We the Italians, Umberto Mucci intervista l’italoamericana Alexis N. Carra-Tracey

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(foto da screen del sito web www.wetheitalians.com)

E’ online su We the Italians l’intervista di Umberto Mucci ad Alexis N. Carra-Tracey, fondatrice dell’Italian Mass Project of New York, organizzazione che promuove iniziative cattoliche per la comunità italo-americana.

“Sono newyorkese di nascita, ma le mie origini italiane sono campane. La famiglia di mio padre – spiega a Mucci Alexis N. Carra-Tracey –  è principalmente della provincia di Avellino (Solofra) e quella di mia madre della provincia di Benevento (Morcone). Questo ha instillato in me un senso di orgoglio italoamericano fin dall’inizio. Con l’avanzare dell’età, ho iniziato a esplorare questioni filosofiche più ampie sull’eredità e sul mio senso personale di sé. Ho scoperto che abbracciare le mie radici mi ha dato un senso di chiarezza interiore ed esistenziale”.

Di qui Alexis N. Carra-Tracey aggiunge: “Come le mie origini italoamericane, la mia fede cattolica è al centro del mio essere. Sono nata in una famiglia cattolica praticante, ma quasi tutti i miei amici d’infanzia erano laici o non religiosi. Durante gli anni del liceo mi sono trovata a un bivio per quanto riguarda la mia religione. O la fede cattolica è vera e dovevo abbracciarla, o la fede cattolica è falsa e potevo ignorarla. Dopo ulteriori studi e riflessioni, sono giunta alla conclusione che il cattolicesimo è vero e che dovevo vivere la mia vita di conseguenza”.

“Credo che gli italoamericani abbiano un certo apprezzamento per il cattolicesimo – prosegue -, a prescindere dal background della loro fede. Apprezziamo l’arte, la musica, la bellezza e la tradizione intellettuale del cattolicesimo che è così intrecciata con la cultura italiana. Penso anche che gli italoamericani tendano a prendere sul serio la devozione al santo del loro paese. Questo è il motivo per cui gli italoamericani hanno conservato, in varia misura, feste e processioni religiose per oltre cento anni. Per molti italoamericani, la partecipazione attiva a una processione religiosa è un’esperienza profonda. Ci lega a un particolare santo cattolico, gli uni agli altri, e ai nostri villaggi d’origine in Italia. Forse queste tradizioni italo-cattoliche assumono un significato maggiore qui in America che in Italia”.

“In termini di attività, ci concentriamo sull’organizzazione di eventi in cui gli italoamericani hanno l’opportunità di creare legami più forti. Sono particolarmente impaziente di partecipare al nostro prossimo IMPNY ‘Tomato Sauce Day’. Si tratta del nostro adattamento de ‘il rito della salsa di pomodoro’ o della tradizione per cui i paesani si riuniscono per schiacciare e conservare centinaia di bottiglie di salsa di pomodoro fatta in casa ogni estate. Come gruppo, inizieremo a preparare la salsa di pomodoro da zero la mattina presto, seguita da un pranzo domenicale e conclusa da una Messa privata bilingue inglese/italiano. L’estate scorsa, molti dei nostri partecipanti erano cresciuti facendo la salsa di pomodoro, ma non avevano più amici o parenti che li aiutassero nel processo, oppure avevano sentito parlare di questa tradizione, ma non avevano mai avuto l’opportunità di parteciparvi. In ogni caso, tutti i partecipanti hanno trovato un’attività produttiva di costruzione della comunità, tangibile e spirituale. Quest’anno saremo almeno in quaranta, quindi se vi recate a New York alla fine di agosto, siete i benvenuti!”.