Un futuro in bilico

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(Imagoeconomica)

di Nico Dente Gattola

L’ultimo scorcio dell’anno prima della pausa feriale per quanto concerne l’ufficio del giudice di pace è stato caratterizzato dall’entrata in vigore del processo telematico. Temuto da tutti gli addetti ai lavori , alla fine il momento  è arrivato e con  esso le prevedibili difficoltà, per la verità fin troppo ovvie.

Cosa sia successo è sotto gli occhi di tutti, con uffici in preda al caos, con un rallentamento ulteriore dell’attività. Questo perché l’ufficio non è  al momento  pronto per un passaggio del genere ,né per la ricezione degli atti, ne tanto meno per lo svolgimento delle udienze.

Si badi non per mancanza di volontà o per carenze del personale di cancelleria o dei magistrati, ci mancherebbe, ma semplicemente perché non si è mai avviato alcun percorso concreto. Per quanto possa sembrare paradossale ,di fatto  si è semplicemente stabilito che il processo telematico, dovesse essere introdotto anche a Gdp , ma non ci si è preoccupati di come procedere nel concreto. E  dire che sarebbe bastata una ricognizione per comprendere come allo stato, fosse assolutamente velleitario avviare un cambiamento di questo genere in questo momento.

Parliamo infatti di un ufficio che fino ad oggi è stato inspiegabilmente fuori dal p.c.t. e  che di punto in bianco si pretende che assicuri in materia le stesse performance del Tribunale. Qualcuno obietterà che la data del 30 giugno per l’entrata in vigore della riforma, era nota da tempo, ma in assenza di qualsiasi intervento preventivo , era chiaro che si sarebbe solo dovuto tamponare l’emergenza.

Forse , sarebbe stato preferibile rinviare  temporaneamente l’entrata in vigore  del telematico, presso l’ufficio del Giudice di Pace. Certo alla luce dei provvedimenti presi da alcuni capi degli uffici giudiziari( non pochi) , che hanno sospeso il deposito telematico degli atti o previsto il doppio binario, mantenendo in vita ancora il cartaceo, si potrebbe dire che il risultato sia stato comunque raggiunto.

In realtà non è così; si tratta va riconosciuto di provvedimenti , dettati dal buon senso e che hanno il pregio di non bloccare la giustizia   , ma nella sostanza la questione è solo rinviata. E dire che negli anni l’ufficio del Giudice di Pace sia pur tra tante difficoltà ha garantito lo smaltimento di una quota significativa del contenzioso nel nostro paese.

Una risposta concreta alla domanda di giustizia dei cittadini  al punto che se nel corso degli anni  il sistema  in Italia ,non è collassato è anche piaccia o no, merito dell’ufficio , con un rapporto tra costi e benefici per il ministero della Giustizia , davvero conveniente. E si perché molto spesso i costi sono a carico della comunità locale che ospita l’ufficio e che fornisce anche il personale per la gestione , solo per garantire un presidio di legalità ,con un ritorno economico , però davvero irrisorio.

Oneri  di spettanza del ministero, che avrebbe dovuto in primo luogo destinare risorse dedicate all’assunzione di personale di cancelleria per l’ufficio del giudice di pace, la cui apertura come sottolineato è  spesso garantita da personale comunale. Ora nulla in contrario, perché si tratta di lavoratori , i quali svolgono con professionalità ed impegno il proprio lavoro, ci mancherebbe: anzi va fatto un encomio a costoro che in tanti casi consentono l’apertura di una sede giudiziaria che altrimenti andrebbe chiusa.

Ma tant’è: troppe volte infatti quando si parla di questo piccolo ma essenziale ufficio, si vuole avere “la botte piena e la moglie ubriaca”. Le difficoltà attuali , non devono quindi meravigliare, perché appunto , vengono da lontano e sono dovute in gran parte alla scarsità degli interventi compiuti negli anni per migliorare la situazione.

