Quando la realtà supera l’immaginazione, prendono corpo fantasie simili a incubi pronti a concretarsi

in foto Emmanuel Macron, Xi Jinping e Ursula von der Lyen a Pechino

Qualche anno fa, quando in Occidente prese il via in particolare nella classe politica la tendenza a fare a gara per primeggiare nel comportarsi politically correct, quanto sta accadendo a Pechino, dove sono giunte due delegazioni, una della Eu e l’altra francese, in visita al Presidente XI, probabilmente avrebbe suscitato particolari levate di scudi e commenti contrastanti. Accadeva nel tempo innanzi accennato che, quasi per voler essere a tutti i costi formalmente ineccepibile, chi avesse voluto indicare un cieco lo avrebbe definito non vedente, un sordo non udente e amenità del genere. Dentro la Muraglia la Presidente von der Leyen e il Premier Macron sono portatori di due specifiche istanze e i componenti delle missioni che sono con loro sono completamente diversi. Da premettere che, dal punto di vista formale, le due delegazioni dovrebbero verificare quanto sia attendibile la manifestazione di volontá del Presidente XI Jimping di mettersi a disposizione per tentare un componimento della questione ucraina. Se cioè la sua autorità possa essere spesa nell’intento di trovare una soluzione negoziale per fermare la potenza di fuoco che la Russia sta rovesciando sull’ Ucraina in quantità sempre crescente.

Putin non ha tardato a spegnere gli entusiasmi e a far capire a XI che non ci sono i presupposti minimi per iniziare una eventuale interlocuzione. Dai rispettivi comunicati ufficiali si viene a sapere che Macron è accompagnato da una cinquantina di imprenditori che hanno intenzione di concludere affari sia come import che come export con i loro interlocutori di quella realtá geopolitica. La Commissario Von der Leyen, alla stregua di quanto ha giá fatto il Presidente degli USA Biden, è stata incaricata di comunicare a XI che la collaborazione che si é finora incrementata tra la EU e la Cina dovrà subire una pausa al fine di valutare se attuare una politica di ridimensionamento, definita con un termine che ricorda quelli accennati all’ inizio di questa nota: decoupling. Alla lettera il termine vale disaccoppiamento, ma nella sostanza significa una totale inversione di tendenza dell’atteggiamento, soprattutto commerciale, tenuto fin’ ora dalla EU nei confronti del Celeste Impero. Questo cambio di atteggiamento segue a ruota uno del tutto simile annunciato pochi giorni fa dal Presidente Biden.

Sembrano lontani un’ eternità i giorni della visita di XI in Europa, che sarebbe dovuta essere propedeutica all’ apertura di una nuova Via della Seta. Iniziative del genere sono destinate a destabilizzare ancor più equilibri di per sé giá precari. Affinché la Cina potesse decidersi a alzare il livello della produzione destinata all’export verso l’ occidente, sono occorsi decenni. La convenienza è stata reciproca perché, avvicinandosi lo standard qualitativo di quella produzione alla analoga occidentale, a quest’ ultima rimane a tutt’oggi molto più spazio da dedicare alla realizzazione di prodotti di qualità con alto valore aggiunto. Gli stessi sono immessi sul mercato mondiale, quindi anche su quello orientale e, in particolare, il cinese.

Ancora una volta quindi si dovrà assistere a una distorsione del mondo economico causato, anche se indirettamente, da un conflitto bellico. Se la missione europea dovesse colpire nel segno, per tutta la EU e in modo particolarmente accentuato per l’ Italia, si assisterebbe a una restrizione dell’export non facilmente recuperabile. Per entrare con quantitativi remunerativi almeno delle operazioni promozionali, sono necessari tempi non brevi. Stante l’economia mondiale ancora in una fase di contrazione, sará necessario fare uso del microscopio per cercare di capire se il gioco proposto dalla Commissario Von der Leyen al Premier.XI possa valere la candela.

Intanto, poiché lo spettacolo deve continuare, la Francia continuerà a imbastire i suoi affari e che cosa faranno gli altri paesi della EU è ancora presto per poter essere verificato. Resta comunque l’amaro in bocca perché, mentre un tempo ci si spostava di persona se non per portare la buona novella, almeno per confermare lo stato al momento, oggi si fa lo stesso per smontare realtá costruite con tempo e a costo di sacrifici. Se a Pasqua, quando almeno a occidente il periodo dovrebbe essere foriero di distenzione, sta succedendo quanto appena descritto, è molto probabile che dopo non andrá meglio. Quel che preoccupa di più è che, a livello epidermico, si ha l’idea che sia in atto un imbarbarimento globale. Più precisamente, sembra che siano saltati alcuni equilibri che erano ritenuti consolidati e in grado di sfidare il tempo. La criminalità diffusa e indifferenziata che opera con violenza sempre crescente a ogni latitudine è senz’ altro uno degli indicatori più attendibili di tale decadenza. Sia considerata lontana ogni velleità di fare paragoni, comunque non si può negare che il Medioevo fu preceduto da episodi con molti punti in comune con quelli attuali. Varrebbe la pena rinfrescarsi la memoria