Meglio primi in un villaggio che secondi a Roma. La lezione di Cesare

in foto Ursula Von der Leyen con Giorgia Meloni (Imagoeconomica)

Facile immaginare la  soddisfazione di quell’Imperatore ora, se potesse vedere che, proprio nell’Urbe, il Paese sta ottenendo, nella forma e nella sostanza, il riconoscimento del ruolo di capitano della costituenda alleanza dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Giornata importante quindi quella di ieri, per l’ Italia, per quanto è riuscita a mettere in atto la Premier Meloni a Roma. Ha fatto giungere nell’Urbe venti esponenti  dei governi di paesi bagnati dal Mare Nostrum, sempre più in procinto di essere tenuti insieme dal maxi Piano Mattei, senza alcun dubbio Made in Italy. A tal riguardo sembra che finora l’ impianto di quella costruzione socio politica stia ricevendo una notevole condivisione sia dalla EU che dai paesi direttamente coinvolti.

A suggellare l’ importanza dell’iniziativa, ha partecipato a quei lavori anche la Commissaria Europea Ursula Von der Leyen. Sembrerebbe che l’intesa tra la numero uno europea e la omologa italiana sia più strategica che tattica, tant’è che la frequent flyer Giorgia è, al momento, deputata esplicitamente a fare e disfare un bel po’ in più di quanto misero insieme i suoi antenati, all’incirca duemila anni fa. Fu allora che quei progenitori cominciarono a spostare armi e bagagli oltre quel Mare Nostrum, definendo alcuni di quei territori sulle primitive carte dell’epoca con:”Hic sunt leones”.  Erano spinti dalla stessa molla che, anni prima, aveva pungolato i greci e altre popolazioni, perché decidessero di prendere il largo alla scoperta di che cosa ci fosse dall’altro lato del mare. Fu questa curiosità che diede l’avvio alle prime forme di civilizzazione di quelle popolazioni. La grossa partita, meglio non definirla sfida perché  rimanga nella dimensione per cui è stata concepita, sta trovando il giusto rilievo tra quanti ne sono coinvolti.

Eppure il la dell’operazione proviene dal problema della emigrazione selvaggia che deve assolutamente essere regolamentata. Potrà apparire come un paradosso, ma questo modo di operare sembra un’interpretazione volta a avvicinare il problema del regolamento degli esodi selvaggi a cui si continua a assistere, verso opportunità di trasferimento regolamentate dalla legge. Va senza dire che il programma è ancora allo stato embrionale, sia per i paesi di partenza che per quelli di arrivo. In verità è un copione già letto più di mezzo secolo fa, quello che descrive il comportamento dei paesi ex colonizzatori che, cum grano salis, aprirono le frontiere a quelli che erano stati loro coloni. Il motivo determinante fu che, per alcune mansioni, gli unici lavoratori disposti a svolgerle, fossero proprio quegli ospiti. Si vedrà presto se la strada imboccata dalla EU, pronubo il Paese, potrà essere percorsa fino in fondo.
Intanto in questa settimana ci saranno altri due eventi salienti, seppur correlati, uno a Washington e l’altro a Bruxelles. Saranno le riunioni dove verranno decise le variazioni dei tassi di dollaro e euro che terranno fino a allora in ambascia il mondo globale della finanza. Dando per scontato che, sia il Presidente della Fed, Jerome Powell, che la Presidente della Bce, Christine Lagarde, sono professionisti di indiscutibile valentia, non si può comunque omettere di tenere in conto le conclusioni che hanno tratto osservatori economici indipendenti, facendo aggrottare qualche sopracciglio agli addetti ai lavori. Espresso ridotto all’osso, sostengono quegli analisti che sarebbe venuto fuori che gli svantaggi causati dalle manovre apportate dall’ inizio dell’ anno sui tassi, soprattutto in Europa, sarebbero superiori ai vantaggi ricevuti fin’ora. Non è assolutamente il caso di iniziare un crucifige o invocare l’adozione di provvedimenti draconiani. Intanto la Premier italiana, a metà settimana, volerà a Washington su invito del Presidente Biden. Prenderà atto così de visu di cosa stia bollendo in pentola al di là dell’ Atlantico. Per ora bisogna contentarsi con l’ apportare una variazione radicale e quindi affermare: ” fa un caldo infernale, governo biblico”. Di conseguenza sarà d’obbligo rifare una disamina più serena delle situazioni appena illustrate. Del resto, dal viaggiare notte e giorno della Premier Globetrotter qualcosa dovrà pure rimanere sul campo. O no?