Un Ferragosto bollente, e non solo per il caldo. Ce ne ricorderemo

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in foto Giorgia Meloni

In pieno boom economico, anni ’60, in Italia ci fu un periodo, testimoniato dalla filmografia del tempo, generalmente ricordato come quello dei “telefoni bianchi”. Era il momento del cosiddetto inurbamento e, per chi riusciva nell’intento, dell’ escalation sociale. Tutti telefonavano a tutti e, se potevano, tutti incontravano tutti o quanto meno tentavano di farlo. Sta succedendo così che il Governo si stia comportando come quel gruppo di bambini che ha combinaro una marachella e poi, volendo porre un argine agli effetti dannosi di quanto ne è scaturito, complicano la situazione. Vale la pena ricordare che quando in campagna si cercava di concludere un contratto di compravendita tra il “padrone”, il produttore e il “particolare”, il proponentesi compratore, entrambi premettevano all’inizio della trattativa: “litighiamo prima, costruttivamente, per non scannarci, invano, dopo, aggiungendo, come in una lituturgia laica: ” la roba (con due b) è mia, i soldi sono tuoi: a me se conviene e a te altrettanto”. Due note: particolare è un francesismo sopravvissuto, particulaire, compratore di ogni genere, ancora in uso nel sud. “Accatta e vinne” è un altro francesismo, da acheter et vendre, la compravendita, e ancora descrive lo scambiarsi anche invettive, possbilmente senza arrivare alle mani, con cui sostenere le proprie argomentazioni nella trattativa. Se veniva raggiunto l’accordo, a suggellarlo bastava una stretta di mano. Il Professor Einaudi, nelle sue descrizioni della materia, è tanto efficace che sembra ancora oggi di vedere quelle scene. Tempi moderni, tutto segue ritmi convulsi e, per rimanere nel contado, prima si slega Black, cane di ignota genealogia seppur di ferocia unica, tanto che a volte morde anche se stesso e dopo si cerca di indurlo a miti consigli. Fuor di metafora, il quadro dell’ attività politica che sta facendo andare di traverso il più o meno meritato riposo ai diretti interessati è poco diverso da quanto innanzi accennato. Dunque, in ventiquattro ore l’esecutivo, primatista mondiale anche davanti alle cosiddette “repubbliche delle banane” e centroafricane, si è pronunciato, sensa soluzione di continuità, sui fatti di questo mondo e di quell’ altro, lasciando senza parole italiani e non. In particolare nella giornata di ieri, dalle agenzie di rating alla stampa specializzata internazionale, le critiche sull’ operato di lunedì del Governo si sono sprecate.Tanto è proprio ciò di cui il Bel Paese avrebbe avuto bisogno, impegnato come è, o almeno sembra essere, a tentare di riguadagnare affidabilità sullo scacchiere internazionale. È pur vero che il sole di questi tempi su tale tipo di vicende ci mette molto del suo. Lo è in maniera talmente evidente che, a Milano, gli humarel a corto di argomenti perchè i cantieri sono chiusi, ripetono tra di loro: ” È notte o è giorno ?”. Come dar loro torto, così come a chiunque altro, quando sembra che il governo abbia perso il bandolo della matassa ? Ciò che preme di più sottolineare è che sta ricorrendo il caso in cui le azioni oggetto delle normali reazioni appena indicate sono quasi messe in second’ ordine dal modo in cui sono state servite a tavola. Possibile che nessuno dei Signori Ministri, a aprire le danze la Premier, sia stato sfiorato dal dubbio di quanto sarebbe accaduto in conseguenza a ciò che stavano per deliberare e non si siano regolati di conseguenza? Anche nelle vertenze sindacali più aspre, le sigle sono solite informare per tempo la controparte su dove e e in cosa si andrà a parare nell’ incontro. In più l’oggetto dei provvedimenti non era certo qualcosa di inerente il Festival di Sanremo. La portata era definita dalla mole di conquibus, soldoni o vil denaro che definir la si voglia che sarebbe andata a colpire gli italiani, scatenando un effetto domino di portata che non potevano non aver, seppur vagamente, immaginato e è bene chiuderla qui. Patetico se non addirittura grottesco è stato ieri il commento di alcuni mezzi dell’ informazione. In sintesi: è vero che il giorno dopo l’emanazione del decreto della tassazione degli extra profitti il settore bancario ha bruciato in borsa 10 miliardi di capitalizzazione ma, niente paura, il giorno successivo ne ha recuperato 4. Altrettanto è valso per il trasporto dove si è già ingaggiato un duello tra alcune compagnie aeree e il Governo che ricordano vagamente la Sfida all’ OK Korral, mentre con i tassisti procede come per l’allevatore di api assediato da quegli insetti quando sono disturbati, non solo fisicamente. La storia insegna- chi non ricorda le Idi di marzo – che quando si combinano circostanze del genere innanzi descritto, non sempre finisce a tarallucci e vino che ancora sarebbe un buon risultato.”E la chiamano estate” cantava negli anni ’70 Bruno Martino. Oggi, se potesse, rincarerebbe la dose.,eccome ! Che tristezza…