Informazione, le notizie politiche gridate e quelle economiche sussurrate

Complice il caldo, argomenti che riguardano in special modo gli italiani vengono espressi, sia a voce che per iscritto, con toni che vanno sopra o sotto le righe, quasi mai con quelli adatti alla bisogna. Quelle intonazioni poche volte sono casuali, ma il risultato di una forma di comunicazione messa a punto accuratamente, predisposta da chi, al momento, sta conducendo il gioco della guerra. Solo una premessa: chiodo scaccia chiodo si dice per un dolore che va ad aggiungersi a uno già esistente, facendo spostare l’attenzione di chi lo prova su di esso. Così il precedente passa in secondo piano e oltre con gradualità. Come è giusto che sia, attualmente l’attenzione del mondo è concentrata su Kiyw e Mosca, passando per Minsk in Bielorussia. Li sembra certo che si sia rifugiato il comandante omnibus più assetato di sangue di Dracula, dopo aver fatto “carne di porco”, come si dice in campagna quando si macellano più maiali contemporaneamente, in Ucraina. Prima che prendesse corpo completamente il suo tentativo di colpo di stato, già tanti riflessi di quel conflitto stavano dando ripercussioni nel mondo, anche se con altre conseguenze. Esse sono per lo più di tipo economico e sembra essere sparita quasi del tutto la loro presenza nel mondo dell’ informazione, quando, in realtà, continuano a provocare forti disagi.
L’ Occidente è prossimo alla trebbiatura del grano e a nord est dell’ Europa niente lascia prevedere che le difficoltà di tutto quanto ruota intorno a essa siano diminuite, al contrario ! Intanto l’informazione sembra aver perso interesse a darne notizia, come invece sarebbe necessario. Anche in tal caso potrebbe essere che si stia verificando ancora una situazione del genere, in cui ubi major, minor cessat. Messo in chiaro vale che un problema che arrivi dove stia già dando grossi scompensi uno dello stessa stregua, solo divenuto concreto in precedenza, riesca a sminuire l’importanza in termini di appeal del primo. Ciò in quanto sta attirando su di sé tutta l’attenzione di quanti coinvolti, di ogni ordine e grado. Anche se lo sguardo arriva a posarsi ancora più a est, solo per dar corpo a una di quelle realtà, è sufficiente soffermarsi su ciò che accade in Afghanistan, per avere un’ idea di quanti siano i fienili che continuano a bruciare, oggi come ieri e forse anche di più.
Ogni tanto, trasmessi da emittenti specializzate o comunicati da stampa di settore, quindi fuori dai grandi circuiti di distribuzione del materiale di informazione, servizi borderline danno conto all’umanità di cosa stia succedendo da quelle parti. Purtroppo la maggior parte di quegli scoop non è realizzata con la obiettività di cui avrebbe bisogno più di ogni altra cosa e ha già comportato diverse complicazioni diffuse. Ancora peggio, essendosi appena chiuso il primo semestre e tirate le naturali conclusioni, anche il barbiere del villaggio, che prima di diventare un figaro sulle orme paterne aveva svolto la sua professione, geometra di cantiere, ha commentato che le dichiarazioni della Premier Meloni non lo convincevano. Il primo grande dubbio gli era sorto quando aveva saputo che il governo aveva preso tempo giusto al 90° minuto, facendo passare  una rocambolesca richiesta di spostare di 4 mesi la ratifica del nuovo MES. Da qui a dire che l’ Italia, anche quella che è a stretto contatto con Bruxelles, non la racconta tutta e a questo punto non é difficile. Basterà solo far riferimento alle assicurazioni che sono pervenute più volte agli italiani dal Commissario Gentiloni e dalla Premier Meloni, insieme ai ministri che avrebbero dovuto portare avanti gli adempimenti richiesti, per arrivare al punto che l’accredito della ormai famosa terza rata (del PNRR) non è ancora in dirittura di arrivo. Ergo quei cittadini del Bel Parse, insieme a Figaro e ai suoi clienti, non vedono alcuna attenuante, seppur generica, che esoneri la politica del Paese, a casa o in trasferta, da una imbarazzante osservazione. Che abbia giocato non certo in buona fede nel riferire l’ opposto di quanto stesse succedendo a Bruxelles, di grande interesse soprattutto per l’ Italia. La vicenda è ancora tutta da venire a galla, ma da come si sta proponendo il dibattito, esso lascia poco spazio all’ immaginazione per far credere che anche questa volta lo stellone salverà la situazione. Meglio non pensare alle conseguenze, almeno per ora e augurare buon mese di luglio a chi ha in mano le sorti del Bel Paese.