude che l’anello debole della catena prima indicato possa essere reso più forte proprio dal comportamento diligente dei vari paesi in qualche modo coinvolti in quei conflitti.