Autonomia differenziata, Vito Grassi (Confindustria): Se ben calibrata favorisce sviluppo e competitività dei territori

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“L’Autonomia differenziata è un percorso che Confindustria segue nel merito e nell’approfondimento degli sviluppi, con lo sguardo puntato sulla verifica del rispetto della parità dei diritti su scala nazionale e degli aspetti connessi alla competitività dei territori”. Così Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, che nei giorni scorsi ha partecipato a un interessante confronto in Federmanager. “Come sistema delle imprese – ribadisce Vito Grassi – partiamo dal chiaro presupposto che l’autonomia differenziata costituisce un principio costituzionale, in sé meritevole di attuazione. Se ben calibrata, dunque, può rappresentare un’occasione per rafforzare la competitività e valorizzare le specificità dei territori. In Confindustria guardiamo quindi con interesse a un’attuazione del regionalismo differenziato che, senza aumentare i divari tra le Regioni, rafforzi al contrario i territori nel solco dei principi di sussidiarietà, unità, efficienza e solidarietà”. Per raggiungere questo obiettivo, però, ricorda Grassi, bisognerà fare attenzione ad alcuni punti fondamentali. “Uno di questi riguarda le materie – o gli ambiti di materie – che saranno oggetto di devoluzione. Per noi infatti c’è un punto irrinunciabile: alcune materie strategiche, che contribuiscono a creare le condizioni per la competitività e lo sviluppo debbono essere “gestite” a livello nazionale, se non addirittura europeo, per garantire efficienza, ma anche omogeneità normativa e amministrativa e condizioni di partenza più simili, a tutela del mercato. Mi riferisco, per citare gli esempi più eclatanti – spiega il numero due di Confindustria – alle infrastrutture energetiche e di trasporto e, più in generale, ai servizi a rete, nonché al commercio con l’estero. Materie che necessitano di meccanismi di coordinamento, volti anche a superare veti o inerzie, che possono essere assicurati solo da una gestione unitaria, strettamente connessa, peraltro, agli orientamenti europei”. “In linea generale – aggiunge Grassi – riteniamo vada privilegiato un approccio graduale e al tempo stesso flessibile nell’individuazione delle materie, per garantire un “passaggio di consegne” fluido e coordinato, anche nell’ottica del rispetto degli impegni presi con l’Unione europea, soprattutto in questo periodo in cui dobbiamo implementare un grande sforzo di efficienza amministrativa per l’attuazione del PNRR”.