Napoli, stop a nuovi negozi food in centro. Confesercenti: Così si limita l’economia cittadina

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in foto il presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno, Vincenzo Schiavo

Un provvedimento che limita l’economia cittadina e disincentiva nuovi investimenti”. Così il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo, vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno, commenta il provvedimento del Comune di Napoli che limita l’apertura di nuove attività commerciali in alcune strade del Centro storico di Napoli nei prossimi 3 anni. “La delibera – aggiunge Schiavo – riguarda tutta la somministrazione, quindi non solo i bar o le pizzerie, per i quali già c’erano state alcune proteste da parte dei residenti, ma anche gelaterie, pub, ristoranti, trattorie. Parliamo, dunque, di un’ampia fetta di imprenditori che non potrà più aprire questo tipo di attività, investendo nel centro storico di Napoli.

Confesercenti Campania è critica nei confronti di questa delibera e non perché intende tutelare chi ha già un’attività commerciale, eliminando la concorrenza, ma perché si tratta di un limite allo sviluppo dell’economia e allo stesso indotto per la città”. Secondo Schiavo “la concorrenza, sana e leale, peraltro, ha sempre migliorato la qualità dei servizi e delle attività. Impedire, d’ora in poi, la nascita di nuove pizzetterie, punti food o panetterie, ma anche di attività volte alla produzione di alimenti, oltre a bar, ristoranti e pub, significa depauperare la città di occasioni di lavoro, di economia, con l’effetto di intaccare il livello, oggi altissimo, raggiunto dalla eno-gastronomia napoletana. Abbiamo chiesto al Comune di Napoli, dal momento che era fermo su questa posizione, di fare almeno un check da qui a 6 mesi-1 anno, per renderci conto di quante difficoltà ci sono state nella città per poi eventualmente rivedere il provvedimento”. Il provvedimento, sottolinea il presidente di Confesercenti Napoli, “limita l’economia di Napoli anche sotto altri profili: le attività oggi sono tutte nuove o vanno a rinnovarsi sulla spinta della concorrenza e della domanda, sempre imponente, dei turisti che affollano il centro storico di Napoli. Turisti che si sono abituati ad una qualità imprenditoriale di altissimo livello che non si trova in altre città. A Napoli c’è fermento, c’è il boom turistico che incoraggia anche i giovani imprenditori a investire, nel Centro storico in particolare. E lo fanno accedendo anche ai vari finanziamenti, in modo da avere e creare nuove opportunità lavorative e commerciali. Con questo provvedimento del Comune speriamo di non trovarci, ma è quello che temiamo, tra 1 o 2 anni in una preoccupante staticità imprenditoriale, effetto dell’assenza sopravvenuta di interesse a voler investire nel centro storico. Nel contempo -conclude Schiavo – abbiamo chiesto, come Confesercenti, al Comune di poter dare almeno la possibilità, a chi vuole investire in altre aree della nostra città, di usufruire di incentivi, che vanno dalla velocità di ottenere licenze alla sburocratizzazione sino al taglio di qualche tassa, in modo da spingere l’economia anche in altre zone di Napoli”.