Comune di Napoli, affitti non riscossi per 133 mln. La Corte dei conti: Patrimonio gestito con negligenza

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La mancata riscossione dei canoni d’affitto ha prodotto un ammanco da 133 milioni di euro nelle casse del Comune di Napoli: lo sottolinea la Procura della Corte dei conti della Campania, nell’invito a dedurre notificato dai Carabinieri alla preside di una scuola partenopea e ad altri sei indagati tra funzionari del Comune e della società in-house Napoli Servizi in relazione a un danno erariale da 92.349 euro. Per gli inquirenti i funzionari comunali sono colpevoli di “non avere mai contestato i ritardi clamorosi della Napoli Servizi in sede di riscossione, consentendo l’accumulo nel tempo di una ingente e stratosferica morosità”.

Nell’invito a dedurre della Procura della Corte dei conti della Campania notificato dai carabinieri a sette persone (funzionari comunali, dirigenti della (società in-house del Comune di Napoli Napoli Servizi e alla preside di una scuola) per un danno erariale di oltre 92mila euro la magistratura contabile stigmatizza “la grave negligenza nella gestione proprio del patrimonio immobiliare e nella riscossione dei canoni e/o delle indennità di occupazioni” che, nel corso degli anni, ha portato al mancato incasso di circa 133 milioni di euro. Facendo riferimento al cosiddetto “Patto per Napoli” consistente “in un ingentissimo finanziamento con fondi statali”, gli inquirenti ricordano che quest’ultimo è condizionato, tra l’altro, proprio dalla corretta gestione del patrimonio immobiliare, dall’incremento e delle entrate attraverso l’aumento dei canoni di concessione e di locazione” e anche “dalla riduzione dei fitti passivi”.

Tra le sette persone a cui è stato notificato l’avviso ci sono Fabrizio Siciliano (responsabile UOC gestione contabile), i dirigenti Ciro Turiello e Daniela Balletti, che si sono succeduti all’area gestionale della Napoli Servizi; Natalia D’Esposito, più volte responsabile servizi demanio, patrimonio e servizio politiche per la casa, quest’ultimo incarichi poi assunti in seguito da Antonietta Agliata e Tiziana Di Bonito. E ancora Ida Francioni, da vent’anni dirigente scolastico del 36° circolo statale ”Luigi Vanvitelli”. Secondo la Procura della Corte dei Conti, la dirigente Agliata non avrebbe “ha mai opposto o contestato alla Napoli Servizi la grave omissione”, mentre la Di Bonito si sarebbe “attivata solo alla fine”, probabilmente dopo le prime denunce. Singolare il caso della preside Francioni che, secondo la ricostruzione, “sapeva dell’occupazione e del possesso delle chiavi da parte degli occupanti” che per accedere in casa debbono passare per i locali scolastici. Ma ugualmente non avrebbe mai denunciato.