Al Festival Asvis 2023 il benvenuto nella capitale del Sud con l’inaugurazione alla Federico II

in foto l'Università Federico II

Coincidenza: qui il prof. Giuseppe Palomba, napoletano, formò laureati della mia generazione non certo collegati a Simon Kuznets ed ai fautori del PIL

Giovedì 4 maggio u.s., a Roma, presso Radio Rai, in via Asiago, 10, si è tenuta la Conferenza stampa di Lancio del Festival dello sviluppo sostenibile 2023. Nel corso dell’incontro sono state presentate le iniziative e le novità che animeranno il ricco calendario delle manifestazioni, diffuse su tutto il Paese, nonché i principali eventi, suddivisi in cinque tappe, (Napoli, Bologna, Milano, Torino, Roma) e dai suoi Gruppi di lavoro organizzati.

Vi invito a consultare su questo giornale il Denaro, l’articolo: Verso la realizzazione delle fasi programmate del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023 Asvis, del 5 maggio u.s. che riporta in maniera essenziale il programma.

Parte dal Sud Italia la prima tappa del Festival dello sviluppo 2023 dell’ASVIS. La scelta della sede cittadina dell’avvio è un incipit molto importante per Napoli. L’evento si terrà nella Chiesa di S. Marcellino ed Festo – Università degli Studi Federico II, alle  15,00, per finire alle 18-45. Poi vi sarà  una sessione martedì 9 maggio mattina, dalle 10 alle 13.30 , la Federico II  (la sede è anche la sede più vicina alla Ferrovia di Piazza Garibaldi ed alla Autostrada).

in foto il complesso di San Marcellino sede attuale della Scuola

PROGRAMMA 15.00 – 15.20

Introduzione
Matteo Lorito, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli
Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS

15.20 – 16.20 La coerenza delle politiche nazionali e territoriali per lo sviluppo sostenibile: dal Pnrr alla programmazione dei fondi 2021-27
Modera Marco Valerio Lo Prete, caporedattore Economia Tg1
Enrico Giovannini, direttore Scientifico dell’ASviS
Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr

16.20 – 17.20 Le regioni italiane di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile
Modera Marco Valerio Lo Prete, caporedattore Economia Tg1
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria

17.20 – 18.30 Investire per uno sviluppo sostenibile: dove e come? Modera Marco Valerio Lo Prete, caporedattore Economia Tg1
Oscar Cicchetti, presidente Inwit Enrica Danese, direttore Institutional communication, sustainability & sponsorship Tim
Simone Gamberini, presidente di Coopfond Nicola Lanzetta, head of Italy di Enel
Luigi Massa, amministratore delegato di Tangenziale di Napoli
Luigi Merlo, direttore dei rapporti istituzionali per l’Italia di Gruppo Msc e presidente di Federlogistica

18.30 – 18.45 Conclusioni

Mattina  di Martedì 9 maggio 2023 II Sessione
PROGRAMMA 10.00 – 10.10

Introduzione
Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASviS 1

10.10 – 10.25 Keynote speech Paolo Gentiloni, commissario europeo agli affari economici e monetari

10.25 – 10.40 L’impatto degli ecosistemi dell’innovazione sullo sviluppo dei territori
Giorgio Ventre, direttore scientifico della Apple developer academy

10.40 – 11.50 Le città e le comunità locali: motori di trasformazione o di rallentamento?
Modera Riccardo Iacona, autore e conduttore di “Presa diretta”, Rai Tre
Marco Bucci, sindaco di Genova
Antonio Decaro*, sindaco di Bari e presidente dell’Anci
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali

11.50 – 13.00 Lo sviluppo sostenibile dei territori italiani in pratica: proposte e impegni concreti
Modera Riccardo Iacona, autore e conduttore di “Presa diretta”, Rai Tre
Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Forum Pa
Claudio De Vincenti, presidente di Azzurra aeroporti, Gruppo Mundys e presidente onorario della Fondazione Merita Rossella Fasola, public affairs manager di Randstad
Enrico Fusco, capo dei servizi di ingegneria di Invitalia Anna Giunta*, Università Roma Tre Luca Paolazzi, direttore scientifico della Fondazione Nord Est
Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia

13.00 – 13.15 Keynote speech Daniela Santanchè*, ministro del Turismo

13.15 – 13.30 Conclusioni: cosa abbiamo imparato? Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS

* In attesa di conferma

La Lettura
Pagg. 345 e 346 parte -Capitolo NONO -CAPISALDI DELLA TRATTAZIONE  – ETICA, ECONOMIA E POLITICA di Giuseppe Palomba  VALORI MORALI E SOCIOLOGIA DEL SOTTOSVILUPPO – pp. 381 – Giannini MCMLXIV – 8 febbraio

  1. Volendo ripercorrere i capisaldi di tutto il nostro lungo discorso potremmo cominciare a stabilire i rapporti che esistono tra etica, economia e politica. Indubbiamente, dai tempi di Machiavelli in giù, si è sempre più rafforzata la convinzione che la politica e l’economia debbano essere considerate discipline prive di valori morali. Per quanto riguarda l’economia, sappiamo che la scuola austriaca detta degli edonisti elaborò una dottrina priva di valori morali, mentre, per quanto riguarda la politica, lo stesso Croce sostenne che tutta la filosofia del diritto può essere ricondotta alla filosofia dell’economia. Con ciò i primi, cioè gli edonisti, e successivamente i matematici dell’economia, intendono sostenere che il ragionamento economico deve prescindere da ogni valutazione etica, nel duplice senso di assenza di valutazione etica del fine da raggiungere e, al tempo stesso,di ricercare una drastica trasformazione di questo fine verso il raggiungimento di una simulazione edonistica materiale. I crociani, viceversa, presa la scala delle attività dello spirito che, dal gradino più basso dell’intuizione, attraverso l’intelletto e l’attività economica, giunge al gradino superiore costituito dall’etica, ritengono che l’attività politica possa fermarsi all’attività economica arrivare ad una visione morale e ad una valutazione etica della stessa attività politica. [Mi fa piacere trovare una grande consonanza di pensieri colla ROBINSO ne recente volumetto Economic Philosophy, London. 1962]

Nel corso della nostra trattazione abbiamo visto, innanzitutto, che economia pura ed attività politica non sono propriamente prive di valori o di valutazioni morali, ma che, invece, dal XVII secolo in poi, quei valori morali assumono configurazioni sui generis, caratterizzate da una forte riduzione della ridondanza della coscienza morale e da combinazioni improprie di doni e virtù che si orientano e si polarizzano verso uno o più di quei venti raggruppamenti caratteristici contenuti nelle tabelle I-IV dei precedenti capitoli. E abbiamo potuto vedere inoltre come nei paesi capitalisticamente avanzati quel complesso di valori si orienti verso la configurazione che abbiamo denominata di tipo protestante, mentre nei paesi sottosviluppati si orienti verso la configurazione arcaicizzante dei sistemi di potenza e dei valori asociali. In particolare, l’analisi è stata condotta con speciale attenzione per il sottosviluppo dell’Italia meridionale