Per Giorgia: all’Estero molto meglio che in Italia

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(Imagoeconomica)

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 25 luglio 2023 all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Entrata a Palazzo Chigi il 22 ottobre 2022 con grandi aspettative, la prima donna premier (dopo 30 uomini) non ha ancora compiuto un anno di governo (mancano 3 mesi), ma già si cerca di fare un parziale bilancio del suo “premierato”. Dove più incisiva e rimarcata si va registrando la sua presenza: sul piano internazionale o quello italiano? Senza dover attendere i “manzoniani” posteri, una prima valutazione può apparire giustificata proprio perché questo 68esimo Governo ha segnato una svolta dirompente nella storia del nostro Paese a partire dell’avvento della Repubblica (2 giugno 1946).

SCENARIO INTERNAZIONALE. In 9 mesi, la premier ha effettuato soste e avuto incontri in una ventina di Paesi. Ogni volta accolta da capi di Stato e di Governo, i “Grandi del Mondo”, con molto rispetto e attestazioni di stima manifestati oltre i naturali protocolli diplomatici. Notevole la sua capacità di rappresentare e difendere i valori dell’europeismo, dell’atlantismo e della coesistenza pacifica. Apprezzata la sua coerenza nel sostenere le ragioni del Diritto internazionale di fronte all’aggressione di Putin all’Ucraina. Tra Bruxelles (Ursula von der Leyen) e Strasburgo (Roberta Metsola) un filo dialettico molto resistente, così come non privi di effetti gli incontri con Tunisia e Libia per migranti e asfittiche economie dei Paesi afro-mediterranei. In Egitto la positiva conclusione della vicenda di Patrick Zaki che, graziato dal presidente Al Sisi, appena rientra a Bologna invoca giustizia anche per Giulio Regeni. Dopo l’incontro, a Vilnius, con il segretario della Nato Jens Stoltenberg, Giorgia Meloni sta per compiere il viaggio alla Casa Bianca di Washington più volte invitata dal presidente Joe Biden.

SCENARIO ITALIANO. “Quivi comincian le dolenti note”, si potrebbe dire con Dante. Sì, perché la tenuta dei “Fratelli d’Italia” non è, nell’insieme, conforme e compatibile con la responsabilità di forza primaria per la tenuta del Governo. Che nella maggioranza ci siano anche dei “fratelli-coltelli” che agiscono così magari “a propria insaputa?”. Prendiamo il caso della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa che presiede il Senato. Il figlio Leonardo Apache detto Larus (possibile una simile registrazione all’anagrafe?) viene accusato di stupro. Il padre se la cava così: ho interrogato mio figlio e sono convinto che è innocente. Il ministro della Giustizia Nordio si affanna per separare le carriere dei magistrati. Non sarebbe utile anche la separazione delle “carriere” tra padri e figli?

SANTANCHE’ RECIDIVA. In Senato la ministra del Turismo ha cercato di far credere che cadeva dalle nuvole. Ha attribuito tutte le accuse a lei rivolte a una campagna d’odio con “risvolti giudiziari”. Resta a bocca chiusa, tuttavia, quando le fanno notare che dell’informazione di garanzia era a conoscenza fin dal 27 marzo. Nuova “ombra” per la “pitonessa”, l’acquisto di una villa in Versilia. Il suo compagno (Dimitri Kunz) e la moglie di Ignazio La Russa (Laura Di Cicco), nel tempo di un’ora realizzano, con l’immediata rivendita, una plusvalenza di un milione. Un’operazione a tutto danno di Francesco Alberoni. Il noto sociologo e opinionista del Corriere della Sera, nella sua lunga e prestigiosa attività affermava sempre di essere grato al giornalismo perché gli aveva insegnato a “esprimere un’idea in un rigo”. Non gli aveva potuto insegnare, ovviamente, come non cadere in tortuosi raggiri di compravendite.

COMPAGNIA DI GIRO. Non mancano, intorno alla Meloni, personaggi che, con uscite e atti stravaganti, non rendono più agevole la vita del Governo. Eugenia Roccella -ministro per Famiglia, Natalità e Pari Opportunità- annuncia una battaglia per impedire che “vengano dati ai cani nomi di bambini”. A sua volta Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro si fa cogliere sul fatto mentre rivela segreti d’ufficio riguardo alla vicenda giudiziaria di Alfredo Caspito. Non manca l’ineffabile Vittorio Sgarbi che, in crisi di credibilità, gioca il tutto per tutto: al Maxxi (Museo nazionale delle Arti 21esimo secolo), si abbandona a frasi sessiste con la “derisione del corpo” e proclama trionfalmente di aver “conquistato” nove donne al mese. Da lui costretto a prendere subito le distanze Gennaro Sangiuliano, attento e scrupoloso ministro della Cultura.