L’Italia, l’Europa e le esternazioni del Papa

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(Imagoeconomica)

Alcuni episodi recenti di pronunciamenti di Francesco in merito a importanti questioni, coinvolgono non solo l’ Italia. Indirettamente tirano in ballo anche altri paesi della EU e non solo. Gli stessi stanno attirando l’ attenzione di diversi osservatori, nazionali e non, sulla loro portata concreta, oltre l’ effetto emotivo e pro domo sua. Se per quanto riguarda la guerra in Ucraina si è già creato un ideale gruppo di osservazione critica che nel villaggio ha la sua sede in un vano del Dopolavoro, per quanto riguarda i profughi c’è ancora un atmosfera del tipo tempo sospeso. Ciò si è consolidato dopo le esternazioni del Papa a Marsiglia. Il successore di Pietro (sarà..!) ha dichiarato che quella dei profughi che arrivano clandestinamente in Italia e in tutta Europa non deve essere considerata un’ invasione. Gli agricoltori, pur prevalentemente cattolici, in questi casi commentano con l’affermare che, parlando in quel modo, si cerca di dimostrare che Dio non è Dio: a volte le combinazioni ! Chi ha avuto modo di venire a conoscenza del fatto, direttamente o per il tramite dei mezzi di informazione, con molta probabilità non sarà rimasto insensibile al contenuto di quello show. Avrà fatto, come minimo, un pensiero, trattenendolo per sè, giusto per un estremo tentativo di mettere in dubbio le sue conclusioni. Come è noto, Francesco è da considerarsi un soggetto sobrio perché beve alcolici in maniera responsabile e non assume droghe. Cosa lo porti quindi a fare affermazioni come quella di Marsiglia, solo l’ultima di una serie di pensieri che sembrano stimolati più da ispirazioni di vini che divine, non è dato sapere. Per assurdo, anche se l’alto Rappresentante su questo mondo del Creatore si concedesse un bicchiere in più, altrettanto non si comprenderebbe la sua posizione in merito agli sbarchi non autorizzati. Anche perchè è opinione diffusa che “in vino veritas”, e la stessa è lontana non di poco dall’ affermazione fatta a Marsiglia e riportata sopra. Di certo il Capo della Chiesa, soprattutto in questi ultimi tempi, si sta producendo in battute da cabaret, di quelli non rinomati per qualitá dello spettacolo. Ha cominciato con l’appellarsi alla Russia definendola ancora Santa Madre. Certo, dimostra di aver coraggio, ma non del tipo che viene fuori da ragionamenti su fatti se non proprio incontrovertibili, quanto meno verosimili. Incarna molto da prossimo lo stereotipo del gaffeur, una versione talare di quello che fu Filippo, il principe consorte della Regina Elisabetta di Inghilterra. La differenza è incolmabile, perché il laico (in) coronato era marito di chi portava in testa a giusto titolo la corona. Francesco è lui da solo e deve dar conto a Chi, dall’alto, ha fatto in modo che sedesse su quel trono in sua vece. È pur vero che é esistita la figura del papa re, ma in tempi e contesti completamente diversi. Quando quella parentesi si chiuse, al suo interno di positivo restò poco, a ben riflettere niente di rilevante. In più, di seguito, era stato stabilito che ci sarebbe dovuto essere una chiesa libera in uno stato con la stessa preroragativa. Chissà che non sia successa qualcosa di simile alle variazioni del clima, che bisognerá tenere ben presente ogni qualvolta si affronterà l argomento. Al prossimo episodio, dunque, con l’augurio che a quell’ epoca il fenomeno papalino accennato potrà essersi ridimensionato, avendo il Protagonista presa giusta misura del fenomeno nella realtà, anche se spiacevole quanto mai..