Un ufficio che  appunto, avrebbe avuto bisogno di rilevanti investimenti, in termini di strutture, tecnologia, strumenti e di personale sia di cancelleria che di magistrati: in poche parole di maggiore attenzione e non delle briciole. Troppe volte  se non sempre  l’ufficio è stato visto come un’entità estranea al sistema , di cui tenere conto solo in maniera residuale , insomma il classico parente povero di cui non parlare mai.

Per dire il Pnrr, sarebbe stata l’occasione per avviare un reale rilancio del Giudice di Pace , con investimenti massicci , tesi ad assicurare  nuove assunzioni di personale , strumenti e tecnologia in grado di garantire l’effettiva entrata in vigore del telematico. Senza dimenticare che i fondi avrebbero consentito più in generale un miglioramento delle condizioni economiche dei magistrati onorari in generale e quindi di riflesso anche dell’ufficio del giudice di pace.

Invece nulla di tutto questo. Qualcuno potrà obiettare che in realtà è il contrario e che c’è una grande attenzione sul punto , certificata anche dall’aumento delle competenze. Ma in concreto non è così, perché se fosse così , quanto meno negli anni vi sarebbero state profuse risorse adeguate. Ed è questa la vera contraddizione che attanaglia il sistema : in astratto si aumentano le competenze del Gdp, ma in concreto non viene fatto nulla per consentire una gestione efficiente dell’aumento del contenzioso che ne deriverà.

Questo perché sulla carta, il Gdp è ritenuto essenziale per il corretto funzionamento della macchina della giustizia, ma nella realtà la situazione come visto è ben diversa. Insomma un vero equivoco che da troppo tempo attanaglia il sistema  e che prima o poi è destinato a deflagrare con effetti nefasti per tutto il sistema .

Infatti al di là delle problematiche evidenziate circa il telematico , la situazione è davvero delicata ed urge un cambio di rotta immediato per evitare il naufragio dell’intero sistema giustizia. E si perché il giudice di pace è ormai prossimo al tracollo e difficilmente senza un cambio di passo potrà sopravvivere; ma una sua implosione alla luce dell’aumento delle competenze rischierebbe di paralizzare  tutto anche di riflesso il contenzioso in tribunale.

Le riforme procedurali in atto unite alla trasformazione che sta vivendo la magistratura di pace, sembrano aver dato il colpo di grazia ad un ufficio che al contrario dovrebbe essere potenziato , perché già da tempo in evidente affanno . Ma come poter evitare  in concreto tutto ciò? Certo, qualsiasi riforma dell’ufficio, lo ribadiamo  dovrebbe partire da  un serio piano di rilancio , ma il problema a nostro parere, è  altro.

Occorre una presa di coscienza della rilevanza dell’ufficio del giudice di pace e più in generale dei Gop, giudici onorari di pace, superando antichi pregiudizi , perché nessuno vuole entrare in magistratura “ dalla finestra” .

Inutile girarci intorno perché il problema è sempre questo e che inevitabilmente ricade sull’ufficio del Giudice di Pace. Non basta  per affermare la centralità dell’ufficio , aver disposto l’aumento delle competenze, al contrario occorre anche consentire agli onorari di poter operare nelle migliori condizioni  e non affidarsi sempre al loro senso di responsabilità. Piaccia o meno, ma il buon funzionamento di un ufficio dipende anche da questi particolari.

Non si tratta, si badi, di un discorso di” vil moneta” ma piuttosto della constatazione che  un professionista cui sono affidate responsabilità sempre più grandi deve poter svolgere il proprio ufficio in condizioni di dignità. Solo un differente approccio verso la magistratura onoraria e verso il giudice di pace, potrà assicurare che gli interventi eventualmente messi in campo consentano un miglioramento.

In caso contrario, parlare di futuro in bilico non è retorica  ma una constatazione. Nessun problema , per carità ci mancherebbe , ma solo che con l’implosione del giudice di pace, la domanda di giustizia dei cittadini sarà fortemente penalizzata e questo   può accadere in un paese che ama definirsi la “ culla del diritto”. Pensiamoci, basta poco per passare dalle parole ai fatti.