Mosca, visita in carcere per il giornalista americano arrestato

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Meno di una settimana dopo essere stato trattenuto dalle autorità russe per sospetto spionaggio, il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich ha ricevuto martedì la sua prima visita da parte degli avvocati del quotidiano.

“Siamo incoraggiati dal fatto che gli avvocati di Evan siano riusciti a incontrarlo in carcere oggi”, ha scritto in una e-mail la direttrice del Journal, Emma Tucker. “Le condizioni di salute di Evan sono buone e lui è grato per il sostegno ricevuto da tutto il mondo. Continuiamo a chiedere il suo rilascio immediato”. Tucker ha quindi aggiunto che “la via legale è una delle diverse strade che stiamo percorrendo per chiedere il rilascio di Evan. Continuiamo a lavorare con la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e i funzionari governativi statunitensi competenti per ottenere la sua liberazione”. Secondo il giornale, le autorità di Mosca hanno invece negato l’accesso consolare ai rappresentanti dell’ambasciata statunitense di cui l’Ambasciatore Lynnw M. Tracy. In una dichiarazione di sabato, il Journal ha descritto la detenzione di Gershkovich come un “feroce affronto a una stampa libera” che “dovrebbe suscitare indignazione in tutte le persone e i governi liberi di tutto il mondo”. Anche la Casa Bianca ha definito le accuse “ridicole”, con la portavoce Karine Jean-Pierre che ha ribadito che “Evan non è mai stato una spia (e) non ha mai lavorato per il governo degli Stati Uniti”. Lo scorso settimana il segretario di Stato Blinken ha chiesto al suo omologo Lavrov “la liberazione immediata” del cittadino americano. Gershkovich è il primo giornalista americano a finire in carcere con l’accusa di spionaggio dal 1986. Il reporter di origini russe è stato fermato giovedì scorso dal Servizio di sicurezza federale mentre si trovava a Ekaterinburg, una città degli Urali a circa 1.400 km da Mosca, dove stava raccogliendo informazioni sul gruppo di mercenari Wagner e parlando con i lavoratori di uno dei più grandi stabilimenti di produzione di carri armati della nazione. Secondo l’intelligence di Mosca, invece, “Gershkovich stava raccogliendo per conto del Governo americano informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, che costituiscono un segreto di Stato”.  L’accusa formale è quella di spionaggio sulla base dell’articolo 276 del Codice penale, che prevede condanne fino a 20 anni di reclusione.