“Non siamo lavoratori Usa e getta”, in sciopero i dipendenti italiani delle basi americane

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“Non siamo lavoratori ‘Usa e getta’: potremo leggere anche questo sugli striscioni con cui i dipendenti italiani delle basi Usa, convocati dai sindacati Fisascat-Cisl e Ultucs-Uil si presenteranno di fronte ai cancelli dei siti militari, in occasione di due giornate di sciopero fissato per il 29 davanti alle basi di Aviano (Pordenone), Camp Darby (Pisa) (Esercito)e Vicenza e il 30 giugno a Napoli e Sigonella (Siracusa)”. Così i sindacati lamentando il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2021.

“Dopo quasi due anni di trattative – spiegano Sabina Bardi responsabile territoriale pisana di Uiltucs e Claudia Vargiu, segretaria provinciale di Fisascat/Cisl – non c’è stato alcun passo avanti. E anche il recente incontro con i vertici delle basi, convocato con l’intento di riannodare il filo del dialogo, non ha portato ad alcun risultato, visto che sono state rigettate tutte le richieste della nostra piattaforma sindacale e che sono di tipo economico, per salvare il potere di acquisto dei lavoratori, eroso dall’aumento dei prezzi di tutti i beni al consumo, ma anche per mettere ordine sulle regole di ingaggio, evitando così discriminazioni tra diversi profili professionali”.

Secondo le organizzazioni sindacali, invece, “altrove come in Germania, il personale delle basi militari ha ottenuto un accordo economico notevolmente migliorativo rispetto al precedente, mentre nelle scorse settimane qui il datore di lavoro ha comunicato direttamente ai dipendenti, senza passare dai sindacati e non rispettando i 12 mesi di preavviso previsti dal contratto, 41 esuberi, che dovrebbero lasciare la base di Vicenza entro il prossimo dicembre”.