Scienza, cervello e avversione visiva: così i neuroni distolgono alla paura

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Distogliere lo sguardo dagli oggetti che ci spaventano potrebbe essere dovuto a uno specifico gruppo di neuroni situati in una regione visiva del cervello. Lo dimostra lo studio dell’Universita’ di Tokyo pubblicato su Nature Communications. I ricercatori hanno scoperto che, nel cervello dei moscerini della frutta, un gruppo di neuroni che regola la visione quando si prova paura, rilascia una sostanza chimica, chiamata tachichinina, che sembra controllare il movimento per evitare di affrontare una potenziale minaccia. Il cervello del moscerino della frutta puo’ offrire un’utile analogia con quello dei mammiferi piu’ grandi; quindi, questa ricerca puo’ permettere di conoscere meglio le reazioni umane alle situazioni di paura e alle fobie. Evitare di guardare ciò che e’ ritenuto spaventoso e’ un’esperienza comune, per gli esseri umani e per gli animali. “Abbiamo scoperto un meccanismo neuronale attraverso il quale la paura regola l’avversione visiva nel cervello della Drosophila, moscerino della frutta”, ha spiegato Masato Tsuji, del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Universita’ di Tokyo.

“Sembra che un singolo gruppo composto da venti a trenta neuroni, regoli la visione quando si e’ in uno stato di paura e poiche’ provare timore influenza la visione in tutte le specie animali, compresi gli esseri umani, il meccanismo che abbiamo scoperto potrebbe essere attivo anche nell’uomo”, ha continuato Tsuji. Il gruppo di ricerca ha utilizzato dei soffi d’aria per simulare una minaccia fisica e ha scoperto che la velocità di camminata delle mosche aumentava dopo aver ricevuto un soffio. Inoltre, i moscerini sceglievano un percorso privo di soffi, dimostrando di percepirlo come una minaccia o come qualcosa che preferivano evitare. Gli scienziati hanno, poi, posizionato un piccolo oggetto nero delle dimensioni di un ragno a 60 gradi a destra o a sinistra della mosca. Di per sé l’oggetto non ha causato un cambiamento nel comportamento, ma quando è stato collocato dopo i soffi d’aria, le mosche hanno evitato di guardare l’oggetto e si sono spostate in modo da lasciarselo alle spalle. Per comprendere il meccanismo molecolare alla base di questo comportamento di avversione, i ricercatori hanno utilizzato mosche mutate in cui e’ stata alterata l’attività di alcuni neuroni. I moscerini mutati mantenevano le loro funzioni visive e motorie e continuavano a evitare gli sbuffi d’aria ma non rispondevano evitando visivamente l’oggetto alla stessa paura.

“Questo suggerisce che il gruppo di neuroni che rilascia la tachichinina e’ necessario per attivare l’avversione visiva”, ha detto Tsuji. “Quando abbiamo monitorato l’attività neuronale delle mosche siamo rimasti sorpresi nel constatare che si verificava attraverso un modello oscillatorio, cioe’ l’attivita’ saliva e scendeva come un’onda”, ha proseguito Tsuji. Somministrando alle mosche indicatori di calcio geneticamente codificati, i ricercatori hanno potuto far brillare i neuroni delle mosche quando si attivano. Grazie alle piu’ recenti tecniche di imaging, hanno poi osservato l’andamento mutevole e ondulatorio della luce emessa, che in precedenza era stata calcolata come media e non vista. Gli scienziati intendono comprendere come questi neuroni si inseriscano nel piu’ ampio circuito del cervello. “Il nostro prossimo obiettivo e’ quello di scoprire come le informazioni visive vengono trasmesse all’interno del cervello, cosi’ da poter definire un diagramma a circuito completo che definisce come la paura regola la visione”, ha detto Tsuji. “Un giorno, la nostra scoperta potrebbe fornire un indizio per aiutare il trattamento dei problemi psichiatrici che derivano dalla paura esagerata, come i disturbi d’ansia e le fobie”, ha concluso Tsuji.