Ue, “Women’s Innovation Award”: vincono Marzia Di Pastina e Desirèe de la Caridad Nieves

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Due imprenditrici italiane premiate a Bruxelles in occasione del “Women’s Innovation Award”. Si tratta di Marzia Di Pastina, 33 anni di Pontinia (Lt), socia amministrativa della San Lidano Cooperativa e Ceo dell’azienda agricola Lid.Mar., di Aci, e Desirèe de la Caridad Nieves, alla guida dell’azienda di famiglia, nei pressi del Lago di Bolsena (Vt), di Confagricoltura.

Cinque erano le prime classificate per la finale: Ines Dragao del Portogallo, Justine Dewitte del Belgio, Monika Lason della Polonia e le due italiane, risultate alla fine vincitrici, Marzia Di Pastina, al primo posto, “una professionista italiana – si legge nelle motivazioni del premio – che ha integrato idee rivoluzionarie come l’aggiunta di sistemi di gestione integrata dei parassiti, la pratica della lavorazione minima e sistemi di microirrigazione nella sua azienda agricola per ottenere vantaggi in termini di sostenibilità”, e Desirèe de la Caridad Nieves al secondo.

“La sua dedizione alla sostenibilità e all’ecologia – è scritto tra le motivazioni del premio a quest’ultima – si evince da ogni passo del suo percorso professionale. È un esempio straordinario di come la formazione continua e la passione per la qualità abbiano portato a risultati importanti. Si è qualificata come sommelier dell’olio e assaggiatrice professionista, dimostrando un impegno costante per l’eccellenza. Ma il suo impatto va oltre la sua azienda. È anche una fervente sostenitrice dell’imprenditorialità femminile in agricoltura e s’impegna per promuovere la rappresentanza e la crescita collettiva delle donne nel settore. Con una proprietà di 22 ettari, di cui 7 dedicati a coltivazioni di nocciole e ulivi, Desirèe segue rigorosamente pratiche agricole biologiche e utilizza sistemi di irrigazione per ottimizzare l’uso dell’acqua. La sua dedizione verso l’ambiente si riflette anche nell’uso di materiali di confezionamento completamente riciclabili. È un esempio brillante di come l’agricoltura possa abbracciare la sostenibilità, contribuendo all’obiettivo di un’economia rurale più ecocompatibile”.