Il tempo di fare spettacolo si è esaurito già da un po’

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Foto di Prawny da Pixabay
C’è un rapporto ben preciso, peraltro biunivoco, che tiene insieme quanto accade in generale tra l’umanità e il pianeta che la ospita. Per banalizzare e tentare di capire come funziona quanto appena accennato, basterà far riferimento, con una forma di predisposizione molto simile a quella che si adotta volendo dar risposta all’angoscioso interrogativo se sia nato prima l’uovo o la gallina, considerando anche solo gli ultimi episodi di portata mondiale. Salvo che, nel caso in specie, nella pratica non potrebbe servire di meno. I bisogni che fanno capo all’uomo possono essere divisi e catalogati, a colpi d’ascia, anche in irrinunciabili e difficilmente differibili nel tempo e in espressioni diverse di quanto abbisogna ancora agli esseri viventi. Aggiungendo, per solo colore, che, a causa della loro privazione, non è mai morto nessuno. La situazione del Signor Mondo, sia per la sua parte occidentale che quella orientale, da un po’ è connotata da comportamenti difficilmente interpretabili dalla maggioranza dei suoi inquilini.
Chi potrebbe invece andarvi a nozze sarebbe qualche personaggio del genere dell’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie, il matematico pazzo – e malato… – Lewis Carroll. Basterà un solo particolare, l’episodio della Maratonda, a far capire che l’autore dà ragione a chi sostiene che la scritta Manicomio è fuori dell’edificio, dunque..! Con ordine. Già da diversi anni, prima ancora che si manifestasse in tutta la sua terribile negatività una crisi energetica originata quasi per intero dall’utilizzo pressoché esclusivo di combustibili fossili per la produzione di energia, almeno l’avanguardia del pensiero economico e di quello scientifico aveva già capito che era ora di cambiare strada. Le vicende politiche globali dell’ultimo quinquennio non hanno fatto altro che esasperare situazioni giá ampiamente compromesse.
La ripresa dell’attività economico politica di tutto il consorzio umano, aumentando il passo in maniera più che proporzionale rispetto ai ritmi di una gestione ordinaria, ha fornito senza dubbio qualche allarme che è già andato oltre il limite della normale quanto generica sensazione di pericolo. In effetti molta dell’informazione ha dato non poco peso ai comunicati ufficiali che hanno riferito della mole di investimenti che, a livello internazionale, andranno a dare altra linfa vitale alla produzione di energia convenzionale. Fatte le dovute comparazioni, la green energy attualmente recita ancora la parte della Cenerentola. Il tempo di fare spettacolo si è esaurito già da un po’: se una parte del potere crede di poter beffare ancora una volta l’intelligenza della popolazione, questa volta sta sbagliando e di grosso. A breve gli sviluppi.